
Il sistema tributario italiano. Alla ricerca dell’equità fiscale
In questi ultimi decenni si è assistito a un fuoco pirotecnico di ricette di politica familiare (dal “bonus bebé” al baby bond), enfaticamente propagandate come “la svolta decisiva”, ma terminate tutte purtroppo in un “eterno ritorno” della medesima inefficacia con la scusa magari delle scarse risorse disponibili.[1] Nel 1985 il Rapporto conclusivo su La Povertà in Italia della Commissione di studio istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (Governo Craxi) elaborò l’ipotesi di “un assegno sociale” che unificava detrazioni e assegni. Veniva abbandonato “il concetto di familiare a carico”. Destinataria dell’intervento diventava “l’unità di convivenza”. Non interessava più la famiglia intesa nella qualità delle sue relazioni, ma solo come aggregato di individui in funzione di una ottimale redistribuzione del reddito.
Le politiche regionali. Dall’assistenzialismo alla sussidiarietà
Da una legge dell’Emilia-Romagna, del 1989, è scaturito un primo timido ma fondamentale dibattito che ha portato a riflettere su quali dovessero essere le politiche regionali per la famiglia. Oggi anche la Lombardia, con diversi presupposti, è divenuta paradigma in questo campo.
In questo breve contributo cercherò di riflettere sulle politiche regionali a sostegno della famiglia. Lo farò affrontando tre diverse dimensioni del problema: 1. mostrerò brevemente l’evoluzione delle leggi regionali dalla fine degli anni ‘80 ad oggi per mostrarne la morfogenesi “qualitativa”; 2. analizzerò le logiche di questa morfogenesi, mostrando i principi fondamentali di quelle che potremmo chiamare le “nuove politiche” per la famiglia; 3. concluderò sottolineando quelle che, a mio parere, saranno nel prossimo futuro le aree di politica sociale più importanti.
ASSOCIAZIONE FAMIGLIE SEPARATE CRISTIANE
ASSOCIAZIONE FAMIGLIE SEPARATE CRISTIANE
Nasce nel 1998 a Milano e si sviluppa in varie città d’Italia e attualmente ha sezioni in Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Friuli e Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Sicilia; cioè in molte Regioni d’Italia. L’Associazione è stata seguita sin dall’inizio da mons. Renzo Bonetti, già Responsabile della Pastorale Familiare della CEI.
L’ Associazione fa parte del forum Nazionale delle Associazioni Familiari.
Obiettivi in sintesi sono:
- Promuovere, senza giudicare, l’accoglienza e l’ascolto dei separati nelle diverse diocesi italiane;
- Che in questi nostri fratelli, allontanatisi e/o allontanati dalla Chiesa, una volta fatto questo percorso, riprendano la vita comunitaria e che la stessa Comunità sia pronta ad accoglierli riservando un particolare atteggiamento: l’atteggiamento è quello di Gesù di fronte alla Samaritana;
- Portare all’interno della Chiesa la voce, le problematiche, soprattutto la sofferenza delle famiglie separate;
- Contribuire ad un cambiamento di cultura nella società, nel parlamento, nel paese, sulla pari importanza di entrambi i genitori nella funzione educativa verso i figli, per una nuova legge sulla separazione.
La Sezione Lazio
Nasce e inizia il suo cammino ufficialmente nel gennaio 2001, dopo il parere favorevole del Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma, incaricato per la Pastorale Familiare, S.E. mons. Luigi Moretti.
Dal mese di settembre 2001 al mese di giugno 2002, inizia a Roma il cammino dei primi due gruppi che nascono come: «Gruppi di ascolto del Vangelo e di Preghiera» con incontri mensili.
Vi partecipano persone che si trovano nelle più svariate situazioni: separati, divorziati, coppie in crisi; Uomini e donne con storie di sofferenza, con ferite profonde, bisognosi di essere ascoltati, di poter condividere; forse per la prima volta essi si sentono accolti, non giudicati.
