Famiglia Giovani Anziani

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 126

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Mercoledì, 11 Gennaio 2012 18:43

Lezioni di vita affettiva. Affettività e innamoramento

Vota questo articolo
(5 Voti)
rami fioriti di mandorlo van fogh rami fioriti di mandorlo van fogh

c'è una grande differenza fra "innamoramento" e "amore". Questa distinzione è molto importante per la comprensione della natura di questa realtà, sia da un punto di vista esistenziale e pedagogico, sia della vita concreta e affettiva.

Tratto da : Lezioni di vita affettiva di Natalino Spaccapelo, 2006, Armando Editore.

 

È dunque necessario parlare specificatamente dell'innamoramento, questo particolare fenomeno della vita affettiva, in quattro sezioni:

1) il contesto affettivo dell'innamoramento: la relazione dunque dell'innamoramento con l'affettività generale di cui si è già parlato;

2) la descrizione del fenomeno dell'innamoramento: cercando per quanto è possibile di descriverlo, anche se è un fenomeno così radicale e primo, che è difficile dame una vera ed esaustiva descrizione;

3) la comprensione della natura dell'innamoramento: perché ci si innamora? Che cosa succede nella psiche e nell'affettività?;

4) il significato dell'innamoramento.

 

10.1 Contesto affettivo dell'innamoramento

È abbastanza ovvio che innamorarsi sia un fatto affettivo, uno degli avvenimenti tipici della vita affettiva, ma è necessario mettere in luce il ruolo che ha l'innamoramento nel contesto della vita affettiva sentimentale. Bisogna allora richiamare parti già dette, ma che adesso servono in modo più specifico: per es., l'affettività nei suoi due distinti ma inseparabili aspetti, già visti in "Formazione e sviluppo della vita affettiva":

 

a) L'affettività come capacità recettiva, cioè come capacità di ricevere e investire energia affettiva. L'innamoramento, dunque, sta dentro la dimensione recettiva dell'affettività, è collegato col bisogno radicale dell'essere umano di ricevere amore, ma bisognerà corregge l’uso del verbo "innamorarsi", che non è del tutto esatto: più che dire "sono innamorato di qualcuno", bisogna affermare più propriamente "sono innamorato da parte di qualcuno", cioè qualcuno ha avuto su di me un certo effetto, sentito come "essere innamorato". E’ da notare che "essere innamorati" è un verbo usato al passivo, e normalmente un verbo passivo si costruisce con preposizioni come “da”, e non “di”; questo deriva esattamente dalla mancanza di distinzione tra "innamoramento" ed "amore".

b) Anche di questa seconda considerazione si è già parlato: l'affettività, come qualsiasi altra realtà dell'individuo, passa da una situazione di indifferenziazione (quindi non diversificata) ad una situazione di differenziazione. L'affettività indifferenziata è quella del bambino all'inizio della sua vita, quando riceve affettività in modo generico da tutti e da tutto; lo stesso fattore "madre", da cui egli riceve all' inizio la totalità dell' affetto, cambia: passa dall' essere immerso nel liquido amniotico della mamma, ad essere immerso in un clima, in una densità affettiva che è il rapporto madre-figlio nel momento della nascita; e la crescita dell' amore consisterà proprio nella capacità di svolgere via via questa affettività in modi sempre più differenziati e coordinati. Nello sviluppo delle prime età dell'infanzia, una prima differenziazione è l'affetto paterno e materno, poi quello degli altri membri della famiglia, successivamente ulteriori differenziazioni avvengono a misura in cui l'individuo viene immesso nei diversi contesti sociali, e dunque con rapporti interpersonali diversi; questo via via con differenziazioni sempre maggiori, sempre più profonde, e con l'esigenza di coordinare tutte queste diverse forme di affettività. Si può dire dunque, e qui c'è una intuizione profonda proprio di Freud, che per il bambino maschio, per es., la madre all'inizio della vita realizzi la totalità dell'amore, perché quando lo stesso bambino sarà adulto, avrà bisogno della madre, della sposa, della figlia, ecc. Allo stesso modo l'affettività differenziata, in quanto capacità di investire energia affettiva, riguarda tutti i tipi di condotte: non c'è nessuna attività, in nessun settore della vita, nella quale il bambino non investa energia affettiva. L'affettività altro non è che l'energetica delle condotte, e si differenzia in modo sempre più specifico mano a mano che l'individuo cresce e ha bisogno di affetti sempre più qualificati.

 

Nello sviluppo c'è un momento particolare in cui l'affettività si differenzia: è un momento della vita dell'individuo in cui avvengono un insieme di trasformazioni organiche, somatiche, fisiologiche e psicologiche che vanno sotto il nome comune di “pubertà” o “pre-adolescenza”. In questo momento dello sviluppo personale avviene una differenziazione affettiva fondamentale, importantissima per la vita futura; si potrebbe dire che a partire dalla pre-adolescenza inizia l’ultima e fondamentale differenziazione tra l' affettività umana e quella sovrannaturale, comunemente chiamata "grazia".

A livello naturale, a partire dalla pre-adolescenza, c’è anche un’altra differenziazione affettiva, quella il cui significato è la complementarità dell'essere maschio e dell'essere femmina: comincia a costituirsi quella che può senz'altro essere chiamata "la personalità sessualmente determinata" (per personalità si intende la totalità degli aspetti della persona, che adesso acquista una determinazione e una specificazione "sessuale"; non c'è bisogno di ricordare che questo termine ha un significato molto più esteso di quello che oggi lascia intendere).

