SIETE UNA FAMIGLIA NAVIGATA?
UN TEST PER SCOPRIRLO
Com'è il vostro rapporto con Internet? In altri termini: siete una famiglia navigata? Partecipate al test elaborato per "Noi Genitori & Figli" da Neurisko.
Tuo figlio deve fare una ricerca e ti chiede di poter navigare su Internet. Come ti comporti?
a) Mi «chiede»? Mio figlio ha il Pc collegato in camera sua e fa quello che gli pare.
b) Non mi fido: la faccio io al posto suo.
c) Sto accanto a lui dicendogli che la sua ricerca interessa pure a me.
d) Ohibò, se mi chiede di navigare lo porto alla Canottieri.
Hai dieci minuti liberi, sei su Google con la possibilità di condurre una ricerca a piacere. Quale nome batti, d'istinto?
a) Il mio.
b) Qualcosa di bello, poetico, sincero. Ad esempio amore, cuore, dolore, amicizia...
c) Se ho appena dieci minuti, un termine molto preciso a cui non possano corrispondere troppe segnalazioni, ad esempio "Florentia Viola" o "Viola Club"...
d) Google? Che cos'è 'sto Google, un rigurgito?
Tuo figlio di 12 anni chiede di poter avere una casella di posta elettronica tutta per sé con password segreta. Che fai?
a) Ce l'ha già.
b) Mi domando dove ho sbagliato e chiedo consiglio alla psicologa dell'Asl.
c) Mi chiedo perché la desidera; e gli propongo una casella tutta sua ma con la password scelta insieme.
d) Posta elettronica? E quanto mi costa in francobolli?
RISULTATI
Prevalenza di (a): bucaniere
Sei più che un semplice navigatore. Sei un autentico pirata, emulo di sir Francis Drake e di Pietro l'Olonese.
Icona: la Jolly Roger (la bandiera pirata).
Prevalenza di (b): marinaio d'acqua dolce
Fai tenerezza. Urge corso accelerato di navigazione. AI limite, un gruppo di autoaiuto per genitori webbizzati.
Icona: un pedalò.
Prevalenza di (c): grand'ammiraglio
Bravo! Sei un navigatore consapevole e responsabile.
Icona: la nave-scuola Amerigo Vespucci.
Prevalenza di (d): terricolo.
Irrecuperabile. Unica soluzione: affidate i vostri figli a un Web-sitter competente e moralmente testato.
Icona: uno scarpone.
di Umberto Folena
Spesso un rapporto di coppia si infrange perché, nella ricerca della gioia e della fedeltà, scambiamo le virtù del partner con la proiezione delle nostre necessità. Ma un rapporto ha la possibilità di durare solo se su di esso siamo disposti ad interrogarci senza infingimenti. E se abbiamo la volontà di migliorarci.
«L'amore, che è un fanciullo, si ostina a volere ciò che gli viene vietato». (P. Duryer)
Ci sono delle prerogative, che si rivestono della qualifica di attributi caratterizzanti, che fanno la differenza tra un matrimonio e una qualunque altra relazione di coppia. Se dovessimo prendere in esame tutti i tipi di vincoli che hanno legami con la nostra esperienza, scopriremmo che alcuni di questi sono sostenuti da una naturale attrazione; altri sono legami tenuti in trazione da una forza di repulsione. Così noi, riferendoci ad una condotta che ha come polarità estreme l'amore e l'odio, parliamo di fiducia, abbandono, confidenza, familiarità, condivisione, stima, complicità, attrazione, erotismo, competizione, interesse, diffidenza, timore, dubbio, sospetto, circospezione e, a seconda delle circostanze, diamo una particolare coloritura e identifichiamo il tipo di relazione. Ma il matrimonio ha una vastità che non può essere contenuta in queste categorie, anche se, paradossalmente, i parametri entro i quali le doti che stanno alla base della relazione si stemperano sono soltanto due. La loro presenza nella quotidianità è tanto discreta da non far rumore, ma è tanto essenziale che, anche per un osservatore distratto, sarebbe fin troppo facile avvertirne la mancanza. Sto parlando della gioia e della fedeltà.
