don Marino Qualizza
Il discorso ci porterebbe lontano, perciò vogliamo solo accennare alle implicazioni più importanti. Non bisogna dimenticare che le affermazioni di Paolo nascono quasi sempre dalla sua straordinaria esperienza personale e dalla trasformazione formidabile che visse quando incontrò personalmente Cristo. Si può dire che il suo fanatismo anticristiano, altro non era se non la valutazione razionalistica di Cristo e dei cristiani. La follia di cui parla è in primo luogo la sua. Ne può parlare dunque con cognizione di causa. Infatti, il contenuto del Vangelo e la rivelazione di Dio nella croce di Cristo è autentica follia secondo la visione umana. Ne consegue il rifiuto del Vangelo e di Cristo. Paolo ne aveva parlato nel capitolo primo in termini sublimi e con evidente accentuazione polemica. Qualità che non gli faceva difetto.
E nel vasto campo del mondo / anche i cuccioli degli uomini / fioriscono nei mille colori / del volto di Dio
Lui sorride timoroso, allarga le braccia, come per giustificarsi. Non ha nulla da dare in cambio: chiede ospitalità.
Credere o non credere? Domanda strana, oggi. Tempo nel quale siamo portati a fare sempre meno domande. E l’assurdo, la percezione che tutto sia assurdo, bussa spesso alla nostra porta.
Oggi più che mai la nostra vita è fatta di scelte. La società consumistica ci pone di fronte a una miriade di prodotti e ci chiede di vagliarli per acquistare ciò si ritiene migliore.
Sino a quando gli uomini non hanno iniziato a volare, nessuno sapeva come fosse la terra vista dall'alto.
Secondo un'indagine pubblicata ai primi di dicembre (2003) un quarto degli italiani ha paura ad uscire di casa la sera.