Oltre gli incontri di accoglienza iniziano anche i ritiri nei tempi «forti» dell’ano liturgico: Natale e Pasqua e si organizzano momenti «conviviali» con pellegrinaggi nei luoghi francescani di Greccio e Bellegra: sono occasioni necessarie per fraternizzare e conoscersi.
Con l’aiuto del Signore il «seme» comincia a dare «nuovi frutti» e, dall’inizio a settembre 2002, si costituiscono a Roma 11 gruppo, mentre altri iniziano il cammino a Civitavecchia e Latina. Agli incontri cominciano anche a partecipare coppie «regolari» che hanno maturato una chiamata a questo servizio pastorale: la loro presenza è segno di speranza, di accoglienza, di ricchezza spirituale.
Su richiesta degli stessi partecipanti, e per dare risposte concrete alle molteplici e diverse domande che la condizione di «separato» pone per quanto riguarda la situazione personale, le scelte di vita e la posizione all’interno della Chiesa, si sono tenuti quattro incontri su tematiche specifiche quali:
- Cosa sta facendo la Chiesa per la «famiglia»;
- La separazione: fallimento o inizio di un cambiamento? Come viene vissuta dall’uomo e dalla donna;
- Figli con la valigia. Separati per la legge, genitori sempre;
- I separati e i divorziati in parrocchia tra accoglienza e sospetto. Percorsi di Grazia nel fallimento del matrimonio.
Gli incontri sono stati guidati da Consulenti familiari, avvocati, psicoterapeuti esperti nei settori di loro competenza.
Nel mese di giugno 2003 l’Associazione è stata invitata a partecipare al convegno diocesano svoltosi a Roma sul tema: «Insieme alla famiglia costruiamo una società migliore»: un grande evento ecclesiale e la prima vera opportunità di «testimonianza» diretta della propria condizione di «separato», presente nella Chiesa spesso vivendo la fedeltà in una società in cui questo valore è sempre più dimenticato e «disprezzato».
Nel maggio 2003 e nel 2004 in data 29 e 30 maggio, si sono tenuti i due Convegni Nazionali (IV° e V°): a Roma e a Caravaggio (Bergamo) ai quali hanno partecipato tutti i gruppi presenti in Italia che fanno lo stesso cammino; il prossimo Convegno Nazionale, il VI°, è già previsto per la fine di maggio 2005, a Roma: è una grande e importante occasione di confronto, riflessione, preghiera, scambio di testimonianze, proposte future.
Renato Galeri e Manuela Ciriello
UN LABORATORIO PERMANENTE PER GLI «ITINERARI DI FEDE» IN PREPARAZIONE AL MA TRIMONIO
UN LABORATORIO PERMANENTE PER GLI «ITINERARI DI FEDE» IN PREPARAZIONE AL MA TRIMONIO
Premesse
A Villa Civran di Castion di Loria, ultimo angolo ovest della diocesi di Treviso che confina con le altre due diocesi di Padova e Vicenza, si tiene, una volta alI' anno, un itinerario interdiocesano per la preparazione dei fidanzati al matrimonio, e nello stesso tempo si cerca di sperimentare «in vivo» una continua ricerca su forme, modi, mezzi da utilizzare in questo delicato lavoro.
La struttura è un ex studentato dei Padri della Sacra Famiglia del Berthier.
È proprio uno di questi padri, p. Francesco Pellizzer, promuove ormai da parecchi anni questa attività in collaborazione con una decina di coppie di sposi appartenenti appunto alle diverse diocesi. (Altri fidanzati vengono seguiti «fuori programma» in piccoli gruppi di tre-quattro coppie per volta durante tutto il corso dell'anno).
Gli incontri si susseguono da gennaio a maggio con frequenza quindicinale e vi partecipano ogni anno non meno di cinquanta coppie di fidanzati.