La fabbrica dei sogni
II mondo fragoroso che ci siamo costruiti con la nostra modernità, fa di tutto per abituarci ad un abbattimento della soglia dello stupore. Le novità più sconvolgenti che ci raggiungono in tempo reale da ogni parte del pianeta, le invenzioni e le scoperte che cantano l'incontenibile creatività dell'uomo, il sovvertimento dei costumi e delle abitudini che spazzano, come un uragano, usanze e tradizioni consolidate nei secoli, alzano dei giganteschi polveroni nei quali la sola cosa che sopravvive è l'eco del rumore. Anche il nostro linguaggio si è evoluto: ormai noi facciamo uso solo di assoluti o di superlativi. Forse è per questo che, nelle relazioni, una volta constatata la perdita di senso per la protezione della verginità, si assiste ad un progressivo anticiparsi dell'iniziazione sessuale senza che una adeguata preparazione affettiva - e non un deterrente! - garantisca una felicità capace di sfidare la difficoltà delle prove. Al primo incontro che ci coinvolge si dà sempre tutto, al massimo delle nostre potenzialità, per la paura che una simile, preziosa occasione possa non ripresentarsi. Le storie, allora, al pari delle grandi passioni, si riducono al rango di quegli appartamenti che per mascherare la mediocrità dei loro interni, espongono nell'ingresso ogni sorta di lusso e di richiamo.
Le trame che portano al matrimonio iniziano con momenti singolari la cui caratteristica è legata alla curiosità della scoperta. La gioia arriva quasi subito e va di pari passo con l'entusiasmo. Come accade per tutte le cose preziose, si dovrebbe capire ben presto che una simile fortuna ha bisogno di essere dosata, vissuta e protetta senza soffermarsi agli aspetti superficiali e consumistici. Ma la scoperta dell'altro è talmente ricca e copiosa di novità che non giunge mai ad esaurire la nostra curiosità. Qui i sogni conoscono il primo impatto con la delusione. C'è una frase che, più di altre, viene ripetuta con una certa passionalità: «II mio partner ha tutte le qualità!»... e la risposta più opportuna a tanta magniloquenza potrebbe essere questa: «Non l'hai guardato bene e per questo scambi le sue virtù con la proiezione delle tue necessità!» In questo caso, sono i primi appuntamenti con gli impegni a costituire le barriere che vedono i sogni infrangersi malamente. Sono quegli stessi appuntamenti a far rimpiangere la perduta libertà e a far avvertire il vincolo del matrimonio come la minaccia di un capestro opprimente. E se scompare la gioia, la tristezza che prende il suo posto non è altro che la misura del nostro attaccamento a noi stessi. Ci sono persone che vedono nel matrimonio la fuga dalla solitudine e, di conseguenza, la garanzia della loro gioia. È una illusione; peggio ancora: una tentazione. Una storia è bella se si stabilisce che non finisca mai. Il matrimonio pretende che ogni giorno, prima di coltivare i sogni, ci sappiamo mettere in discussione e chiederci come possiamo migliorarci per essere buoni compagni dell'altro. L'interrogativo non è sulle buone qualità del partner, ma sulla nostra inettitudine e sullo sforzo che siamo disposti a fare per migliorarci.
Piacere e fecondità
È sempre parlando di paradossi che ci si accorge che i concetti di libertà e fedeltà non sono in contrasto, ma complementari. Se è vero - come ci ammoniscono gli antropologi - che la libertà è la capacità di scoprire la nostra dimensione ulteriore e non affidarci ad una norma costituita che di fatto, nell'intento di garantirci, ci limiterebbe, è altrettanto evidente che la fedeltà, presentandosi come vincolo, ci fa assaporare la preziosità di un rapporto da proteggere. Sul suo significato e sulle implicazioni che la sua etimologia ci trasmette si sono imbastiti troppi equivoci. Il primo senso scaturisce dalla parola fede, ma proprio qui appare chiaro come la relazione con Dio o con una persona siano equidistanti ed equivalenti. Se infatti da un lato, a causa di un cattivo uso, la nostra libertà si trasforma nella peggiore schiavitù perché toglie a Dio il potere di trasformarci in anime del Paradiso, dall'altro dobbiamo prendere atto che troppi cristiani si sentono dispensati dal farsi guidare da una coscienza, perché hanno i Comandamenti. L'equivoco più grande consiste nel vedere il senso dell'obbligo e del divieto (ci sarai solo tu, non avrò altri amori), piuttosto che l'orizzonte aperto per una creatività inarrestabile, anche se ogni traguardo presuppone dei percorsi imposti.