Il periodo della pubertà è molto variabile, e poiché ogni età è in funzione dello sviluppo precedente, non si può dire alla nascita quando sarà per un bambino il periodo della pre-adolescenza; il momento, la situazione, il passaggio è collegato a tutta la serie delle trasformazioni precedenti, affettive, cognitive, morali, ecc. Si può indicare come arco di tempo orientativo, un'età media tra i 9 e i 13 anni (inserendo anche gli episodi famosi, come per esempio quello di Dante che a 9 anni si era innamorato per la prima volta di Beatrice, e più di qualcuno può affermare che questo fatto può accadere). Ma considerando le differenze di sviluppo delle persone nelle diverse culture, nei diversi climi, nelle diverse condizioni ambientali, sociali, ecc., lo sviluppo umano è in funzione di molti e diversi aspetti.

La personalità sessualmente determinata inizia a costituirsi nel tempo della pre-adolescenza, e perché ciò avvenga occorrono fondamentalmente tre aspetti di un'unica differenziazione, che devono emergere e devono integrarsi tutti insieme, i quali formeranno l'adolescente.

 

l) Innanzitutto occorre una differenziazione genito-funzionale, non soltanto dal punto di vista organico, dunque genitale, ma anche dal punto di vista funzionale; e questo è un dato "naturale".

2) Si avvia una differenziazione psichica da notare che quanto più si sale da ciò che è organico a ciò che è psichico, tanto più entra il fattore tempo e il fattore educazione, cioè cultura, famiglia e società. Questo non vuol dire accorgersi della differenziazione genito-funzionale avvenuta, ma accettare la propria genitalità, cioè l'individuo stesso deve pensarsi ed accettarsi come un essere genitalmente e funzionalmente differenziato, e questo è più difficile ed esige normalmente un' educazione.

3) C'è poi una differenziazione affettiva: questa è anzitutto una conseguenza della differenziazione precedente. Se la femminuccia si accetta come funzionalmente e genitalmente differenziata, dovrebbe di conseguenza accettare l'altra differenziazione, che è la scoperta della diversità e della complementarità sessuale. Ma la differenziazione affettiva non è soltanto questo, è esattamente la capacità di ricevere un'energia affettiva proveniente specificatamente dall'altro sesso. Emerge una capacità differenziata conseguente e collegata alle altre due, nella misura in cui la scoperta della propria genitalità (che vuol dire in qualche modo l'accettazione dell'altra genitalità), fa emergere la disponibilità a "ricevere" dall'altra parte di umanità, dall'altro sesso.

 

All'inizio della formazione di questa "personalità sessualmente determinata" ci sono tutta una serie di fenomeni caratteristici a livello di sentimenti e di comportamenti: l'interesse, la curiosità, il desiderio di un modo nuovo di rapportarsi e anche di giocare (i "giochi sessuali", per es., hanno anzitutto la funzione di permettere questa fondamentale differenziazione della personalità sessualmente maschile e sessualmente femminile).

Da questo punto di vista, la strada è lunga e ardua per arrivare al termine dell'adolescenza, intorno ai 18-20 anni; anche se quando si affrontano questi argomenti, si pensa alla maturità come a qualcosa di "escatologico", che avverrà alla fine dei tempi.

Ecco dunque cos' è l'affettività differenziata: lungo il processo di differenziazione, che incomincia praticamente all'inizio della vita dell'individuo, c'è un momento importante, la pubertà, in cui per un insieme di fattori prende l'avvio un fatto fondamentale nella vita dell'uomo, che è la costituzione della personalità determinata, diversificata sessualmente. Logicamente la facilità, relativa si intende, con cui emerge questa tappa fondamentale della vita, e con cui vengono costituiti questi tre elementi che concorrono a costituire la personalità sessualmente determinata, dipende da tantissime situazioni e da tutta la vita precedente. Come è stato sempre sottolineato, ogni momento dello sviluppo avviene in continuità con gli stadi precedenti e ogni stadio può correggere, o in qualche modo eliminare quegli aspetti negativi, eventualmente traumatici, vissuti nelle fasi precedenti. Di conseguenza basterebbe, ove sorgessero delle difficoltà, intervenire con un' educazione particolarmente determinata e idonea; ma non c'è dubbio che questo è uno di quei momenti dello sviluppo della persona in cui vengono alla superficie problemi particolarmente difficili e traumatici.


10.2 Descrizione del fenomeno "innamoramento"

Il fenomeno dell'innamoramento è stato situato nell'affettività recettiva e come momento particolare all'interno dell'affettività sessualmente differenziata: si dirà subito che la novità della persona che entra nella pre-adolescenza e nell'adolescenza è proprio l'innamoramento. Bisognerebbe cercare, per quanto è possibile, di dare una descrizione della fenomenologia, così direbbero i filosofi, dell' innamoramento, ed ecco alcune caratteristiche salienti:

l) L'innamoramento è un fatto inevitabile e pre-volontario. Come, per es., un ragazzo non può, ad una certa età, impedire che gli cresca la barba, allo stesso modo, a partire dalla pre-adolescenza, non può impedire la comparsa dell' innamoramento in quanto è un fatto che non sta all'interno della volontà. Per "inevitabilità" dell'innamoramento si intendono due cose fondamentali: anzitutto, come dice la parola stessa, è qualcosa che non si può evitare, perché è parte integrante del crescere; secondo, riguarda la volontarietà del soggetto, infatti l'innamoramento è un fatto pre-volontario, che cioè avviene prima e in gran parte senza che la volontà vi possa avere un' iniziativa. La volontà non può né impedire questo fenomeno, né può dargli il via, essa altro non è che un organizzatore affettivo, un regolatore dell'affettività, poco efficace nei confronti della recettività. Qui si arriva ad un'altra intuizione di Freud, quando parlava di guasti nella psiche, di nevrosi e anche di psicosi: poiché la volontà non ha diretto potere sulla capacità recettiva, ecco che avvengono facilmente dei problemi seri entro la propria coscienza affettiva, tra ciò che lui chiamava l'es, il subconscio (sembra più opportuno parlare della capacità di recepire affettività) e il super-io, cioè gli ordini, i divieti che la persona o l'ambiente sociale o i genitori o le leggi o la religione possono porre di contro al subconscio, all' es.

