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Giovedì, 30 Dicembre 2004 20:21

Famiglie ricostituite

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 Famiglie ricostituite

Separazione e divorzio, dunque, stanno alternando il quadro abbastanza statico delle forme familiari nel nostro Paese. Anche la famiglia ricostituita si presenta come esempio atipico del vivere insieme, in cui gli usuali modi di fare, intendere e costruire una famiglia vengono meno. Essa viene solitamente definita come costituita da due persone provenienti entrambe o una sola da un altro matrimonio che vivono insieme ai figli nati da questo precedente matrimonio e talvolta ai figli nati dal nuovo matrimonio; comunque alcuni studiosi hanno proposto di far rientrare tra queste famiglie anche le coppie non sposate che vivono con almeno un figlio di uno solo dei partner.

Incertezze nei confini, nei termini da utilizzare, nei ruoli assunti sono tre dei tratti caratteristici di questo tipo di famiglia. Per i figli un tempo le seconde nozze di un genitore significavano sostituire un nuovo genitore a quello scomparso; adesso la ricomposizione della famiglia vuol dire aggiungere ai genitori biologici, che rimangono, uno o due nuovi genitori "sociali" o "acquisiti", oltre ad eventuali "quasi fratelli" o "quasi sorelle" e a una nuova parentela. Le conseguenze di una situazione di questo tipo, si esplicano comunque su diversi soggetti: figli, adulti e parentela estesa e sono anche di diverso tipo, complessificando il versante relazionale - comportamentale ed anche economico, giuridico oltre che demografico.

A livello sociale, però, non vi è stato un riconoscimento della presenza di questa realtà familiare, rimasta a tutt'oggi ancora in ombra. Le famiglie ricostituite rilevate nel nostro Paese a metà degli anni '90, rappresentano i14,1 % delle coppie e risultano in leggero aumento rispetto alle stime precedenti. L'incidenza e la presenza di queste è abbastanza contenuta, poiché le persone che sciolgono un'unione in età giovanile e adulta, cioè in una fase della vita in cui è più probabile costituire una seconda unione, sono in numero abbastanza limitato. Inoltre, la ricostituzione di una coppia è molto più frequente per i separati e divorziati che non per i vedovi ed è soprattutto l'uomo a rifarsi una vita più che la donna.

Naturalmente, i gradi di complessità di queste famiglie possono essere maggiori o minori: le più semplici sono quelle in cui uno solo dei coniugi o dei partner ha un matrimonio o una convivenza alle spalle da cui non sono nati figli; le più complesse sono quelle in cui entrambi hanno avuto da una precedente unione dei figli che vivono attualmente con loro e a cui se ne aggiungono altri nati dalla seconda.

La famiglia ricostituita può essere vista come una risorsa affettiva e relazionale: quando ci sono figli del precedente matrimonio, la seconda unione di uno dei genitori può a11argare di molto la rete delle relazioni familiari intorno ad essi. Se i rapporti col genitore non convivente si sono allentati, il loro indebolimento può essere almeno in parte compensato da una nuova rete di parentela. E quando i figli mantengono i rapporti con il genitore non affidatario e la sua famiglia, il complesso delle relazioni familiari si allarga ancor di più creando una rete di solidarietà familiare molto densa ed estesa. Ma l'introduzione di queste nuove relazioni può causare anche non pochi problemi e rendere molto difficile la vita di genitori e figli. Innanzitutto la stessa definizione di famiglia e i suoi confini diventano molto più incerti e ambigui. Inoltre, la difficoltà a stabilire il ruolo di genitore acquisito è la manifestazione di relazioni spesso problematiche sotto il profilo psicologico e affettivo. I primi anni di vita di una famiglia ricostituita richiedono di solito molti sforzi da parte degli adulti per negoziare e creare un sistema equilibrato e coerente di molteplici relazioni all'interno e all'esterno del nucleo o dei nuclei coinvolti. Essi sono anche un difficile periodo di adattamento per i figli. La maggior parte di essi ha superato con successo ma faticosamente il trauma dell'uscita del padre dalla famiglia; l'arrivo del nuovo compagno della madre richiede un periodo più o meno lungo di ulteriore adattamento caratterizzato, a volte da sofferenza.

Sicuramente uno dei problemi maggiormente sentiti fra le famiglie ricostituite è quello della funzione educativa del genitore non biologico, il cui ruolo resta comunque flessibile e non sovrapponibile a quello del genitore naturale. Pur intervenendo diversi fattori (età dei bambini, eventuali fratelli acquisiti, assenza o presenza di contatti con l'altro papà...), le ricerche effettuate mostrano che aver inizialmente sviluppato una relazione amichevole con i figli del partner, lasciando la funzione educativa ai genitori biologici ed aver raggiunto un accordo con quest'ultimi su tale distinzioni di ruoli, porta all'instaurarsi di relazioni soddisfacenti tra le due parti (Mazzoni, 1995). Ancora più problematica della relazione col padre acquisito sembra essere quella con la madre acquisita, quando i figli sono affidati al padre (situazione abbastanza rara). In effetti, poiché di solito le madri non affidatarie sono molto più coinvolte nella vita dei loro figli di quanto lo siano i padri non affidatari, può svilupparsi tra le due "madri" una maggiore competizione.

Tra l'altro, alla mancanza di norme sociali cui fare riferimento per definire il ruolo del genitore acquisito corrisponde, in tutti i paesi occidentali, Italia compresa, una mancanza di norme giuridiche che ne stabiliscano diritti e doveri e, più in generale, che regolino in modo organico la vita di queste famiglie.

Quindi, sul piano giuridico la famiglia ricostituita è una sfida per il legislatore perché deve cercare di conciliare la genitorialità biologica e quella sociale, senza escludere alcuna delle due. Ma essa è soprattutto una sfida per gli individui coinvolti, perché i legami di genitorialità e di parentela sociale, a differenza di quelli biologici, esistono per volontà dei singoli e, di conseguenza, possono finire per mancanza di questa volontà; tali legami richiedono, infatti, una continua attenzione e una cura particolare per mantenersi (Zanatta, 1997).

Prof. Maurizio Andolfi 

Letto 3587 volte Ultima modifica il Domenica, 20 Febbraio 2005 18:12

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