Quello della fedeltà pone al primo posto l'obbligo di essere vivi. È vero: ci si accorge di essere invecchiati quando si è costretti a fare i conti con un passato, ma la coppia ha comunque un avvenire e in questo tutte le fantasie, a iniziare dalle più complici, nascondono l'ebbrezza dell'ignoto, l'esaltazione del miracolo, le incontenibili malignità della gioia. Subito dopo viene la comprensione. Nell'amore fedele si fa credito e si cerca di dimenticare, cancellandole, le azioni che l'egoismo umano compie, sporcando con pochi gesti un'intera vita spesa per crearsi un'identità. Anche la convinzione di essere ormai in possesso di tutti gli elementi che ci permettano di conoscere l'altro è una tentazione contro la capacità di far credito. Quando ci sentiamo dispensati dall'osservare, dal capire, dall'interpretare, dobbiamo ammettere che il nostro amore si è spento. Un altro particolare insostituibile, legato alla fedeltà, è quello della fecondità. Sicuramente riduttiva appare l'analogia con la fertilità. Per un amore fecondo il più dolce dei desideri sa trasformarsi in un languore struggente che non conosce appagamento. L'amore fecondo esalta le attese e l'assenza di rumori, perché un animo allenato alla riflessione è capace di percepire anche i rumori del silenzio. C'è un ultimo aspetto che mi viene in niente parlando della fedeltà: il profumo della incorruttibilità. Non c'è retorica in questa immagine, perché la bellezza non è comunicabile: da lei si può essere solo stregati. Le cose belle sono così, senza che nessuno abbia insegnato loro che sono tali. Così accade per il profumo che emana dalla fedeltà; così accade alla luna, alla quale nessuno ha insegnato il suo percorso nei cicli, ma che nel suo peregrinare senza una mèta apparente, non fa distinzione, dalla sua altezza, tra la pietà di una tomba e i fiori di un matrimonio.
Di Giovanni Scalera
Tratto da “famiglia Domani – aprile 2002”
Ecco una selezione dei migliori portali italiani dedicati ai bambini, scelti per la qualità della grafica e dei contenuti.
www.nascondino.it
È un portale "misto": offre opportunità di intrattenersi con giochi autoprodotti, di imparare grazie agli argomenti monografici e di cercare nella Rete utilizzando gli indici di link organizzati per categoria. Regolarmente aggiornato, si apre con una home page dalla grafica molto colorata anche se un po' confusa, C'è una sezione dedicata ai bambini (ad esempio "Giochi", "Tempo libero") e un'altra riservata ai genitori.
www.babyonweb.com
È un portale molto ricco, costantemente aggiornato, che ha il solo difetto di risultare graficamente un po' confuso. La quantità e la qualità degli argomenti proposti ripagano però lo sforzo di prendere confidenza con la home e stimolano l'utilizzo anche da parte dei più piccoli. Il portale è organizzato in una serie di sezioni che introducono altrettanti percorsi di ricerca. Ogni area monografica (ad esempio Animali, Colora, Figurine, Divertimenti, Viaggia e scopri, Computer) propone contenuti autoprodotti oppure link a siti esterni.
www-vivaibimbi.it
È un portale che dietro a una grafica un po' datata nasconde una ricchezza di contenuti. Il sito è organizzato in una serie di percorsi accessibili dalla home (ad esempio Arti, Intrattenimento, Salute, Scuola) che introducono altrettante sotto-sezioni con i link. Il
portale è dotato di un efficace motore di ricerca che lavora all'interno dei siti selezionati.
a cura di Barbara Uglietti
Le profonde trasformazioni che hanno investito la nostra società nel corso degli ultimi anni hanno avuto notevoli ripercussioni sul sistema familiare, producendo una serie di condizionamenti che tuttora ne influenzano l’evoluzione.
