


Famiglia Giovani Anziani (336)
"Essere anziani in Mozambico" da "Il VALORE dell'ANZIANITA'"
"Il VALORE dell'ANZIANITA'" "Gli anziani paez, memoria viva e sapiente"
Sin da bambino in casa circolava la rivista "Andare alle genti" delle Missionarie della Consolata. Ancora oggi mi piace leggere questa rivista perché è piena di umanità, di attenzione agli ultimi e ha grande rispetto degli stessi. Chi non la conosce troverà in essa una grande attenzione per chi ha una tradizione o una cultura diversa, perché da ogni individuo abbiamo qualcosa da imparare con umiltà e rispetto. Nel numero di "luglio e agosto 2019" è apparso un articolo dal titolo "Il VALORE dell'ANZIANITA'", esso è composto da una prima parte "Anzianità, tappa tra il già e non ancora" di Carlo Miglietta, la seconda è "La chiesa e gli anziani" da parte della Redazione.
Qui di seguito vi propongo la terza e quarta parte: "Essere anziani in Mozambico" e "Gli anziani paez, memoria viva e sapiente".
Come detto, le prime due parti potete trovarle in "Andare alle genti" delle Missionarie della Consolata del mese di "Luglio e agosto 2019".
"Gli anziani paez, memoria viva e sapiente".
"Lo Stato, la società e la famiglia si adoperino per la protezione e l'assistenza delle persone della terza età e promuovano la loro integrazione nella vita attiva e comunitaria" (art. 46 della Costituzione della Colombia}.
L o Stato della Colombia ha avviato politiche specifiche riguardo alle persone anziane residenti nel Paese, in modo speciale a coloro che hanno più di 60 anni di età, tenendo conto in maniera particolare di quelle situazioni nelle quali si evidenziano condizioni di disuguaglianze sociali,
economiche, culturali e di genere. Questo piano che lo Stato si è prefisso di attuare nel decennio 2014-2024, ha come obiettivo quello di mettere al centro dell'attenzione politica il fenomeno dell'invecchiamento e le concrete condizioni degli anziani, uomini e donne.
Queste proposte politiche dimostrano che gli anziani sono un settore della popolazione altamente vulnerabile, soggetto ad esclusione ed emarginazione, riguardo al quale si sono creati tutti i tipi di pregiudizi e stereotipi che definiscono l'anzianità solo come una condizione di inferiorità, in una società tutta orientata verso la produzione, l'autonomia e la bellezza esteriore dell'essere umano.
Nonostante i cambiamenti culturali avvenuti in Colombia rispetto alla popolazione anziana - che nel passato era considerata la memoria viva e sapiente della società - non si può negare che in alcuni ambienti, in particolare tra la popolazione indigena, gli anziani giochino un ruolo molto importante nella trasmissione delle tradizioni culturali. Nelle comunità indigene dei Paez, che sono presenti in varie zone del Dipartimento di Cauca (ctrl), la posizione dell'anziano è molto importante ed essi sono considerati come una fonte di trasmissione orale delle tradizioni e delle credenze. Nell'ambito familiare, al tempo dei pasti, quando ci si raduna intorno alla tu/po (un fuoco protetto da tre pietre poste nel centro della cucina), vi è uno spazio dove "gli anziani parlano e nella loro voce cammina la sapienza e la conoscenza degli antenati" (cfr. Banda-Canencio, L'anziano nelle comunità indigene Paez e Zenì, 1996).
Gli anziani dei Paez che hanno più esperienza e saggezza vengono chiamati nel Cabildo (Autorità collegiale locale) "taita wala" ossia "padri che vegliano perché regnino la pace e il benessere tra tutti".
Inoltre sono consultati dai giovani perché li considerano una fonte di grande esperienza politica.
Il ruolo degli anziani come educatori, in questa società indigena, è legato alla conoscenza che essi hanno della storia in quanto si assicurano che ci sia una fedele trasmissione ai giovani del patrimonio culturale della comunità. Questo patrimonio comprende le tradizioni musicali, le tecniche di artigianato e quelle agricole, con particolare attenzione ai tempi della semina e del raccolto, legati alle fasi lunari.
Nell'ambito della sanità sono gli anziani che esercitano la medicina tradizionale, curando sofferenze e infermità, accompagnando e offrendo le loro conoscenze affinché l'equilibrio uomo/natura e individuo/comunità venga ristabilito. La malattia infatti è considerata come una rottura di questi equilibri vitali ed ecologici.
È veramente tanto quello che si può apprendere riguardo alla relazione tra gli anziani e la comunità in quelle società dove non si vive lo stress e l'agitazione delle società moderne, perché "il tempo passa in modo tale che quasi non ci si accorge e marcia al ritmo della vita" (Banda-Canencio).
Clicca qui per andare al II° articolo: "Essere anziani in Mozambico"
Terapia della depressione (Franco Zarattini)
Le psicoterapie cognitivo-comportamentali sono indicate nei trattamento della depressione dei pazienti anziani assieme a quelle di gruppo che appaiono particolarmente utili, perché permettono un sostegno da parte di soggetti sani, attenuano l'isolamento sociale, incoraggiano l'empatia condivisa e facilitano il recupero della capacità di decidere.
Fra insicurezza e prepotenza. Il fenomeno del bullismo (Virginio Nava)
Con il termine "bullismo" generalmente si indica il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico. Il termine bullismo è il calco dell'inglese bullying, che significa prepotente.
La famiglia un soggetto dimenticato (Luciano Sandrin)
Nell'esperienza della malattia, della disabilità e del dolore, le attenzioni spesso si concentrano solo sul soggetto direttamente interessato e non prendono in considerazione la sofferenza e le pene che sovente devono soffrire gli altri membri della famiglia.
La fragilità insita nella natura umana e la cultura libertaria dominante ai nostri giorni sono le concause i principali della scarsa maturità morale rilevabile in moltissimi adulti, degli errori educativi imputabili a genitori e insegnanti e dei "difetti" dei bambini.
Interessante articolo (Riva D., 2014 - Con gli altri o da soli? Missione Salute. 2/2014: 16-17) riguardante l'età evolutiva, quando i ragazzi, se certo incominciano a sentire forte il bisogno di essere autonomi, di emanciparsi dalla famiglia, tuttavia proprio in questa età incominciano ad instaurare una variegata trama di rapporti interpersonali, oltre che con la famiglia, con gli amici, con i vicini, con i gruppi sociali, cioè, "con gli altri".
da MISSIONE SALUTE N. 6/2004 – pp. 16-17
Vivere pienamente l'infanzia è la condizione necessaria per una vita adulta serena, perciò bisogna permettere ai bambini di essere bambini. Tuttavia, oltre certi limiti e oltre una certa età, gli atteggiamenti infantili si possono qualificare a buon diritto come "difetti'', da controllare, spiegare e correggere tempestivamente.
Nella nostra cultura si è imposta la convinzione che basta amare. Si pensa che l'ideale sia fare del padre un amico o un fratello. È un errore che si fa pagare ad alto prezzo. La natura delle cose vuole la distinzione e la salvaguardia delle differenze.
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