Ogni uomo nasce libero e “dotato” della presenza irresistibile dell’Altro. Chi può affermare che l’avventura umana non ha senso? Questo senso non è forse nascosto nella ricerca, nella scoperta dell’identità di Colui che abita in noi?
Il paese del Regno è escatologico, esso si trova al centro della nostra fede e nello stesso tempo sulla terra nuova e nei cieli nuovi. Ma ci sono i segni del Regno lasciati sulla terra vecchia.
Nel gennaio del 2004 il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, su richiesta dell'Esarcato Russo del Patriarcato di Costantinopoli, ha canonizzato cinque nuovi santi, provenienti dalla Russia, che hanno vissuto e hanno trovato una morte eroica e cristiana in Europa Occidentale, in esilio.
Una delle ultime lezioni di padre Aleksandr Men’, il pope russo assassinato nel settembre 1990, fu dedicata al «collega» fucilato dai comunisti nel 1937.
Il battesimo è l’unico sacramento riconosciuto reciprocamente da tutti cristiani - se esso viene compiuto con la formula trinitaria.
Ogni straniero che viene in un altro paese porta con sé il proprio mondo e deve accomodarsi nel mondo d’altri. Il carattere italiano, devo dire, è più compatibile di altri, ma i piccoli “scontri di civiltà” sono a volte inevitabili...
Non ci si può riconciliare sopprimendo lo sviluppo delle altre Chiese, ma ci si può riconoscere anche nella diversità della vita ecclesiale, nello spezzare il pane comune, affinché questo pane diventi di nuovo il segno dell’unità fra gli uomini e degli uomini con Cristo.
Se la preghiera si trova al centro della fede ortodossa, il monachesimo costituisce il nucleo della vita spirituale della Chiesa. La parola stessa “ortodossia” significa glorificazione (di Dio) “buona e giusta”. Perciò il monachesimo è visto prima di tutto come un modo diretto, più chiaro e ovvio di dedicare la propria vita a Dio, di trovare un porto sicuro per la propria anima e di riempirla con la celebrazione ininterrotta, con la supplica e la lode.
Una sorte drammatica e paradossale ha avvolto l'esistenza di padre Pavel A. Florenkij e il destino della sua opera dopo la morte. A differenza di gran parte dei pensatori russi dell'inizio del XX sec., sceglie di permanere in Russia dopo la rivoluzione bolscevica del 1917, nel disperato tentativo di smascherare le diverse forme di mistificazione ideologica e di sostenere la comunità già duramente provata da soprusi e violenze.