Gli incontri hanno luogo nel pomeriggio delle domeniche dalle ore 14.30 fino alle 19.00 e la presenza dei giovani si rivela molto assidua nonostante gli impegni lavorativi e sociali. In uno di questi incontri, a metà itinerario, viene richiesta la presenza fin dal mattino, con pranzo assieme, in modo da dare spazio alla verifica ed alla maggior integrazione-conoscenza tra i fidanzati stessi e con le coppie conduttrici (meglio sarebbe dire «coppie che affiancano» i ragazzi nel loro percorso formativo).
Metodologia
Una lunga e paziente riflessione tra le coppie che collaborano e il p. Francesco ha sviluppato alcune linee metodologiche. Tenteremo sinteticamente di accennarne alcune senza la pretesa di poter sviluppare adeguatamente l'argomento. Speriamo soltanto che si riesca a coglierne lo spirito. Alcuni punti condivisi che sottendono a questa attività pastorale sono:
la convinzione che la Chiesa ha bisogno di camminare con due gambe per non essere zoppa. Le sue due gambe sono i due sacramenti dell'Ordine Sacro e del Matrimonio e perciò i due relativi ministeri;
che è specifico delle famiglie (figli compresi), proprio in funzione del loro ministero, iniziare i giovani alla bella ma difficile avventura del matrimonio. (Per inciso, in qualche occasione sono presenti anche i figli sia piccolissimi che più grandicelli, addirittura adolescenti, e succede che i fidanzati facciano delle domande in pubblico a questi ultimi, e che le loro semplici e spontanee battute risultino di grande incisività);
che si tratta di un cammino di fede, ossia per chi intende fare un matrimonio religioso, senza peraltro escludere nessuno. Tuttavia il tentativo è di trasmettere un messaggio strettamente agganciato alla vita, non soltanto semplici conoscenze ed alti «voli» che poco hanno a che fare con l'impatto della quotidianità;
si è coscienti della cultura «visiva» del nostro tempo e pertanto si è attenti ad un buon uso di materiale adatto, cartaceo e non. L'uso dei «segni» si è rivelato di importanza fondamentale per la trasmissione dei messaggi. Si tratta del modo di preparare l'ambiente, di disegni e scritte, di atteggiamenti ed esercizi, di canti e formule di preghiera, ecc.;
che è di fondamentale importanza il coinvolgimento attivo dei partecipanti;
che infine una serie di incontri non può di certo esaurire la preparazione di una coppia e tanto meno rappresentare una vaccinazione per il lungo e complesso cammino matrimoniale. Perciò si tratta di «innamorare» gli innamorati, come qualcuno preferisce chiamarli, alla continua ricerca e ad un cammino permanente.
Lo spazio non ci permette di considerare altre cose se pur di grande rilevanza.
Giornata tipo
La scansione della giornata nelle sue parti fondamentali, tralasciando particolari e contorni anche se risultano spesso di grande efficacia accogliente, si svolge come segue:
ANNUNCIO (tenuto da persona/coppia preparata):
biblico. Vengono presentate coppie bibliche con lettura meditata del testo e spunti di lettura del quotidiano. I brani biblici sono stati scelti in modo da affiancare il più possibile l'argomento del giorno;
umano-cristiano. Varie argomentazioni che sviluppano il tema dell' amore a «modulo» su due proiezioni: lo sviluppo tematico e l'approfondimento.
(Solo come sussidio d'appoggio-consultazione si usa il testo Dio ci chiama a l' amore edito da Elledici).
LAVORO PERSONALE.
Attraverso test, brevi tratti di vissuto, messaggi da completare... viene lasciato il tempo ad ogni singola persona per riflettere, interrogarsi, cercare risposte...
LAVORO DI COPPIA.
Un certo tempo viene dedicato al Confronto a due, magari proprio sui dubbi e sulle risposte, spesso divergenti, suscitate dal materiale consegnato che è stato oggetto di riflessione della persona da sola. Non è raro assistere a discussioni di una certa vivacità pur sottovoce per non esporsi troppo a sguardi indiscreti.
