


Magnificant. Appunti di mariologia (Emanuele Curzel)
Che cosa cambierebbe allora se il Magnificat non fosse di Maria ma di Elisabetta? Se dovessimo ammettere che la prima generazione cristiana l’aveva attribuito non alla madre del Cristo, ma alla madre del Battista? È intuibile che ammetterlo sarebbe un danno per i teologi e i devoti impegnati a esaltare l’eccezionalità della figura di Maria...
Dio: dove siamo? (Faustino Ferrari)
Tutte e cinque le immagini sono valide ed interessanti. Da un punto di vista spirituale, di solito, finiamo con lo sceglierne una. Inevitabilmente, nel nostro essere in rapporto con Dio ci collochiamo in un’immagine spaziale.
Quella mors turpissima crucis che il Padre non voleva. Capitolo 1 §3 (Marco Galloni)
La teoria della soddisfazione di Anselmo d’Aosta è spesso considerata un po’ come la madre di tutti gli equivoci in materia di soteriologia cristiana, la causa principale, se non addirittura l’unica, di ogni errore e fraintendimento.
I segni delle ferite (Faustino Ferrari)
Anche noi siamo nutriti di dubbi e d’incertezze riguardo alla fede. Nel nostro cuore alberga una parte di non credente e ci riconosciamo nelle parole di Tommaso: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi…».
Gregorio Nisseno: un vescovo operatore di giustizia e di pace (Lorenzo Dattrino)
Queste cinque omelie, situabili cronologicamente nei primi anni dell’impero di Teodosio I, ci testimoniano la presenza in Cappadocia di una crisi economica, sociale e politica. Nel tempo stesso ci permettono di riscontrare il forte impegno ecclesiale e sociale di un vescovo il quale predica che il povero deve essere amato perché è uomo e come tale è degno di amore.
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