Tra il materiale inedito raccolto dalla rivista Vida religiosa del gesuita Bergoglio - oggi Papa Francesco - sulla vita consacrata, vi è il suo intervento nel Sinodo celebrato nel 1994 sulla vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo. Questo intervento fu tenuto nella XVI congregazione generale, il 13 ottobre 1994 dall'allora Vescovo ausiliare di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio.
Tutti noi, di ogni razza, sesso, nazionalità, facciamo Chiesa perché, nel progetto salvifico di Dio siamo Suoi figli. Noi tutti siamo chiamati ad essere santi come è santo il nostro Padre.
Quando la persona umana vive coerentemente la propria condizione, la spiritualità del dono fiorisce come espressione immediata. Essa non consiste in un vago sentimento di benevolenza nei confronti di alcune persone...
Il termine dell'ascesa, scandito dalle Beatitudini, è il raggiungimento dello Spirito, della scintilla divina, del germe della seconda nascita, del punto di tangenza con l'assoluto...
Approfittiamo di tutte le occasioni che la vita monastica ci offre di aprire il nostro cuore, preoccupiamoci anche di creare fra noi quel clima di rispetto, di dimenticanza di sé e di fiducia che lo rende possibile.
Per la maggior parte degli uomini, la libertà è «lo stato di colui che non subisce costrizione». Niente costrizione, libertà d'azione, fare quello che si vuole, non dipendere da nessuno! Ma basta un secondo per comprendere che una tale prospettiva non è che pura utopia. La vita, e in primo luogo la vita biologica, non è in effetti che una rete di dipendenze...
L'equilibrio e l'alternanza tra Lectio Divina, liturgia, e lavoro. Il modo migliore per assicurare questo equilibrio è dare alla Lectio un posto prioritario.
La mia speranza e il mio sforzo è teso a cercare di arrivare a un giorno a questo traguardo: poter rispondere alla stessa domanda con la parola: SÌ.