STACCO.
A questo punto è stato inserito a proposito un momento di break. È un tempo per staccare, per scambiare qualche parola con amici, per fare qualche conoscenza... per permettere a un ragazzo di dire scherzosamente ad un altro ragazzo, indicando la propria fidanzata: «Questa... non capisce niente!». «Neppure la mia!», e viceversa. Ossia è quel momento che allarga la visuale del panorama della propria vita altrimenti troppo miope e chiuso dentro un rapporto di coppia troppo ristretto e povero. A questo punto si è pronti per l’ora successiva.
LAVORO DI GRUPPO
Svolto secondo le buone regole classiche. Ogni coppia di sposi fa da riferimento per cinque o sei coppie di fidanzati.
È questo il momento importantissimo della presa di coscienza, della conferma / disconferma delle proprie idee, del confronto e comunque dell'assimilazione- completamento dei messaggi.
Nell' incontro finale viene inserita la celebrazione della santa messa animata dai ragazzi stessi in vario modo e con una paraliturgia di «Promessa di Fidanzamento». La promessa di prendersi cura dell' altro per poter camminare davvero verso il matrimonio.
È soltanto un tentativo di ricerca di un linguaggio nuovo per poter portare a queste nuove generazioni «la buona notizia, il lieto annuncio» che dà sapore alla vita.
Valeria e Tony Piccin
CENTRO GIOVANI COPPIE SAN FEDELE – MILANO
CENTRO GIOVANI COPPIE SAN FEDELE – MILANO
Dal novembre 1994 opera in San Fedele, a Milano, il Centro Giovani Coppie che dal febbraio 1999 si è costituito in Associazione di volontariato.
Il Centro è nato grazie all'intuizione e all'iniziativa di un gruppo di laici animato da padre Giovanni Ballis, allora parroco di San Fedele.
Le premesse culturali
In un periodo in cui l'interesse nei confronti della famiglia si focalizzava su adolescenti e anziani, il gruppo individuava nella coppia, e in particolare nella giovane coppia, l'anello fragile delle trasformazioni socio-culturali emergenti. È iniziato così un lavoro di riflessione, di ricerca e progettazione da parte dell'équipe dei volontari del Centro per conoscere, comprendere e analizzare la realtà e i bisogni delle giovani coppie in un periodo di cambiamento sociale che per definizione sconvolge equilibri preesistenti.
La spinta all'individualismo, alla competizione e alla produttività insita nel cambiamento socio-culturale intacca alle radici ogni tipo di relazione interpersonale, minando ne il senso ultimo, la «relazione con l'altro». D'altro lato, assistiamo all'emergere di un bisogno sempre più cosciente di «soggettività», del dovere-diritto di scelte personali soprattutto nell' esperienza dell' amore.
In questa situazione di incertezza, di crisi e quindi di ricerca, il Centro Giovani Coppie ritiene che la prima esigenza consista nel distinguere gli aspetti essenziali dell' essere coppia e del matrimonio da quelli legati ad una particolare cultura e tradizione. Si tratta di una riscoperta dell'essenziale nell'incontro tra uomo e donna, cioè di ciò che rende la relazione intima autentica e progettuale.
Nel costruire il proprio progetto di vita, le giovani coppie dovrebbero trovare il modo di coniugare ciò che è essenziale e significativo con quei valori culturali e religiosi presenti in questa nostra società complessa, ma ricca di stimoli positivi per vivere in modo nuovo, più consapevole e creativo la propria vita di coppia e di famiglia.
All'interno di questa riflessione culturale, con attenzione ecumenica alle varie culture e religioni, il Centro Giovani Coppie offre a tutti coloro che lo desiderano un luogo di riflessione, di confronto, di ricerca, di incontro e di amicizia.
