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Domenica, 14 Gennaio 2024 16:39

II domenica Tempo Ordinario. Anno B

 

II domenica Tempo Ordinario. Anno B

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura 1 Sam 3, 3b-10. 19

Dal primo libro di Samuèle

In quei giorni, Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio.
Allora il Signore chiamò: «Samuèle!» ed egli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire.
Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuèle!»; Samuèle si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuèle fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore.
Il Signore tornò a chiamare: «Samuèle!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuèle: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta"». Samuèle andò a dormire al suo posto.
Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: Samuèle, Samuèle!». Samuèle rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».
Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 39

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

Seconda Lettura 1 Cor 6, 13c-15, 17-20

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, il corpo non è per l'impurità, ma per il Signo­re, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall'impurità! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all'impu­rità, pecca contro il proprio corpo.
Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!

Canto al Vangelo Gv 1,41.17b

Alleluia, alleluia.

«Abbiamo trovato il Messia»:
la grazia e la verità vennero per mezzo di lui.

Alleluia.

Vangelo Gv 1,35-42

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbi - che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui: erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro.

OMELIA


Gv 1, 35-42 I discepoli domandano a Gesù: ‘Dove stai di casa?’. E lui risponde: ‘Venite e vedrete’. Alla domanda ‘dove stai di casa perché così possiamo trovarti, prendere, comprendere?’, la risposta ‘fate in voi esperienza di me. Son sempre stato lì. Vivete il distacco dalle vostre attese e dai vostri desideri, e così saprete chi sono’.

E sarà questa un’esperienza che lascerà il segno: «Erano circa le quattro del pomeriggio» (v. 39), l’ora in cui si cessava di lavorare nei campi, l’ora del riposo.

Il Dio che il nostro cuore desidera e cerca, verrà esperito nel momento in cui si smetterà di cercarlo e ‘lavorare’ per lui.

Cessato di affannarsi per lui, di voler compiere la sua volontà, di compiacerlo, di desiderarlo, solo allora se ne farà esperienza. Morto il mio piccolo dio, il Senza Nome comincerà ad essere il Vivente. Quando saranno interdette tutte le scale verso il ‘cielo’, ci si sperimenterà semplicemente parte di lui.

Conoscere Dio significherà dunque non conoscerlo: «La suprema conoscenza di Dio è conoscere Dio come sconosciuto» (Tommaso d’Aquino).

Che la nostra vita sia un abitare in silenzio ‘le quattro del pomeriggio’. Vivere un ‘riposo’ come sapersi già nel Tutto, da sempre. E lì vivere la fucina della trasformazione.

Dopo l’esperienza di lui infatti Andrea incontra Simone suo fratello (v. 41): riconosciutici parte del Tutto, si può cominciare a ricostituire ciò che era frantumato da sempre, la fraternità, infranta quando Caino uccise Abele. Ma non solo. Simone, perché ritrovato finalmente sé stesso come parte del Tutto, e perché ristabilita l’unità fraterna può riceve il nome nuovo, Pietro: «Tu sarai chiamato Cefa» (v. 42). Scoperto il nostro Sé autentico, e ristabilita la fraternità scopriremo finalmente il nostro vero nome.

Paolo Scquizzato

 

 

prof. Dario Vota

 

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Martedì, 19 Maggio 2020 17:59

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del prof. Dario Vota


 

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Anno C

Omelia di Don Paolo Scquizzato,

Prima lettura: 2mac 7,1-2.9-14

1 Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. 2Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».

9Giunto all'ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell'universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
10Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, 11dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». 12Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
13Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. 14Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».

Salmo: 16

Rit.: Dal tuo volto venga per me il giudizio.

Alleluia, Alleluia, Alleluia.


Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c'è inganno.
Rit.

5 Tieni saldi i miei passi sulle tue vie

e i miei piedi non vacilleranno.

6 Io t'invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l'orecchio, ascolta le mie parole, Rit.

8 Custodiscimi come pupilla degli occhi,

all'ombra delle tue ali nascondimi,

io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine. Rit.

