Nella prova del digiuno è più importante il significato spirituale rispetto a quello materiale, per il fatto che l'uomo obbedisce a un ordine divino. Egli impara a tenere sotto controllo i suoi desideri fisici e supera la sua natura umana.
Evocare il filosofo buddista Nagarjuna potrebbe essere una sfida. Come parlare di un uomo di cui non si conoscono le date di nascita e di morte, a malapena il periodo in cui è vissuto?
Conoscere implica un processo in cui il soggetto conoscente e l'oggetto conosciuto si trovano insieme. L'unità e la diversità dei due momenti devono essere integrate.
Si può riconoscere al politeismo una relativa tolleranza, dovuta a tre fattori: raramente è proselitista, non esige una fede esclusiva ed è cosciente dei limiti di ciascuno degli dei.
Devo dire che il mio metodo è quello di cercare il messaggio sotto il messaggio; in altre parole, il contenuto nascosto della lettera che Dio ci ha scritto. Dalla montagna della Trasfigurazione si può sentire uno dei più importanti annunzi della Scrittura.
Il silenzio dei morti pesa sui vivi. Tuttavia, da Cristo in poi la morte è cristiana, non è più un intruso, ma la grande iniziatrice.
Le questioni del pluralismo religioso, delle relazioni tra le diverse comunità religiose e dei loro rapporti con lo Stato e nella società non sono solo temi d'interesse ecclesiale, ma interessano la società civile e le istituzioni, che sono chiamate a occuparsene.
Impariamo l’amore, non attraverso dei sillogismi, delle riflessioni, l’analisi, ma con l’imitazione di questo modo di vivere realizzato da Dio. Proviamo a realizzare lo stesso modo di vivere.
Il concetto di teologia in Tillich è abbastanza elastico nel senso che viene adoperato ogni volta che si pone il problema del significato. Quando ci si interroga sul senso definitivo della realtà si fa della teologia.
Se la felicità, indissociabile dalla disgrazia nel giudaismo, dipende prima di tutto da Dio, non deve nulla al caso perché rimane intimamente legata al libero arbitrio dell'uomo e alla sua religiosità. Così la gioia è la conditio sine qua non della pietà tanto quanto il frutto della ricompensa divina che essa può suscitare.