In ogni caso, avviene prima l'innamoramento e poi subentra la volontà, per questo l'innamoramento è inevitabile, perché la volontà non può fare da barriera. Inoltre, si deve parlare, oltre che di prevolontarietà, anche di involontarietà, in quanto non potendo la volontà estromettere l'innamoramento, non può da sola far entrare o uscire la persona da questa esperienza.

2) L'innamoramento può apparire gradualmente o istantaneamente. Si può percepire, per così dire, l'arrivo dell'innamoramento, cioè ci si può rendere conto più o meno chiaramente di essere vicino al momento temuto o desiderato, e addirittura si può parlare di "presentimento" affettivo: prima di accorgersi di essere innamorata una persona può quasi presentire il fenomeno (evidentemente bisogna intendere che questo si sia già messo in movimento, altrimenti non si potrebbe presentire niente). Nell'entrare in questo stato dell'innamoramento le persone percepiscono questa nuova realtà con una certa gradualità. Però il fenomeno può avvenire anche in modo istantaneo, di colpo: ci si accorge al mattino di cantare (il canto è uno dei segni più chiari, anche se può avere altre cause), e ci si trova innamorati, ci si scopre già immersi nella situazione. Questa differenza è difficilmente pianificabile, nel senso che in alcune persone l'innamoramento avviene con una certa gradualità e in altre con una specie di infiammazione affettiva improvvisa; probabilmente ciò dipende dalla maggiore o minore predisposizione verso la recettività affettiva e dal fatto di non aver costruito delle barriere. Nella maggior parte dei casi le persone non lo sanno, e se hanno organizzato delle difese, possono ritardare di molto l'innamoramento, sia se non trovano la persona giusta, sia se non la trovano affatto.

Nello stesso individuo possono anche esserci i due fatti contemporaneamente, e poiché l'innamoramento avviene tra due persone, dipende da come esso sia causato affettivamente dall'altro: è possibile che nel tempo dell' adolescenza uno si innamori in un colpo di fulmine e in un altro momento, invece, secondo la dinamica della gradualità.

3) Il terzo elemento di questa descrizione può essere chiamato: molteplicità dell'innamoramento. È da tener presente che mentre l'amore dovrebbe essere unico - perché nell'amore entrano ben più fattori che non nel semplice innamoramento -, l'innamoramento è molteplice: ciò significa che è un fenomeno di per sé ripetibile. Questo è di una grandissima importanza educativa: un ragazzino e una ragazzina che si innamorano, potrebbero anche giurarsi un amore eterno; ma dopo due settimane si vede che questo amore "eterno" diventa molto "temporaneo". Come fatto antropologico bisogna comprendere che a partire dalla pubertà (raramente prima), il fenomeno non conosce limiti di età, può succedere che una persona si innamori anche ad una certa età, pur non essendo più giovane. Questo ha un duplice significato, uno positivo e uno negativo: il primo è che, per fortuna, si rimane bambini ad un certo livello per tutta la vita, e questo rappresenta l'infanzia dello spirito; il secondo è che l'adulto per la maggior parte della sua realtà deve rimanere adulto. L'andamento della frequenza dell'innamoramento va da una maggiore frequenza nell'adolescenza a un rallentamento nell' età adulta, e questo lo si capisce già dal fatto che esso è un fenomeno che sta nella differenziazione della personalità sessualmente determinata.

Alcuni dicono che anche gli animali sappiano voler bene e si innamorino, ma questo è soltanto un antropomorfismo (cioè attribuire qualcosa dell'uomo all'animale); essi hanno sicuramente una vita psichica, questo non è difficile ammetterlo e neanche riconoscerlo, ma ci si deve rendere conto che il fenomeno dell'innamoramento è qualche cosa di esclusivamente umano. Gli angeli probabilmente non si innamorano, non ne hanno bisogno, perché essi amano; allo stesso modo gli animali non si innamorano, perché non hanno tutta una struttura sensitiva che si può chiamare affettiva.

Per quanto riguarda l'innamoramento, si è detto in un primo punto che esso è "inevitabile" e che la volontà non può far scattare né bloccare il suo meccanismo; in un secondo punto che l'innamoramento può avvenire in modo "graduale" o in modo "istantaneo"; in un terzo punto che è un fenomeno di per se stesso "ripetibile", quindi molteplice, e che l'andamento dell'innamoramento va da una maggiore frequenza nell' adolescenza a un rallentamento nell' età adulta.

4) Manca un quarto elemento di descrizione, cioè che l'innamoramento è un fatto interindividuale. Bisogna richiamare l'attenzione sul fatto che non è "interpersonale": a proposito dei sentimenti si era già detto che l'innamoramento avviene tra persone (se uno si innamora di un oggetto si parla di "infatuazione" o di cose simili), e che normalmente una persona suscita nell' altra questa esperienza. Qui si utilizza il termine "interindividuale" perché l'innamoramento non è reciproco, come l'amore; una persona può essere innamorata di un'altra anche se l'altra non sente niente, cosa abbastanza comune, che produce l'aspetto di sofferenza dell'innamoramento, che peraltro invece è un'esperienza molto positiva e gratificante. Dire che l'innamoramento è un'esperienza interindividuale, significa che esso avviene nel contesto di individui, di persone umane, non è un fatto interpersonale, come sarà invece l'amore.

