Henri Le Saux (1910 – 1973)
Henri Le Saux (che assunse il nome indiano dì Abhishiktananda) morì nel 1973, dopo aver vissuto una vita in gran parte nascosta, alla ricerca continua di punti di contatto sia tra la spiritualità indiana e cristiana, sia tra l'antica tradizione monastica indiana e la tradizione dei padri cristiani del deserto, da un lato e l'odierna ricerca di nuove forme di vita religiosa dall'altro.
Teofane il Recluso (1815-1894)
Nel 1866 Teofane mandò al santo sinodo una richiesta con la quale pregava di essere esonerato dall’incarico. Chiese di potersi trasferire nel monastero di Vysen. Questa volta il suo desiderio trovò ascolto. Il vescovo partì per quel luogo isolato che aveva imparato ad amare durante una visita pastorale.
Dag Hammarskjöld (1905 – 1961)
Che la sua morte fosse associata un’eredità religiosa singolare, in un tempo senza religione, non lo sapevano neanche gli amici più intimi. Anzi, si stentò a credere al rinvenimento, tra gli scritti di Hammarskjöld nella sua abitazione di New York, di un piccolo manoscritto destinato alla stampa.
Friedrich Christoph Oetinger (1702-1782)
Siamo bene informati sulla vita di Oetinger. Dobbiamo questa conoscenza soprattutto alla sua autobiografia, composta da lui sessantenne con il titolo significativo di Genealogia dei pensieri veri di un erudito nelle cose di Dio.
Gerhard Tersteegen (1697-1796)
All’interno della chiesa riformata, ma ai margini di essa, Tersteegen fu formato spiritualmente in un periodo sorprendentemente inquieto, vivace, in cui la pietà del singolo valeva più del legame con la chiesa e in cui - certamente anche a causa della guerra dei trent’anni - ciò che era genuinamente cristiano risaltava più che gli aspetti specificamente confessionali.
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