Tali trasformazioni hanno difatti generato un contesto sociale “rischioso”, sottoposto a continui rapidi mutamenti che richiedono sempre nuovi sforzi di adattamento. Si pensi, ad esempio, all’aspetto economico: recenti indagini statistiche rivelano come in Italia stiano rapidamente aumentando le famiglie che vivono al di sotto della soglia minima di povertà, che si trovano in difficoltà anche in quello che concerne il soddisfacimento delle più elementari esigenze, come il pagamento dell’affitto o delle spese medico-sanitarie... Ebbene, i condizionamenti economici costituiscono un’indubbia fonte di disagio all’interno del contesto familiare.
Un ulteriore condizionamento emerge nel rapporto tra la famiglia e il mondo del lavoro, sempre più frequentemente caratterizzato da un “conflitto di lealtà” tra ruoli lavorativi e familiari e dalla difficile costruzione di un equilibrio tra tempo di vita e tempo lavorativo. Le attuali trasformazioni del mercato del lavoro impongono infatti, all’interno del contesto familiare, nuove fratture fra il bisogno di stabilità affettiva e quelle esigenze di indipendenza ed autorealizzazione che nella famiglia tradizionale non trovavano pieno appagamento.
Ad una serie di condizionamenti di carattere socio-culturale si può infine attribuire un ruolo non trascurabile nelle trasformazioni demografiche (calo della natalità, riduzione della nuzialità, aumento della disgregazione familiare...) che oggi caratterizzano il sistema famiglia.
Dinanzi a queste sfide, ed alle molte altre che si apriranno, la famiglia dovrà porsi ancora una volta in maniera flessibile, studiando risposte “adattive” che le consentano di affrontare e risolvere problemi.
Maurizio Andolfi
COMPUTER CHE PASSIONE
Venti milioni di italiani nella “ragnatela”
Oltre il 60 per cento delle famiglie italiane possiede un computer e lo usa tra le mura domestiche. Le stime più recenti stabiliscono che tra il 2004 e il 2005 saranno almeno 20 milioni gli italiani collegati alla Rete da casa. Una crescita che coinvolge anche i minori, come dimostrano i dati di una ricerca su bambini e Internet realizzata per conto del ministero dell’innovazione tecnologica e presentata nel maggio scorso. I dati della ricerca indicano che oggi in Italia su circa 7 milioni di bambini di età compresa tra i 2 e i 13 anni, ben 2.4 milioni – pari al 35 per cento – hanno la possibilità di connettersi alla Rete da casa. Di questi, almeno 1 milione (il 14 per cento del totale) sono navigatori attivi. La situazione italiana, comunque, non è nemmeno paragonabile a quella esistente in Paesi come Germania e Regno Unito, dove la quota di bambini collegati alla Rete supera il 50 per cento.
Altri dati dicono che i bambini italiani si connettono preferibilmente tra le 19 e le 20, soprattutto di sabato e di domenica. Più in particolare, gli scolari delle elementari navigano quasi sempre in compagnia di un adulto e preferiscono i siti ludici. I ragazzi delle medie, invece, usano internet anche per studiare, scaricare dati, chattare o per la posta elettronica, e spesso lo fanno sa soli. La costante crescita del numero di bambini presenti in Rete, ha commentato il ministro per l’innovazione, Lucio Stanca, in occasione del convegno, rende il tema dell’uso consapevole di Internet di assoluta rilevanza.
MAI CON UNO SCONOSCIUTO
Dieci consigli doc perché i figli non si “perdano”: non digitare informazioni personali, non rispondere a e-mail volgari, stabilire i tempi massimi di navigazione.
