Non c'è il sostare nella via di Dio (Faustino Ferrari)
La percezione del sentirsi amati rappresenta la prima tappa di un’esperienza spirituale. Senza amore non c’è esperienza e non c’è spiritualità. Non c’è esperienza umana e non c’è esperienza religiosa.
In quale direzione? (Faustino Ferrari)
Il simboli dell’orientamento sono ormai scomparsi dalla nostra cultura. Per di più, entrati ormai in pieno nell’epoca dei Tomtom e dei vari sistemi di navigazione GPS, molti di noi non cercano neppure più di sforzarsi di capire come si possa arrivare da qualche parte. La rete internet può essere presa come simbolo emblematico del nostro nuovo modo di vivere.
Nomi (Faustino Ferrari)
Non conosciamo il nome della moglie di Caino né quello della moglie di Matusalemme. Neppure il nome della madre di quest’ultimo, la moglie del misterioso Enoch. Le vicende di Noè pur essendo raccontate con dovizia di particolari non conservano il ricordo di nomi femminili.
Pellegrini e stranieri su questa terra (Faustino Ferrari)
Per il cristiano i pellegrinaggi avevano anche un significato esistenziale. Fare pellegrinaggio era ricordare che la vita stessa era pellegrinaggio. Rappresentava nel piccolo ciò che era l'esistenza stessa. Mettersi in viaggio voleva dire non sentirsi legati alla propria terra e alle proprie cose.
Viandanti (Faustino Ferrari)
Da un punto di vista biblico tutto il tempo diventa kairos – diventa la pienezza del tempo. O, per dirla con altre parole, diventa per l’uomo un momento di perenne opportunità per incontrarsi con Dio. E per questo incontro non c’è la necessità di recarsi da qualche parte, in un determinato luogo.
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