Le nostre proposte
Siamo convinti che non sia possibile vivere da persone consapevoli nell'attuale società complessa, plurali sta e in continua trasformazione, senza una seria riflessione culturale: per questo ci impegniamo ad accompagnare le coppie in una lettura critica della storia attuale.
Per capire quali sono le idee, i valori e i problemi che muovono tanti uomini e donne impegnati nel costruire una coppia e una famiglia proponiamo ogni anno un ciclo di conferenze su tematiche significative (la comunicazione, i rapporti con la famiglia d'origine, il conflitto...), conferenze che vedono la partecipazione costante e vivace di circa 150 persone.
Le relazioni più significative degli ultimi anni sono state raccolte in due quaderni (dal titolo: Matrimonio: rifugio o progetto?) e in una pubblicazione: Camminarti accanto dalla spontaneità al progetto, edita dalla casa editrice Ancora, Milano, nel 1997 , così da poter essere opportunità e momento di riflessione per tutti coloro che lo desiderano.
I gruppi giovani coppie
Le nuove famiglie sono caratterizzate da una particolare e crediamo dannosa tendenza all'isolamento e alla chiusura che riteniamo sia una delle cause principali di disagio e crisi familiare. Quando una giovane coppia affronta i primi problemi della sua vita insieme, i primi conflitti importanti, i rapporti non sempre semplici con la famiglia d'origine, l'organizzazione dei tempi e dei ruoli di ognuno, si ritrova sola e impreparata. Spesso l'isolamento, la mancanza di confronto e di condivisione fanno sì che i problemi si «incancreniscano» e vengano vissuti in modo drammatico diventando fonte di grosso disagio. Per questo promuoviamo la formazione di piccoli gruppi di giovani coppie che si incontrano periodicamente con la guida di un conduttore (sacerdote o laico) che ne facilita il confronto e la condivisione.
Riteniamo inoltre importante che i gruppi mantengano, ove possibile, un rapporto con la propria Comunità di abitazione o di elezione in modo da non isolarsi e da trovare una realtà più vasta nella quale inserirsi.
I gruppi possono perciò avere caratteristiche e metodi diversi: alcuni privilegiano la riflessione sul rapporto di coppia e l'educazione dei figli, altri temi di carattere culturale con riferimento ad un libro o ad articoli di riviste e giornali, altri ancora temi di carattere spirituale con riferimento ai testi sacri, sempre però in ordine alle esperienze di vita personale, familiare e sociale.
I corsi per animatori di gruppi
Abbiamo constatato che la crescita numerica dei gruppi di giovani coppie è ritardata, in varie situazioni locali, dalla carenza di sacerdoti disponibili ad occuparsi della conduzione di gruppi e dalle difficoltà dei laici disponibili che vorrebbero passare da una conduzione di tipo istintivo, guidata dal buon senso, ad una conduzione più consapevole ed intenzionale.
Il Centro ha proposto perciò corsi di formazione rivolti a quanti, sacerdoti o laici, hanno responsabilità di animazione e conduzione di gruppi, consci che la conduzione (intesa come facilitazione dei processi di comunicazione, elaborazione, apprendimento che nei gruppi si realizzano) riveste un' importanza centrale per il successo di iniziative di questo tipo, perché aiuta i gruppi a focalizzarsi più rapidamente e a conseguire in modo più consapevole i propri obiettivi.
Obiettivo di tali percorsi è stato di fornire gli strumenti necessari per facilitare consapevolmente la comunicazione, lo scambio, la riflessione e l'apprendimento.
I corsi, tenuti da un formatore e da una psicologa, entrambi collaboratori del Centro, sono ormai giunti alla quarta edizione, dal 1999 al 2002, e sono circa ottanta le persone che hanno terminato il training. Queste persone provengono da differenti ambiti della realtà ecclesiale milanese.