5) Quinto elemento fondamentale di descrizione è la soggettività dell'innamoramento: in quanto è un fenomeno che interessa certamente il soggetto. Qui si entra in una riflessione molto importante, che aiuterà a capire la relazione e la differenza tra l'esperienza dell'innamoramento e quella dell'amore (dove avviene una relazione e uno scambio di parti: uno ama l'altro e riceve dall'altro). Al contrario, l'innamoramento è un fatto che riguarda strettamente il soggetto, secondo queste caratteristiche:

a) L'innamoramento è uno stato soggettivo solitamente transitorio; è soggettivo come lo è l'essere triste, l'essere buono, e riguarda la carica affettiva di cui il soggetto è dotato, e questa carica subisce un' accensione, solidamente transitoria.

b) Nel soggetto avviene una specie di intensa liberazione di energia affettiva, come nel bombardamento del nucleo dell' atomo, in gradi che non è possibile misurare col termometro, ma che normalmente è in quantità notevole. Così si spiega come mai, dopo una solenne "cotta", la persona rischi di avere una specie di esaurimento, a causa della notevole forza energetica affettiva così violentemente liberata: è una specie di esplosione a vuoto che può far rimanere tramortiti.

c) Questa liberazione di affettività mette l'individuo in uno stato che investe tutta la personalità. Nell'innamoramento è coinvolto tutto l'io, sempre e soltanto nella dimensione affettiva: tutto questo è molto sintomatico, non è detto che chi è innamorato abbia una volontà più forte, una capacità di agire più energica, un senso della responsabilità più acuto, di come normalmente avviene nell'amore. Proprio perché l'innamoramento è una specie di fiammata, investe la totalità della vita nella sua dimensione affettiva (si è detto infatti che l'affettività è una specie di corrente che investe tutta la personalità), e tuttavia non permette al soggetto una maggiore attenzione nelle diverse facoltà e potenzialità, anzi normalmente avviene il contrario, perché in questo periodo si ha una minor capacità di applicarsi mentalmente e di esercitare la propria volontà.

d) La quarta caratteristica dell'innamoramento che investe il soggetto nella sua dimensione affettiva è che, quando l'innamoramento si fa sentire, il soggetto lo avverte con sentimento diffuso, la cui tonalità e intensità di grado è assolutamente personale: ognuno si innamora a modo suo, avvertendo un sentimento del tutto caratteristico. Non c'è dubbio che il ragazzo, nel periodo della pubertà, avverta il proprio innamoramento con una tonalità sentimentale diversa da come lo avverte la ragazza. Tuttavia si può dire che nella percezione sentimentale dell'essere innamorati, ognuno fa prevalere un tono o l'altro: c'è chi avverte un'intensa tenerezza, chi una specie di languore o di dolcezza psichica (forse questi sono i toni propri dell'aspetto femminile, e chi ha una certa familiarità con la musica chiamerebbe queste diverse tonalità "toni minori"), ovvero il soggetto può avvertire sentimentalmente l'innamoramento con toni più accesi, come una specie di esultanza o un'intensa vividezza psichica simile agli effetti della droga. In ogni caso, qualunque sia la tonalità sentimentale, e nonostante sia molto difficile definire i sentimenti, normalmente la persona innamorata avverte il suo stato soggettivo con un intenso senso di gaudio e di benessere.

Con questi elementi si è definita la soggettività dell'innamoramento, per cui si può dire che l'innamorato sia tutto preso dal proprio io - non nel senso egoistico -, del quale sono state toccate delle zone della sensibilità affettiva, a lui precedentemente ignote, che lo fanno vivere in questa situazione piacevole di stupore.

6) Ultimo elemento della descrizione dell'innamoramento è il ruolo dell'altro o dell'altra: si è detto in precedenza che l'innamoramento è un fatto interindividuale, non intersoggettivo; ecco perché può capitare che uno sia innamorato di una persona, che a sua volta è innamorata di un altro e così via. Chi ha rapporti e conosce i gruppi giovanili sa che c'è da mettersi le mani nei capelli: in realtà bisogna spiegare loro con pazienza che nessuno ha colpa e nessuno ha merito; questa riflessione si può trarre non tanto dai libri ma dall'esperienza. Qual è dunque il ruolo dell'altro o dell'altra? Come immagine di questo ruolo è possibile riferirsi al libro della Genesi, nel momento in cui il Signore crea,Eva e la presenta ad Adamo, il quale ha un brivido di esultanza6. E' possibile comprendere questo fatto, citato nell' esempio biblico, con una precisa espressione: l' archetipicità dell'altro; cioè l'altro è un archetipo - termine del linguaggio psicanalitico di Jung - a motivo di ciò che si è spiegato adesso, cioè che l'innamoramento è un fenomeno strettamente soggettivo e riguarda il soggetto nella sua radicale affettività e non nella sua strutturazione di personalità determinata (l'essere "uomo", e non l'essere "questo individuo qui"). L'innamoramento è un fenomeno in qualche modo originale: riguarda l'individuo, nella sua realtà profonda di essere uomo o di essere donna, e si è già detto che è ciò che costituisce la personalità sessualmente determinata - lasciamo perdere per il momento quelle ipotesi che parlano dell'uomo primitivo come di un androgino, cioè di un essere indifferenziato, contemporaneamente maschio e femmina, perché ci sono molte speculazioni su questi argomenti che ora è meglio mettere da parte.

L'io non emerge nella sua realtà di persona umana, di essere Adamo, se non a partire dal fenomeno dell'innamoramento, perché ognuno emerge in questa sfera, che sarà poi quella dell' amore. Adamo diventa veramente Adamo, cioè un essere umano, solo quando gli viene presentata Eva; la sua coscienza affettiva emerge in riferimento a questa realtà e di conseguenza si costituiscono le due specificità umane (l'essere maschio e l'essere femmina). Per ogni ragazzo che deve diventare uomo, o Adamo, deve esistere un'Eva che risvegli e susciti l'accensione della sua affettività, che lo faccia dunque emergere ad una situazione di vita più adulta e matura: questo si intende per archetipicità dell'altro. L'altro dunque non è importante e non svolge una funzione individuale, ma svolge un ruolo umano. Non dissimile dalla realtà del ruolo della mamma, di cui si è parlato all'inizio della vita affettiva del bambino: quando il piccolo nasce, non è importante che gli faccia da mamma colei che l'ha messo al mondo, ma ha bisogno di quel clima, di quella pienezza di esistenza, di quell'essere immerso nell'affettività, di quella realtà che viene chiamata "mamma". All'inizio della vita adulta, cioè nella pre-adolescenza, quando comincia ad emergere l'affettività umana, accade qualcosa di simile: lo si capisce quando si utilizza l'espressione "il primo amore non si scorda mai", cioè, la persona che ha svegliato il proprio io e lo ha suscitato nella sua dimensione affettiva, rimane in qualche modo come il proprio Adamo, l'Adamo della propria vita. Si tratta dunque dell'altro come "occasione umana", come essere umano, importante solo come "maschio" per la ragazza, e "femmina" per il ragazzo, poiché è esattamente questa complementarietà che fa emergere l'io affettivo.