Questo decalogo è stato compilato a cura dell’Associazione Digital Kids sulla base di numerosi suggerimenti e consigli reperiti in Rete. Digital Kids (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) , fondata nel 1998 da Giuseppe Romano e Stefania Garassini, è attiva nella promozione della creatività multimediale per i più giovani e lo scorso anno ha curato, in collaborazione con la regione Lombardia, il volume “Digital Kids. Guida ai migliori siti web, cd-rom e videogiochi per bambini e ragazzi”, pubblicato da Raffaello Cortina Editore. Internet e, se fossero più bravi di voi a usare il computer, fatevi insegnare come funziona, trasmettete loro il vostro interesse
UN SALTO NEL VUOTO. LEGISLATIVO
La (difficile) tutela delle leggi. Negli Usa ancora bloccato il provvedimento che garantisce finanziamenti pubblici solo a scuole e biblioteche che installano software-filtro E in Italia? In arrivo nelle famiglie un vademecum "per l'uso intelligente dei nuovi media".
co-fondatrice di Digital Kids
Contenuti illegali, dannosi, inadatti al pubblico dei più piccoli. Negli Stati Uniti, dove Internet è nata.e cresciuta,
termini del genere ricorrono ormai di frequente nel dibattito sugli utilizzi e sulle potenzialità della Rete. Proprio da Oltreoceano arrivano le prime leggi che tentano di regolamentare la difficile materia, tra accuse di censura e ricorsi alla Corte Suprema per sospetto di incostituzionalità. Quando si parla di limitare l'accesso a contenuti on line entra in gioco infatti la difesa del Primo Emendamento della Costituzione americana, che tutela la libertà di espressione. Già: libertà fino a che punto?
Al centro dell'attenzione da qualche mese c'è il Cipa (Children Internet Protection Act), un provvedimento presentato al Congresso Usa nel 2000 che impone a biblioteche e scuole che vogliano ottenere finanziamenti federali l'installazione di software filtro per escludere siti inadatti dalla navigazione in Rete. La normativa è oggetto di attacchi continui da parte delle organizzazioni libertarie americane, che puntano il dito contro l'inadeguatezza di programmi informatici in grado di bloccare siti inadatti solo a patto di escluderne anche molti altri perfettamente leciti.
Emblematico a questo proposito è stato il caso del candidato repubblicano al Congresso Jeffrey Pollock, convinto sostenitore del Cipa, fino a quando non si è accorto che uno dei software filtro più utilizzati includeva anche il suo sito elettorale nella propria lista nera. Il Cipa, che sarebbe dovuto entrare in vigore nel luglio scorso, è ancora bloccato. Il Tribunale di Filadelfia di recente si è pronunciato contro la sua costituzionalità, accogliendo di fatto le critiche al funzionamento dei programmi filtro. È innegabile, d'altra parte, che tali software siano da perfezionare sotto molti aspetti.
LE POLEMICHE NEGLI USA CHI DECIDE COSA E’ INADATTO AI MINORI ?
Ancora più accese le polemiche intorno a un altro provvedimento, il Copa (Child 000ne Protection Act), proposto nel 1998, che ritiene vada punito chi rende accessibile in Rete ai minori materiale considerato per loro dannoso e inappropriato. Al centro del dibattito qui non c'è un problema meramente tecnologico come è quello relativo alle prestazioni dei filtri, ma una questione di carattere etico e sociale: ovvero con che criteri e da parte di chi sia lecito stabilire cosa è inadatto ai minori.
Dopo numerosi ricorsi, la Corte Suprema ha rimandato il caso ai Tribunali dei singoli Stati, stabilendo che non è incostituzionale l'appello, contenuto nel testo della normativa, a una serie di community standards, criteri condivisi, per determinare cosa sia nocivo per un pubblico di bambini e giovani. Si tratta, com'è evidente, di una materia estremamente delicata, ma allo stesso tempo ineludibile, se l'obbiettivo è fare di Internet il luogo di un' autentica "vita sociale", che si basi su valori comuni. L’insegnamento che possiamo trarre dall' esperienza americana è intanto proprio il coraggio di mettere all' ordine del giorno questioni decisive per lo sviluppo della Rete.
