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Pubblichiamo il testo integrale del Rabbino capo della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, in occasione della visita di papa Benedetto XIV alla Sinagoga di Roma.

Pubblicato in Mondo Ebraico
Giovedì, 26 Gennaio 2012 09:21

Violinista ad Auschwitz (Paolo De Benedetti)

E’ molto imbarazzante parlare di un bel libro come "Un violinista ad Auschwitz", quando questo è molto più che un bel libro. Vorrei cominciare da un proverbio, un modo di dire in lingua jiddish che dice: “Un piccolo ebreo col suo violino".

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Il grande sconvolgimento della separazione delle Chiese d’Occidente da quella cattolica dipese in parte da una richiesta di rinnovamento. Oggi i problemi sono diversi e comuni. E si avverte più viva l’esigenza di un ecumenismo di documenti, ma anche di esperienze pratiche comuni.

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Venerdì, 08 Gennaio 2010 20:37

Aspetti dell'ecclesiologia ortodossa

Un aspetto importante della dottrina sulla chiesa è la sua cattolicità. La cattolicità della chiesa poggia sul principio del suo carattere locale, il che significa che ogni chiesa locale incarna l’intera essenza della chiesa. Ogni chiesa locale è, in un determinato luogo, una rivelazione della pienezza essenziale della chiesa.

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Amore e giustizia:
rapporti e contraddizioni

di Roberto Della Rocca*

Un colloquio ebraico-cristiano

Per iniziare la riflessione sul rapporto tra l'amore e la giustizia, parto da un midrash che commenta l'inizio del libro della Genesi.

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Mercoledì, 02 Dicembre 2009 21:36

Qibla (Maria Domenica Ferrari)

QIBLA

 

di Maria Domenica Ferrari

La parola araba qibla indica la direzione verso la quale si deve rivolgere il fedele per la preghiera.

La direzione è quella della Mecca, la qibla “assoluta” è il punto intermedio tra la il tubo della grondaia della Ka'ba e l'angolo occidentale di essa.

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In che cosa corsiste la pratica dello Zen? Il Maestro Dogen dette questa definizione: «Studiare la via di Buddha significa approfondire se stesso; approfondire se stesso significa dimenticare se stesso; dimenticare se stesso significa vivere negli altri; vivere negli altri significa far cadere il corpo e lo spirito, sia di se stesso, sia degli altri», cioè superare il dualismo io-altro da me.

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Domenica, 11 Gennaio 2009 18:31

La cattolicità del martirio (Vladimir Zelinskij)

La cattolicità del martirio

di Vladimir Zelinskij





“Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso… Sia che viviamo, sia che moriamo siamo dunque del Signore”, dice san Paolo (Rom 14,7). È il pronome al plurale che stupisce in questa confessione. Che l’io di un convertito, fulminato da Cristo, si sia tramutato in “noi”. Come se qualsiasi battezzato fosse l’apostolo delle nazioni. Come se le nazioni fossero Paolo. “Ogni cosa era fra loro comune” (Atti 4,32): anche il proprio io può essere prestato alla Chiesa, senza perdere la sua identità particolare. Il nocciolo della persona è davvero quel “del Signore”, in cui ogni uomo può riconoscere l’altro come se stesso, nel suo credere, vivere, morire. La morte, come la fede, può essere una, santa, cattolica e apostolica perché “nessuno muore per se stesso”, ma entra nella vita condivisa con il Crocefisso e con tutti i fratelli addormentati o ammazzati in Lui. L’unità nella morte del Signore e la cattolicità del martirio una volta erano il deposito della fede comune, la ricchezza che insieme possedevamo. Con i secoli della divisione abbiamo però perso la certezza che il sacrificio del mio prossimo si riflette su di me e sulla mia fede - e se il suo tempo è compiuto, il mio sta maturando.

Quel tempo s’avvicina ogni volta che ci giunge la notizia della morte di un cristiano martirizzato in qualche angolo della terra. “Non chiedere per chi suona la campana”, disse John Donne, il poeta inglese del XVII secolo, “essa suona per te”. Il suo rintocco apre le nostre orecchie al mistero del sacrificio nel quale siamo tutti partecipi. I veri martiri non sono solo vittime o poveri sfortunati, la loro morte è come un’offerta portata al medesimo altare dove si compie il sacramento fatto “in memoria di Me”. I testimoni entrano in questa memoria e così nasce anche la loro comunione spirituale che supera i confini del tempo – ma anche, oserei dire, gli abissi delle divisioni. Nella cattolicità del martirio per il Signore la comunione invisibile dei martiri potrebbe un giorno diventare visibile e concreta e l’unità stessa – da un ricordo lontano o dal sogno - può manifestarsi in una realtà vivente e sacramentale. La campana continua a suonare per risvegliare in noi le voci delle testimonianze passate, future, odierne, eterne. In questo coro il piccolo io finora chiuso in sé si riconosce e si apre alla fratellanza senza confini temporali, geografici, confessionali.

Il secolo alle nostre spalle è un secolo di una grande apostasia, ma anche di un grande martirio. Lo tsunami dei regimi atei o idolatri ha ucciso più cristiani che, forse, in tutte le persecuzioni dei tempi antichi. Dobbiamo però confessare: la loro eredità spirituale lasciataci nella morte, nella tortura o nell’umiliazione oggi non è da noi molto richiesta. Sentiamo davvero la campana che fa risuonare la speranza della risurrezione dell’unico Corpo Mistico, quando veniamo a sapere del sangue versato dai cristiani nel Medio o nell’Estremo Oriente o nelle ultime riserve dell’utopia?

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Lunedì, 22 Dicembre 2008 00:34

XXV. La Chiesa Ortodossa del Giappone

L’Ortodossia in Giappone è divenuta presto un fenomeno indigeno che le ha permesso di sopravvivere ai periodi di ostilità tra Giappone e Russia. Il processo si completò nel 1972 con l’installazione del vescovo Teodosio come primo metropolita nativo giapponese.

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Domenica, 21 Dicembre 2008 23:50

Copti. Cristiani eredi di San Marco

COPTI. Cristiani eredi di San Marco

Tutto ebbe inizio con le prediche di San Marco in Egitto. Fu infatti l’evangelista a fondare la prima Chiesa cristiana in Nord Africa. Da quella prima comunità si sviluppò la Chiesa copta (termine che deriva dall’arabo qubt e significa egiziano). Una Chiesa che si inserì nell’alveo delle Chiese ortodosse differenziandosi però in quanto monofisita, cioè che pone l’enfasi sulla natura divina di Gesù Cristo.

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