All'inizio della pubertà, c'è una situazione in cui l'affettività dell'individuo non è ancora differenziata, per cui ci sono degli innamoramenti tra maschietti e tra femminucce, ma è un fenomeno assolutamente transitorio, anche se la transitorietà non si può misurare sempre in modo preciso. Ma dopo questo momento, scocca quella situazione affettiva che il maschio esercita e causa sulla femmina, e viceversa. L'archetipicità dell'altro, dunque, vuol dire che lui o lei non sono messi in primo piano, e non sono importanti per la loro individualità umana, per i loro particolari sentimenti, o la loro età, o il loro particolare modo di essere, per la bellezza fisica, per la piacevolezza affettiva. Infatti chi sente di essere innamorato e riferisce questo stato affettivo ad un'altra persona, in realtà descrive l'altro non come l'altro realmente è, ma come lui affettivamente lo sente, profondamente idealizzato. All'innamorato dunque non interessa come l'altro sia, perché non è neppure in grado di conoscerlo, ma come affettivamente lo sente: questo si rivela quando a certi colpi di fulmine succedono delle delusioni tremende. Nell'innamoramento i ragazzi stanno insieme dei giorni, forse qualche mese, ma a misura che il tempo avanza e si viene a conoscere concretamente l'altra persona, la stessa forza del sentimento si trasforma in un senso di profonda frustrazione (fenomeno tipico e normale del tempo dell'adolescenza, proprio perché l'innamoramento è uno stato affettivo che l'altro ha suscitato, ma che non coinvolge l'altro, perché coinvolge soltanto l'io).6

Poiché l'innamoramento è l'inizio dell'emergere dell'io personale, nella sua specificità sessuale, e di un io profondo che l'individuo stesso non conosceva, colui o colei che suscita l'innamoramento è affettivamente sentito non come un "tu specifico", ma come un "tu ideale". Soltanto l'amore permetterà di uscire dall'io e di riferirsi all'altro con i propri difetti, le virtù e le proprie particolari caratteristiche; per ora, nell'innamoramento, l'altro viene preso nella sua occasionalità, rivestito di una intensa emotività affettiva che dipende tutta dal soggetto, e potentemente idealizzato.

Se venissero spiegate queste situazioni ai fidanzati e più ancora agli sposi, si chiarirebbero tanti problemi e tante successive situazioni difficili. Di conseguenza si deve dire che uno stesso uomo può innamorarsi di tante donne, o viceversa: in effetti i ragazzi, nell' arco di tempo della loro adolescenza, si innamorano normalmente diverse volte. Da questo non si deve dedurre che l'uomo sposa tante donne o che la donna sposa tanti uomini, perché l'amore è sempre e solo intersoggettivo, cioè tra due soggetti: come c'è una sola mamma, cioè una sola donna che mette al mondo un uomo, così una sola donna mette affettivamente al mondo un uomo, e un solo uomo mette affettivamente al mondo una donna. Invece l'innamoramento è una infiammazione affettiva che fa semplicemente emergere l'individuo a una nuova nascita: si sbaglia molto oggi, quando all'innamoramento si vuol far seguire subito un rapporto interpersonale: questo è gravissimo e le conseguenze sono micidiali, come si vedrà successivamente.


10.3 Significato dell'innamoramento

Perché la gente si innamora? Dalle osservazioni fatte finora si può già ricavare che nell'esperienza globale e vitale dell'essere innamorati si possono distinguere due significati importanti, uno generale e uno particolare.

Il significato generale è che, con questa esperienza, il ragazzo si sveglia alla dimensione adulta della vita, che è la dimensione dell'amore. Si può dire allora che l'innamoramento è la base dell'amore, e, con una bella immagine, se l'amore è il giorno pieno, l'innamoramento è l'alba, con tutto ciò che c'è di incompleto e indeterminato. L'alba infatti è insieme la fine della notte e l'inizio del giorno, è lo stato di dormiveglia della persona, è l'annunciatrice di una realtà bella, nuova, piacevole, tuttavia in se stessa ancora iniziale; l'innamoramento è, rispetto all'amore, come i fiori rispetto ai frutti. Il primo significato generale è, dunque, potentemente umano: attraverso l'esperienza dell'innamoramento una persona comincia ad entrare nella dimensione ultima dell'esistenza personale, quella dell'amore pieno – in "Formazione e sviluppo della vita affettiva" è stata fatta una distinzione dello sviluppo nelle varie età dal punto di vista affettivo, e si è visto che con l'adolescenza incomincia l'esperienza dell'amore -. Come tutto ciò che sta all'inizio, l'innamoramento ha una grandissima importanza, non ci si può scherzare e non si può prendere in giro o illudere qualcuno.

Anche del secondo significato, quello particolare, si è già parlato: attraverso l'innamoramento il soggetto, l'io, emerge a una nuova dimensione. Dalla nascita in poi si forma lentamente l'individualità, cioè un io che, a misura che cresce, si costituisce in sfere sempre più grandi e più intense di esistenza. L'ultima dimensione in cui l'io deve emergere e vivere come io propriamente umano è proprio la dimensione dell'amore: entrando in questa nuova dimensione, attraverso l'esperienza dell' innamoramento, l'io viene anche a conoscere maggiormente se stesso, tutta la sfera della propria affettività, dei propri sentimenti, della propria recettività affettiva, del ruolo della forza del proprio sentire affettivo e così via. Questo è importante, perché in questo modo l'io è più o meno ben attrezzato per vivere, e si assiste a una maturazione della sua crescita affettiva, insieme a una maggior conoscenza di sé. Poiché normalmente il proprio mondo affettivo emerge con grande forza e con vari problemi, l'individuo in questo momento ha normalmente molto bisogno di aiuto per conoscersi.