L'USO CONSAPEVOLE DI INTERNET: IL NEONATO COMITATO GOVERNATIVO
E in Italia? Se il dibattito normativo attualmente si concentra per lo più sulla legge antipedofilia e sulle proposte per renderla più efficace, stanno nascendo le prime iniziative che intendono promuovere un uso di Internet rispettoso del pubblico dei piccoli. Nel luglio scorso presso il ministero per l'Innovazione e le Tecnologie è stato creato il "Comitato per l'uso consapevole di Internet", con l'obbiettivo di incoraggiare tutte le attività che rendono gli utenti più abili nell'utilizzare la Rete e quindi in grado di valutare e scegliere i contenuti.
La strategia migliore, secondo il ministro Lucio Stanca, resta quella di preparare gli utilizzatori. Allo stesso modo, per citare un paragone dello stesso ministro, il miglior sistema per evitare rischi in piscina è insegnare ai propri figli a nuotare. Dal medesimo spirito è animata l'iniziativa promossa dalla commissione parlamentare per l'infanzia presieduta da Maria Burani Procaccini: un "Vademecum per l'uso intelligente di tv e nuovi media, appena messo a punto, che sarà distribuito a tutte le famiglie italiane con figli di età compresa fra i 6 e i 15 anni. Si tratta di una sorta di gioco "interattivo" che illustra opportunità e rischi dei vari strumenti di comunicazione. «Il primo passo - spiega la parlamentare, promotrice anche di un disegno di legge che dovrebbe integrare l'attuale normativa antipedofilia - è un' educazione all'uso del mezzo. I genitori dovrebbero sentire la responsabilità di non lasciare i propri figli soli davanti al computer, ma di imparare insieme a loro a padroneggiarlo».
PICCOLO VOCABOLARIO
SITO PER I BAMBINI. Un sito Web è un ipertesto, ossia un testo immagazzinato in un computer che consente allettare di seguire percorsi personali di lettura “navigando” tra le componenti delle pagine, senza una sequenza obbligatoria ma in base agli scopi e interessi del lettore. Un sito per bambini offre contenuti ed immagini adatte ai più piccoli.
PORTALE PER BAMBINI. Il portale è un insieme organizzato di siti, una specie di grande magazzino diviso in reparti nei quali trovare prodotti dello stesso tipo. Il portale è quindi una forma di testo composta da blocchi di scrittura e immagini unite tra di loro attraverso una rete di collegamenti. Nei portali dedicati ai bambini questi percorsi portano tutti a siti per i più piccoli.
MOTORI DI RICERCA. A disposizione del navigatore ci sono dei motori di ricerca, ossia degli strumenti che permettono la ricerca di documenti sul Web mediante parole chiave: inserendone una, vengono indicati centinaia di siti nei quali essa è contenuta. I motori di ricerca sono strumenti poco adatti ai bambini perché non discriminano i contenuti dei siti. Alcuni offrono dei "blocchi" per Ie pagine a contenuto pornografico o violento. Esistono alcuni motori di ricerca espressamente costruiti per i ragazzi.
FILTRI. Sono dei programmi sottware che discriminano tra siti per bambini e non individuando parole o immagini "pericolose". Si possono scaricare da Internet o acquistare e possono essere gratuiti o a pagamento.
INTERNET PROVIDER PER BAMBINI. Sono fornitori di collegamento a Internet filtrato. Accedendo cioè alla Rete attraverso questi "connettori" si naviga in un ambiente protetto. I più noti provider dispongono di soluzioni a pagamento dedicate ai bambini. Davide.it è invece l'unico Internet provider gratuito per le famiglie.
M.G.
Il tema è: tagliare il cordone ombelicale, acquisire quella necessaria autonomia per camminare da soli · Riguarda principalmente il rapporto tra genitori e figli, ma non solo: anche il rapporto tra coppie “mature” e coppie giovani, tre maestro e allievo e – perché no?- tra Gerarchia e “fedeli”. · Il cammino psicologico, personale e familiare, per giungere a questa consapevolezza ·Per dare libero spazio alla vocazione di ciascuno.
