Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input
Figlio mio, se ti presenti per servire il Signore prepara l'anima tua alla prova. Mettiti sulla strada giusta e mostrati deciso, per non smarrirti nel tempo dell'avversità (Siracide 2, 1-2).
Mi chiedono che cosa si debba fare per non perdere la speranza… Una domanda di quelle toste. Ove il rischio che si corre è il farci una bella lezione – per gli altri, naturalmente.
Siamo davanti a un aspetto paradossale: non si dovrebbe parlare del silenzio. O scriverne. Si può soltanto tacere.
La fede è il modo di conoscere le cose che non si vedono. E noi le conosciamo insieme e questa conoscenza condivisa ci porta alla grande speranza dell’unità nella fede.
Si concorda nel riconoscere che la chiara affermazione del monoteismo, quale apparirà nel Deutero-Isaia (Is 40-55), per esempio, è il risultato di una lunga evoluzione.
Il silenzio non è solo tacere o stare semplicemente da soli: il silenzio da imparare è quello interiore. È necessario per curare e arricchire la vita interiore.
Se questo secolo è stato aperto dal martirio dei monaci di Tibhirine, questo deve avere un significato per noi che cerchiamo di comprendere come debba evolvere la vita monastica cistercense trappista nel XXI secolo.
Su quest’isola del Pacifico il culto ancestrale celebra la terra nutrice, culla dello scambio perpetuo fra vivi e morti visibile e invisibile. Pietra angolare di tale interazione, il guaritore del clan.
Sembra che l'autore non voglia raccontare i fatti organicamente, ma si soffermi soprattutto a descrivere quegli episodi che più hanno colpito la sua immaginazione. Il risultato è un' opera quasi antologica.