Ricapitolando, c'è una prima sezione del contesto affettivo dell'innamoramento, dove sono state riprese alcune nozioni dell'affettività in generale, soprattutto della sua differenziazione; una seconda sezione è la descrizione dell' innamoramento, dove sono state fatte delle considerazioni importanti sui diversi punti dell'esperienza dell'innamoramento; una terza sezione è il significato dell'innamoramento, dove si è approfondito un significato generale, che è appunto l'inizio, l'aurora dell'esperienza dell'amore, e un significato più particolare, cioè il fenomeno dell'innamoramento che fa emergere in un modo più pieno la realtà del proprio io. L'io della persona si costituisce grazie a tanti fattori, esterni ed interni, l'ultimo dei quali è l'emergere nell'innamoramento (non per niente esso avviene nella pre-adolescenza, ultima età dello sviluppo umano) della propria personale individualità.

 

10.4 La natura dell'innamoramento

Che cos'è in realtà l'innamoramento? Come mai ci si innamora? Perché quel ragazzo si è innamorato proprio di quella ragazza? È possibile indicarne una dinamica?

In psicologia si danno molte definizioni del "carattere", e la più adeguata è questa: il carattere di una persona è l'insieme della strutturazione della sua affettività, in relazione con il mondo esterno, poiché una persona viene appunto caratterizzata, strutturata nella sua personalità soprattutto in riferimento all'ambiente in cui si trova a vivere. Quindi la strutturazione dell' affettività di una persona, cioè di tutti i suoi sentimenti, le sue emozioni, le scelte, i suoi ruoli, costituisce in qualche modo il suo carattere, e si costruisce lungo tutto l'arco del suo sviluppo. Intanto che l'individuo cresce e realizza, nei rapporti affettivi, una sua strutturazione in rapporto con l'esterno (che lentamente diventerà il suo carattere), viene a costituirsi lentamente un altro fenomeno in lui, che cresce un po' per volta inconsciamente: è un' immagine affettiva che è alternativa e complementare all'io, una specie di controfigura dell'io, che si può chiamare "figura ideale". Il soggetto non è consapevole di avere dentro di sé, nella propria psiche, questa controfigura, questa immagine affettiva alternativa e complementare a sé.

Questa immagine affettiva cresce assieme alla propria personalità come "figura ideale", generalmente nell'uomo della donna e nella donna dell'uomo. Come può avvenire la costituzione di questa immagine affettiva? Da un punto di vista generale, l'individuo ha una serie di rapporti interpersonali e affettivi con le diverse persone con cui viene a contatto fin dalla nascita, prima la realtà/madre, poi la realtà/padre, ecc. Tutti questi rapporti portano nel soggetto un'interiorizzazione affettiva, parallela a quella conoscitiva; cioè il soggetto interiorizza qualche cosa di questi rapporti affettivi, in modo particolare dell'altro sesso: per es., nel bambino., resta l'impronta della mamma, della sorella, della zia, della compagna di scuola o dell' educatrice; viceversa nella bambina, quella del papà, dei fratelli, dei cugini, del compagno di scuola, dell'educatore, ecc. Anche le persone affettivamente distanti possono lasciare qualche impronta affettiva; per non parlare poi di quelle figure in qualche modo mitiche, come gli attori, le attrici, i cantanti, ecc. (mitiche perché questa conoscenza non è interpersonale, è raro il caso in cui i ragazzi conoscono di persona il personaggio famoso), sono figure che in qualche modo rimangono ideali, ma che certamente influiscono affettivamente sulla persona che le interiorizza. Naturalmente c'è una certa differenza tra l'interiorizzazione affettiva di persone reali, persone con cui veramente si ha un rapporto di conoscenza, e l'interiorizzazione affettiva di figure in qualche modo mitiche, in cui il rapporto è soltanto ideale.

La formazione dell'immagine affettiva all'interno della coscienza dell'individuo è data dalla totalità dei rapporti interpersonali, non importa quanto siano distanti affettivamente, e questa interiorizzazione avviene per un fenomeno molto conosciuto che si chiama, processo di introiezione: in esso tutte le caratteristiche, gli elementi e le qualità della persona vengono interiorizzati come acquisiti. Non si conosce ancora bene la forza dell'influsso affettivo tra le persone, tuttavia deve essere molto forte, per cui la propria affettività in gran parte altro non è che la raccolta, non senza filtro evidentemente soprattutto a misura in cui l'età cresce, di quelle che sono le caratteristiche, le qualità, gli elementi affettivi delle persone con cui si sta a contatto: avviene una specie di appropriazione, in quel processo di recettività, che è fondamentale nella crescita della personalità. C'è tutta una serie di "introiezioni" lungo il processo di crescita, ed è attraverso questo processo introiettivo che il soggetto interiorizza affettivamente le caratteristiche delle persona dell' altro sesso con cui viene a contatto. Si può comprendere quanto sia grande il numero delle persone di sesso diverso con cui normalmente un individuo viene a contatto nella sua vita; e tutte, in qualche modo, lasciano un'impronta affettiva.

