Presentazione
di Padre Franco Gioannetti
“Nessuno può conoscere Dio se non ha prima conosciuto se stesso” (Filocalia)
“Colui che ha preso coscienza del suo peccato è superiore a colui che ha visto gli angeli” (S. Isacco il siro, sentenze, 50)
A cura di Giorgio De Stefanis
In questa rubrica Vi proponiamo delle tracce di riflessione, su tematiche, che singoli od Animatori potranno approfondire , individualmente o in gruppo, per una crescita umana e spirituale.
(leggi l’introduzione)
Si tratta di evitare il rischio di perdere la propria interiorità vagando troppo al di fuori di sé.
a cura di Padre Franco Gioannetti
Le brevi pagine che seguiranno in vari, successivi, momenti vogliono offrire al visitatore di questa rubrica non tanto un cammino quanto una serie di riflessioni che lo aiutino ad accettare questo dono di Dio che è l’umiltà.
PROGRAMMA:
Capitolo 1
INDICE:
1.0.0 Premessa per l’Animatore
GRAFICI E TAVOLE
1.1.0 Accoglienza
1.2.0 Esercitazione su: Ascoltiamo gli altri quando parlano?
1.3.0 La Bibbia ci propone: Ascoltiamo DIO ed il prossimo?
Lettura della Bibbia in solitudine
1.4.0 Conclusioni dell’incontro
1.5.0 Da Partecipanti ad Animatori
Conoscere se stessi per conoscere Dio:
Questo cammino di conoscenza viene indicato con l’espressione: “ritorna al tuo cuore”.
Ma questo “cuore”, questo essere interiore, di cui ignoriamo o trascuriamo troppo spesso l’esistenza, che cosa è?
EDUCARSI ED EDUCARE ALLA PREGHIERA
Educare il corpo e lo spirito, cuore e gesti, per mettere la vita davanti a Dio, che si è fatto vicino.
Il faro centrale illumina l’altare.
Là chiesa è buia e silenziosa. Qualche giovane entra, alla spicciolata, e viene a sedere sulle prime panche. A ciascuno viene consegnato un foglietto che riproduce una pagina di un “aureo” libretto di Romano Guardini, I santi segni.
PREGHIERA E CONTEMPLAZIONE
Alcuni suggerimenti pratici
1. Pregare è un’arte: non ci si improvvisa “persone di preghiera”, ma come in ogni arte si impara anche qui con umile perseveranza.
2. A pregare si impara pregando, come a nuotare si impara nuotando. Occorre impegnarsi con costanza e regolarità, senza pretendere di vedere risultati rapidi. Pregare infatti è un gesto povero: sembra di sprecare tempo. Spesso fatichiamo a pregare perché non siamo poveri e non sopportiamo la povertà della preghiera.
Siamo abituati alla rapidità e all’efficienza, ma non valgono nella vita interiore, ove si fanno passi e non salti.