Esperienze Formative

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Mercoledì, 02 Maggio 2007 01:35

Il bisogno di formazione

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Imparare a formarsi:

Il "bisogno" di formazione

 

 

Una comunità che vuole essere fedele al Vangelo, deve essere sempre attenta ai cambiamenti, non per moda, ma per coerenza con il nostro voler essere cristiani. Quindi non dobbiamo lasciarci prendere dall'angoscia per lo stress “da cambiamento” e neanche dal “si è sempre fatto così”.

La nostra vita deve essere fondata su una costante, serena, e fiduciosa risposta a domande di questo tipo: chi sono? cosa vuole Dio da me? cosa devo fare? quanto ho fatto era “il meglio” possibile?

Se, sì, la nostra comunità si è sicuramente posta il problema: siamo preparati e aggiornati in campo umano e religioso?

Anche noi ci siamo posti queste domande, e attingendo dalle moderne tecniche abbiamo stilato una scaletta operativa:

  • organizzare un incontro di 5 persone, massimo 10, che conoscono e/o operano nel campo che vogliamo approfondire.
  • chiedere loro di liberare la propria fantasia parlando liberamente e senza condizionamenti di tipo anagrafico/ gerarchico/sociale/ecc., ogni intervento ha la finalità di stimolare quello successivo, non di essere la soluzione ideale cercata. (tecnicamente questo metodo viene detto “Brain storming”).
  • ritrovarsi nuovamente per ordinare gli spunti emersi, nel primo incontro, definire la loro priorità e fattibilità e, quindi, stilare una scaletta dei “bisogni” della nostra comunità ai quali è realistico poter dare una risposta percorrendo anche strade nuove (i tecnici lo definiscono “brief”).

I nostri incontri avevano evidenziato che:

- la formazione era un problema vitale,

- è sempre più difficile realizzarla per piccoli gruppi a causa della carenza di docenti,

- le “nuove” persone che entrano nella comunità rischiano di non poter fare formazione, su temi essenziali, perché sono poche rispetto a quelle “vecchie”, che l'hanno già fatta. Ciò crea

degli squilibri nella comunità.

 

Abbiamo quindi fatto un “brain storming” che aveva una marcia in più, rispetto alle “nuove tecniche”, .... perché è stato preceduto e concluso con una preghiera allo Spirito Santo.

Le conclusioni (“brief”) sono state le seguenti:

 

BRIEF SULLA FORMAZIONE


FORMAZIONE

Non fine a se stessa.

Non volta a gratificare docenti e discenti, ma

opportunità di crescita umana e spirituale, mirata sui bisogni delle persone e delle comunità.

La formazione, se ha questo fine, non può che essere PERMANENTE!

ed un tema importante non può essere riproposto ad una comunità solo dopo 10- 15 anni!

 

I DESTINATARI

 

Tutto il popolo di Dio. C'è solo da decidere le priorità!

Per chi inizia un “cammino”, per chi è già in “viaggio”

 

TIPO DI CORSO

Non Corsi universitari , né Corsi tipo quelli dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose (anche se possibili)

Ma Corsi per operatori pastorali e per chi nella comunità vuole “crescere” (l'utenza è molto ampia e l'attesa è grande)

Corsi che:

possano coinvolgere tanti piccoli gruppi di persone

siano realizzabili e ripetibili con molta elasticità e limitato dispendio di risorse

prevedano lezioni frontali, ma anche la possibilità di un costante dialogo col docente e tra i discenti,

siano occasione d'incontro nella chiesa locale e con quella allargata (U.P., Diocesi, ecc)

 

        SUO LIVELLO

Il contenuto deve essere impegnativo, ma il linguaggio comprensibile.

 

        SUA STRUTTURA

Pensato per piccoli gruppi (10-15 persone)

Da tenersi nella propria comunità (Parrocchia, U.P., gruppo pastorale, in casa), dove è nata la richiesta

Possibilità di relazionarsi con il docente e con gli altri gruppi

Prevedere momenti di incontro con gli altri gruppi, prima e/o durante e/o dopo il corso, sotto la guida del docente

Prevedere al termine del ciclo un momento di revisione dei contenuti e della forma

Il materiale didattico dovrà poter essere facilmente aggiornato per poterlo riutilizzare nel giro di pochi mesi o di pochi anni

 

        LE REALTÀ LOCALI

La formazione deve passare attraverso l'attiva partecipazione del sacerdote di riferimento e della comunità locale.

Deve avere un calendario elastico che consenta di non condizionare le altre attività della comunità.

 

IMPIEGO DELLE RISORSE

 

Ottenere il massimo risultato, col minimo impiego delle risorse disponibili

 

Ridurre drasticamente:

- gli spostamenti di docenti e discenti

- i costi per saloni, luce, trasporti, ecc.

- i disagi per gli spostamenti invernali

 

Utilizzare materiale didattico e presentazioni di corsi già realizzati in altre sedi dal docente (università, seminari, ecc.)

Utilizzare lezioni tenute da altri, ma che il docente commenta usandole come materiale didattico

Possibilità di aggiornare e adattare il suddetto materiale didattico e le presentazioni ai bisogni dei nuovi discenti,

Gestire il materiale disponibile in modo tale che possa essere rivisto ed aggiornato, per un riutilizzo, da parte del Relatore.

 

 

 

Letto 3150 volte Ultima modifica il Venerdì, 29 Gennaio 2010 17:50

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