In questo processo di introiezione affettiva avvengono quattro fatti fondamentali simultaneamente, anche se sono distribuiti lungo tutto il processo di sviluppo della personalità, a partire dai primissimi istanti di vita:

l) Una interiorizzazione affettiva consonante, cioè l'affettività della persona è dello stesso tono affettivo di quello da cui la riceve. Ne sono un esempio quei rapporti affettivi positivi che arricchiscono e che vengono recepiti quando si riceve un amore autentico e ricco: quindi rapporti affettivi di segno positivo che vengono affettivamente accolti nella coscienza. Si intende dunque con questo primo elemento, l'interiorizzazione di una consonanza affettiva tra ciò che la persona affettivamente dà e ciò che l'altra affettivamente riceve.

2) Un secondo fatto che avviene nell'introiezione affettiva è l'interiorizzazione affettivamente dissonante, quando la persona vive dei rapporti interpersonali non positivi, che sono in vario modo e in varia gradualità vissuti come negativi e traumatici. Soprattutto nell'età infantile, quando l'io non è ancora abbastanza protetto ed è molto forte l'azione recettiva dell'affettività, vengono recepiti (anche se si respingono) gli elementi negativi dalle persone con cui si viene a contatto. Per es., quando si deve convivere, per motivi diversi, con una o più persone con le quali si hanno rapporti affettivi negativi, di cui si è consapevoli, anche se non si accolgono affettivamente. Avviene una interiorizzazione affettivamente dissonante, la quale mette in risalto la grande importanza che ha l'ambiente in questo caso: nessuna persona, infatti, anche adulta, può essere così tetragona da non subire alcun influsso dall'esterno o dalle persone da cui è circondata. Dunque c'è dissonanza affettiva tra l'influsso che si esercita e che si riceve, e l'accettazione affettiva. Tutti, soprattutto nell' età più adulta, possono dire di aver vissuto questa situazione di dissonanza, qualche volta fino a raggiungere, con forti sofferenze, gravi situazioni conflittuali.

3) Terzo elemento dell'introiezione affettiva è che tutti questi elementi affettivi interiorizzati, sia positivi e accolti affettivamente, sia negativi e respinti, vengono organizzati dal subconscio. Si dovrebbe a questo punto richiamare l'attenzione sulla presentazione dell'affettività secondo il concetto degli "schemi affettivi", proposta da Piaget e successivamente elaborata, che sembra offrire una spiegazione migliore della classica presentazione dell' affettività della scuola freudiana o psicanalitica in genere; quest'ultima si serve della mitologia, la quale non aiuta molto a capire l'interiorità dei fatti della coscienza. Ebbene, tutti gli elementi interiorizzati affettivamente, sia quelli accolti sia quelli respinti, organizzano e costruiscono in modo, per lo più inconscio, l'immagine affettiva. Questa organizzazione di schemi affettivi, cioè di elementi che vengono introiettati dall'esterno, è un processo di cui l'io non è consapevole in alcun modo; si sa che ciò che relaziona l'individuo all'ambiente esterno, cioè le sue condotte, si organizzano e si strutturano con una grandissima rapidità, proprio a causa del rapporto di relazione tra l'io e l'ambiente. Come spiegare il lungo periodo di tempo necessario per la formazione morale e affettiva della personalità, cioè l'ultima tappa dell'adolescenza? Questo lungo periodo è dato proprio dall' organizzazione affettiva incoscia, quella che poi presiederà alla personalità matura.

4) Tutti questi elementi introiettati non si disperdono nel proprio vivere, ma vengono unificati tramite un'organizzazione affettiva che subisce nel tempo un processo, detto processo di fissazione dell' inconscio. È la faccia nascosta del carattere, è il contro-carattere, che proprio in questo processo di fissazione incoscia diventa lentamente operativo all'esterno: infatti la persona nel suo rapportarsi, soprattutto affettivo e sociale, è guidata da questa immagine affettiva, al punto che nell'adolescenza la ricerca dell'altro è portata, e in qualche modo presieduta, dall'immagine affettiva inconscia che ognuno ha dentro di sé.

 

Dunque il processo introiettivo affettivo comprende almeno questi quattro elementi:

a) interiorizzazione affettivamente consonante (ciò che si riceve e viene affettivamente accolto);

b) interiorizzazione affettivamente dissonante (ciò che si riceve affettivamente viene recepito, ma può essere affettivamente respinto e non accolto; e qui entrano in gioco, come abbiamo già accennato, tutti i meccanismi di difesa);

c) tutti gli elementi, positivi o negativi, affettivamente accolti e respinti, vengono organizzati inconsciamente a costituire l'immagine affettiva (l'alter ego: se l'ego è maschio, l'alter sarà femmina);

d) questa organizzazione affettiva incoscia subisce lentamente un processo di fissazione nel proprio inconscio (che non è inattivo dentro i sé, ma diventa lentamente operativo).

Prima si è parlato del carattere come organizzazione dell' affettività in relazione all'esterno; poi che c'è una parallela e contemporanea formazione di un'altra specie di carattere, che non è quello dell'io, ma che in qualche modo l'io recepisce da tutta l'esperienza affettiva che gli viene dall'esterno, e questo è un processo introiettivo, quindi assolutamente involontario - anche se la volontarietà ha il suo ruolo e la sua importanza: tuttavia qui siamo in una dimensione pre-volontaria -. Inoltre si è già detto che l'innamoramento è un fenomeno soggettivo, in cui l'altro ha solo una funzione occasionale, per cui si dovrebbe correggere il "sono innamorato di..." con il "sono innamorato da...", perché l'essere innamorati è passivo, è un moto che va dall' esterno verso l'io - il motivo di questo uso linguistico errato è probabilmente dato dal fatto di non distinguere l'innamoramento dall'amore, distinzione invece fondamentale.