Software e browser specifici, sistemi di selezione di siti e portali: ecco gli strumenti di "difesa" più comuni. Ma nessuno di essi è perfetto, e spesso per i genitori restano un enigma
di Marco Girardo
Filtri, browser dedicati, software da scovare, scaricare, impostare: per la tutela dei bambini durante la navigazione in Rete gli strumenti esistono, ma rischiano di rimanere un enigma per genitori non troppo avvezzi a "smanettare" sulla tastiera. Col risultato di ritrovarsi a circolare in una Rete sì protetta, ma bucata in partenza. Può tornar utile, quiq,di, fare un breve inventario dei meccanismi di difesa, ricordando anche che in alcuni casi ci sono degli inattesi "talloni d'Achille".
La prima invenzione in ordine di tempo è stata quella dei filtri. Si tratta di programmi informatici, sia gratuiti sia a pagamento, che si possono scaricare da alcuni siti Internet oppure comperare presso un rivenditore di software. Il loro scopo è quello di individuare siti che contengono materiale inadatto ai bambini e impedirne 1'apertura.
Le pagine in cui si può navigare in famiglia vengono selezionate in base a delle "etichette" presenti sui siti. Quasi tutti quelli per bambini sono "marchiati". Il sistema dei filtri presenta tuttavia due limiti: il criterio in base al quale vengono etichettate le pagine (ce ne sono diversi, alcuni non "comunicanti" fra loro) e la possibilità di aggirare facilmente il software: una volta escluso il programma si entra infatti in Rete senza protezione alcuna.
I parametri di selezione delle pagine da scartare possono riferirsi invece alle immagini o a certe parole che rivelano la presenza di materiale pornografico o violento: il guaio è che molti vocaboli posseggono più significati, alle volte totalmente differenti, e 1'esclusione di quello sconveniente decreta automaticamente anche quella di pagine potenzialmente navigabili. Con i filtri, insomma, il viaggio in Rete rischia di avere le ali tarpate. Un sistema più efficace è fornito dai browser appositamente studiati per una navigazione protetta. In questo caso ci si collega alla Rete attraverso un fornitore di collegamento che controlla alla fonte 1'accesso. In Italia ce ne sono diversi a pagamento, forniti dai principali Internet provider, e solo uno gratuito. Si chiama Davide (www.davide.it) ed è nato in una parrocchia. «L’esperienza ha funzionato - racconta il direttore generale di Cometa Comunicazione, Massimo Pintone - e ad oggi le famiglie che si collegano gratuitamente alla Rete sicura sono circa 20mila con un incremento mensile del 15%».
Davide ha un accordo di collaborazione tecnologica con Colt Telecom e riesce a sostenere i costi di un collegamento efficiente e gratuito per i privati facendo pagare invece un canone a scuole, biblioteche, imprese e istituzioni che hanno bisogno di un accesso limitato.
«L’accesso tramite browser ha un doppio meccanismo di filtraggio - spiega ancora Pintone -: il primo funziona come per i normali filtri selezionando le etichette. Il secondo è invece "manuale", o meglio "umano": discriminiamo personalmente, attraverso una rete di oltre 1 000 segnalatori accreditati, i siti adatti e inadatti ai bambini. E questo fu la differenza».
IL LIBRO/ CHI C'È IN CHAT?
Chattare" è nell'era della globalizzazione sinonimo di "conversare". La chat è uno spazio della Rete dedicato al dialogo attraverso le tastiere e i monitor del computer. Un ambiente nuovo, senza confini di sorta, frequentato prevalentemente da giovani. Anche se non interessano direttamente i bambini, quindi, le chat sono una parte integrante del mondo Internet ed è bene conoscerne vizi e virtù. Due psicologi, Wally Festini e Giovanni Martelli, le hanno esplorate a fondo, individuando temi ricorrenti, abitudini ormai consolidate, regole, comportamenti. «Chi c'è in chat?!» (Franco Angeli, pagine 144, 13 euro), racconta insomma "Tutto quello che vorreste sapere sulle chat e non avete mai osato chiedere", come recita il sottotitolo. Nel libro si trova una panoramica dell'esistente, dei tipi di chat e di tutti i loro possibili usi. Il discorso teorico è illustrato da dialoghi vivaci, che permettono di entrare in fretta nel vivo dell'argomento.