«Aiutarsi ad aiutare». Un lavoro di rete
Nell'anno 1998/1999 il Centro ha organizzato, in collaborazione con la cooperativa COMIN (Comunità minori) una serie di incontri con l'intento di realizzare una rete di famiglie disposte ad «aiutarsi ad aiutare» le famiglie in difficoltà.
Questo gruppo ha seguito un processo di formazione con esperti, psicologi, assistenti sociali e famiglie affidatarie per capire se e come donare parti di se stessi a bambini che hanno bisogno di aiuto al fine di realizzare una «rete» tra famiglie interessate all' affido.
Dall'esperienza è nata la rete Pàzol, autonoma associazione di volontariato dal 1992.
«Una strada per la coppia»
Nell'esperienza dei piccoli gruppi di giovani coppie, che il Centro sviluppa da anni, emerge con chiarezza che il tema della relazione di coppia è fondante per la crescita e l'equilibrato sviluppo dei figli e, più in generale, per una vita familiare e sociale armonica.
La qualità della relazione di coppia è cioè in realtà il fattore critico e decisivo per il «successo» del sistema famiglia: spesso si fa strada la tentazione di liquidare superficialmente il problema con un approccio «volontaristico» (“Basta voler andare d'accordo...”) o falsamente «concreto» (“Quel che conta è fare ogni giorno quello che va fatto... In fondo, l'importante è il benessere dei figli...”)... salvo esprimere meraviglia o costernazione di fronte alla breve durata di molti rapporti di coppia.
Esiste però un' esigenza, minoritaria ma ben avvertibile, di sviluppare un lavoro più «mirato» sulla relazione di coppia e sulle sue componenti comunicative, allo scopo esplicito di migliorare intenzionalmente la qualità della relazione stessa.
A quest' esigenza abbiamo voluto dare una risposta proponendo un progetto pilota, denominato «Dna strada per la coppia»: un itinerario strutturato su dieci incontri di tre ore, integrati da momenti di riflessione autonoma da parte delle coppie, guidata da appositi strumenti. La proposta (realizzata nel 2002 grazie alla sovvenzione della Regione Lombardia) è stata rivolta a una decina di coppie che avevano necessità/interesse a migliorare la qualità della loro relazione, attraverso attività di condivisione, ricerca, sperimentazione, riflessione, apprendimento.
La positività di questa esperienza formativa ci ha ulteriormente convinti dell'importanza del «gruppo» come strumento di crescita per la coppia e di prevenzione al disagio familiare.
Uno sportello di ascolto
Inoltre il nostro Centro riceve un numero sempre maggiore di richieste di ascolto da parte di coppie che, pur senza essere portatrici di vere e proprie patologie della relazione, vivono la necessità di confrontarsi con un «terzo esterno» sui loro specifici disagi. Per questo intendiamo rispondere a queste esigenze creando uno «sportello di ascolto»: uno spazio neutro che consenta alle coppie una prima elaborazione del loro vissuto problematico e che sia in grado di indirizzarle verso una tipologia articolata di gruppi di «auto-aiuto». Prevediamo cioè gruppi «tematici» (sulla comunicazione, sul conflitto, sulle tematiche educative) all'interno dei quali le coppie approfondiscano l'analisi del loro problema, lo confrontino con problematiche analoghe vissute da altre coppie e ne condividano le speranze, le difficoltà, la fatica e i successi nella ricerca delle soluzioni.
Per realizzare questo progetto è in atto un percorso formativo interno.
Per concludere...
Le iniziative e i progetti che l'équipe del Centro elabora e custodisce sono l'espressione e la testimonianza della nostra personale e comune esperienza di come la relazione con l'altro sia la sola strada, difficile e meravigliosa insieme, verso la scoperta di sé e dell' altro. Strada che apre all'intuizione del mistero di un ALTRO da noi che ci dà senso e fiducia.
Paola Bassani
Da “Famiglia Domani” 4/2003Iscriviti alla Newsletter per ricevere i nostri "Percorsi Tematici" e restare aggiornato sui migliori contenuti del nostro sito
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