Un'altra considerazione di questa quarta sezione che riguarda la "natura dell'innamoramento" è che esso avviene quando l'immagine affettiva emerge dalla coscienza; questa immagine si trova nella zona d'ombra della propria interiorità, è la faccia nascosta della propria "luna", Talvolta nella letteratura d'amore, l'inizio dell'innamoramento è reso dall'immagine di una nascita: ed è vero, perché la stessa esperienza che l'io fa alla nascita, quando è messo al mondo senza essere interpellato, viene fatta dalla persona che "nasce" all'amore; questo è il motivo per cui, normalmente, questa esperienza è così bella, e infatti il sentimento proprio dell'innamoramento è il "gaudio". Quando l'immagine affettiva interiorizzata e fissata, che sta nell'inconscio, irrompe alla coscienza e sale alla luce del proprio io (e questo avviene attraverso la mediazione di una persona reale, anche se mitica: quanta gente infatti si innamora dei divi, delle dive, dei cantanti e degli attori, ecc.), svolge la stessa funzione di quando nell'innamoramento emerge l'altro; tuttavia, poiché manca il rapporto reale e personale, non è il meglio che possa accadere.

Sono necessari tutti e due gli elementi, sia la conoscenza di una persona reale, sia la costruzione inconscia o subconscia dell'immagine affettiva; quando questi due fenomeni si incrociano e si incontrano la persona fa l'esperienza dell'innamoramento. Quest'ultimo dunque è l'io che raggiunge il livello massimo del suo nascere: in fondo la vita dell'uomo è un continuo nascere, fino alla morte, la quale a sua volta è la nascita ad una situazione di esistenza di cui ancora non si conosce nulla, ma che tuttavia è l'ingresso della coscienza in una dimensione ultima.

La coscienza umana, dal momento della nascita biologica, emerge via via lungo la vita a situazioni e a gradi di realtà sempre maggiori; l'innamoramento è l'inizio di quella situazione di nascita che è la vita adulta. Ci si può innamorare quando capita uno di questi tre fatti, singolarmente o contemporaneamente, a seconda dei casi:

I caso: l'immagine affettiva è una specie di incontro tra la persona reale e la figura ideale. Si può spiegare così quell' impressione che ha la persona innamorata di riconoscere nell'altro o nell'altra proprio quella persona che crede di aver aspettato da sempre, e proprio quella. Senza ricorrere alle idee platoniche, in cui l'anima che sta in questo mondo guarda alle persone e si ricorda di averle già incontrate, rimane vero che quando uno si innamora, in un certo senso, riconosce nell'altro probabilmente quell'immagine affettiva che ormai stava salendo dentro di sé e che esigeva di essere svelata.

II caso: l'innamoramento avviene quando la persona che si incontra sembra incarnare e rivestire, nella sua individualità e nella sua personalità, la maggior parte degli elementi positivi presenti nella propria immagine affettiva. Non importa il numero di questi elementi, possono anche essere pochissimi, soprattutto nei primi innamoramenti, ma sono importanti per la nuova nascita dell' io; dunque anche se la persona esterna ha uno solo degli elementi caratteristici positivi della propria immagine affettiva, l'io crede di riconoscere in lei esattamente il proprio Adamo o la propria Eva.

La scintilla dell' innamoramento scocca quando emerge la propria immagine affettiva e la si riconosce in qualche modo realizzata in un particolare individuo; per così dire avviene un fenomeno contrario a quello dell'introiezione: l'introiezione altro non è che il racimolare da tantissime persone il costituirsi dell'immagine affettiva, l'innamoramento è il riconoscere in una persona la totalità di questi elementi. Proprio da questo si può capire perché, quando si arriva a "conoscere bene" la persona di cui si è innamorati, avviene spesso il tragico crollo delle illusioni: perché quel povero individuo non ha nessuno di quell'insieme di elementi positivi che l'io aveva introiettato, egli è solo un uomo o una donna, fatto in certo modo, con un suo determinato carattere affettivo, che non ha nulla a che fare con quell' Adamo o quella Eva di cui l'io aveva bisogno. Si direbbe dunque che l'io ha bisogno di un tu affettivo totale, e che il tu reale non è normalmente adeguato alla proiezione affettiva.

III caso: l'innamoramento avviene quando la persona esterna sembra priva della maggior parte degli elementi negativi affettivamente recepiti dall'immagine affettiva. Per es., una ragazza può innamorarsi di una persona che è esattamente l'opposto di suo padre, il quale, pur essendo un galantuomo e una persona rispettabilissima, è stato affettivamente molto pesante nei suoi confronti; ella ha interiorizzato affettivamente, e ha respinto i caratteri che sentiva negativi, per cui si innamorerà di chi è esattamente il contrario di suo padre. 

Questi tre elementi (in relazione all'ipotesi dell'immagine affettiva inconscia, introiettata dalla totalità delle esperienze interpersonali affettive della propria vita, e riconosciuta in un individuo) possono essere ognuno sufficiente per far scattare il dinamismo dell'innamoramento, anche se il perché e il per come questo avvenga, non si sa. Tuttavia può capitare che si presentino tutti e tre insieme questi fatti, simultaneamente, e allora l'innamoramento diventa "amore". Altrimenti se la persona viene a conoscere l'altra da cui è stata innamorata, e ne riconosce solo gli elementi negativi, avviene una reazione esattamente contraria: soltanto così si può spiegare perché tante forme di innamoramento, dopo poche settimane o mesi, si trasformano in un vero odio, in una specie di irritabilità affettiva alla sola presenza dell'altro; è evidente che l'altro gli ha incarnato l'immagine negativa che aveva dentro.

 

Tratto da : Lezioni di vita affettiva di Natalino Spaccapelo, 2006, Armando Editore.

5 Il libretto molto diffuso di F. ALBERONI, Innamoramento e amore, Milano, Garzanti, 1980.

6 Questo fatto primordiale in qualche modo è ciò che si riverifica ogni volta che una persona, a causa di un'altra, si innamora: l'essere innamorati è al passivo, mentre amare è all'attivo; non si deve dire "sono innamorato di...", come se si amasse l'altra persona, ma in realtà si è innamorati "da parte" di un'altra persona, la quale può benissimo non avere nessuna responsabilità.

Letto 11408 volte Ultima modifica il Domenica, 23 Dicembre 2012 20:49

Search