M.G.
WWW.DADE.IT, GIARDINETTO DI FAMIGLIA
Dall’esperienza di Davide.it è nato da qualche mese “Dade” (www.dade.it) , un portale-esperimento dedicato ai ragazzi fino agli undici anni. L’associazione Davide Onlus, con la collaborazione di esperti psicologi ed educatori, smentisce l’affidabilità del servizio pensato per la navigazione in famiglia, quella dei genitori con i bambini più piccoli. Il portale è un vero e proprio “giardinetto protetto” coltivato con precisi criteri educativi. Il motore di ricerca interno funziona infatti per grandi categorie di siti che sono selezionati e costantemente visitati dagli esperti. Per il momento ce ne sono 364, sistemati dentro al “motorino di ricerca”: digitando una qualsiasi parola compariranno solo pagine Web testate per i bambini. Oltre ai siti indicizzati, ci sono gli altri servizi di un classico portale, a partire dalla posta elettronica. La “tana multimediale”, nascosta dentro un tronco di una grande quercia, riserva invece giochi. Anche nel caso di Dade l’accesso per i privati è gratuito mentre quello per associazioni Onlus, scuole, parrocchie, o altro costa 130 euro all’anno.
M.G.
Chi ha paur@ della Rete?
Cresce
la presenza dei minori su internet e la famiglia spesso è impreparata a
proteggerli da incontri indesiderati. Allora, come navigare in
sicurezza, sfruttando le ricchezze che il Web offre? "Filtri", blocchi
e divieti non risolvono tutti i problemi. E l’esperto consiglia cari
genitori, state accanto ai figli quando usano il mouse.
Stati
Uniti, domenica mattina. L’home page del sito Internet della Disney è
fra le mete predilette dai bambini non solo americani, che la
frequentano per la qualità dei giochi e delle informazioni sui loro
fumetti preferiti.
In questa particolare domenica,
però qualcuno ha silenziosamente alterato un link, un collegamento.
Fino a pochi istanti prima, chi appoggiava il mouse sul faccione di
Pippo poteva accedere alle divertenti pagine Web predisposte per
l’allampanato amico di Topolino. Ma ora tutto è cambiato: facendo click
si precipita in un sito violento, offensivo, che di divertente non ha
proprio nulla. È una vera e propria trappola, allestita in maniera che
cadervi sia inevitabile.
Chi è stato? E perché si diverte
a sottoporre i bambini a uno shock brutale? Non c’è modo di saperlo; ma
intanto, dal momento in cui l’intruso ha agito a quello in cui Disney
ha ripristinato il collegamento corretto, sono passate due ore. E
quanti bambini di tutto il mondo, in quelle due ore, saranno caduti
nella trappola della violenza, tanto più odiosa quanto più si sentivano
al sicuro in un "luogo" amico e protetto?
7 - Approntare strumenti giuridici appropriati
Ma intanto - anche in
attesa che persone di buona volontà approntino strumenti giuridici e
sociali adeguati - c'è un consiglio antico che vale per Internet come
per ogni altra esperienza. Non c'è nulla di così terribile che non
possa essere affrontato e superato insieme alle persone amate.
Siamo convinti che un bambino non subirà mai un
trauma irrecuperabile se avrà al fianco qualcuno con cui parlarne,
qualcuno in cui ripone la sua fiducia.
Alla nostra civiltà sono serviti più di trent' anni
di televisione per capire che quel parallelepipedo accomodato nelle
nostre cucine e nei nostri tinelli stava alterando i ritmi della
comunicazione familiare. Quell'esperienza può farci risparmiare tempo
rispetto a quest'altra, tanto più pervasiva e dilagante.
Giuseppe Romano
studioso di mass media