Seconda lettura: 2Ts 2,16-17.3,1-5

16E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, 17conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.

1 Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, 2e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. 3Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.
4Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. 5Il Signore guidi i vostri cuori all'amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

Canto del Vangelo: Ap 1,5a.6b

Alleluia, alleluia!

Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti ,

a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Alleluia!

Vangelo: Lc 20,27-38

Gli si avvicinarono alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

OMELIA

 

Stando al testo appena letto, pare che l’idea di risurrezione di questa setta religiosa del tempo di Gesù, i sadducei – e di molti cristiani oggi – fosse quella di una semplice rianimazione di cadavere, poter vivere, dopo la morte, una seconda chance. La grande novità apportata da Gesù, è l’invito a pensare invece la risurrezione non come qualcosa che riguarderà l’aldilà della vita, ma l’aldiquà della morte.
Gesù di Nazareth, ha narrato che il suo Dio è quello del roveto ardente del Sinai, che non volendo rivelare a Mosè il suo nome (cfr. Es 3, 14), lo invita piuttosto ad andare a liberare i propri fratelli dall’oppressione egiziana. In quell’atto farà esperienza dell’essenza di Dio. L’autentico nome di Dio infatti è quello di ‘liberatore’. Gesù ribadisce in questo modo che Dio non è il Dio che si preoccupa dei morti, ma dei vivi e soprattutto dei disgraziati, dei prigionieri, dei poveri, degli ultimi. Il nostro Dio è solo il Dio della vita e dei viventi, tra i quali Abramo, Isacco e Giacobbe, che sicuramente son morti ma che Gesù considera viventi, e quindi già risorti!
«Quelli che sono giudicati degni della vita futura… non possono più morire» (vv. 35s.). Interessante, Gesù sta prospettando una possibilità, una modalità di vita che permetterà di non morire più. E qual è concretamente? Vivere già ora da risorti, e dal Vangelo sappiamo che vive da risorto chi fa coincidere la propria vita (il proprio nome) con l’azione di liberazione (risurrezione) dei fratelli oppressi da una vita diminuita. Chi vive ‘risuscitando a vita piena’ i fratelli, è già risorto!
«Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni» (Mt 10, 8): è questo il grande invito missionario di Gesù ai suoi, che se vissuto fa sperimentare una vita che non conoscerà la morte. «Noi sappiamo che siamo passati – già ora, adesso, in questa vita – dalla morte alla vita [quindi risorti], perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte» (1Gv 3, 14).
Dunque ai sadducei di ieri e di oggi, i quali immaginano la risurrezione come un qualcosa che verrà dopo la morte, egli ripete «voi siete in grave errore» (Mc 12, 27).
I cristiani delle prime comunità, non si ponevano affatto il problema se e come sarebbero risorti, ma come poter vivere da viventi in questa vita, qui ed ora. Chi vive adesso da amante della fecondità dell’altro, da liberatore, la morte biologica non lo toccherà se non nel corpo che si dissolverà in polvere, ma per il resto la sua persona, la via, continuerà per sempre.
«Gesù disse: “Sapete perché quel viaggiatore porta con sé un agnello? Tra l’altro non lo può cavalcare e ad ogni dogana deve pagare il dazio. Lo porta, perché, quando sarà affamato, lo ucciderà e se lo mangerà”. Gesù sorrise e aggiunse: “Certo non potrà mangiarlo quando è vivo. Prima lo ucciderà e poi lo mangerà. Anche voi potete essere come quell’agnello, che può essere mangiato soltanto quando è già cadavere. Vincete la paura per non diventare cadaveri. Finché sarete vivi, la morte non vi potrà toccare. Nessuno potrà mangiarvi. Se la morte vi trova vivi, non vi toccherà”» (Vangelo di Tommaso).

 

CAMMINO DELLA SETTIMANA

  • Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri

  • "quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, .... sono figli di Dio."

Buon cammino!!

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