Se la felicità, indissociabile dalla disgrazia nel giudaismo, dipende prima di tutto da Dio, non deve nulla al caso perché rimane intimamente legata al libero arbitrio dell'uomo e alla sua religiosità. Così la gioia è la conditio sine qua non della pietà tanto quanto il frutto della ricompensa divina che essa può suscitare.
La ricognizione sul modo in cui è stata accolata "Nostra Aetate 4". La produzione editoriale ha fatto comprendere che l'ebraismo come stimolo e materia teologica è fondamentale per il cristianesimo. Ma questa nuova sensibilità non arriva alla base.
Malgrado le società dell’antico medio oriente fossero essenzialmente a carattere patriarcale, la Bibbia riserva un immagine favorevole alla donna, sia in ambito famigliare sia all’interno della vita religiosa d’Israele.
Per noi è ebreo chi ha acquisito l’appartenenza al popolo ebraico ed è quindi tenuto alle responsabilità che tale condizione comporta.
La Nostra aetate non è un testo in se stesso dialogico; essa piuttosto concerne alcune precondizioni indispensabili perché il dialogo possa avvenire. In definitiva si tratta dei modi con cui si guarda l'«altro».
Rabbi Shneur Zalman, il Rav della Russia, era stato calunniato presso le autorità da uno dei capi dei mitnagghedim, che condannavano la sua dottrina e la sua condotta, ed era stato incarcerato a Pietroburgo.
Lo scopo della Giornata non è pregare per gli ebrei, ma iniziare i cristiani al rispetto, al dialogo e alla conoscenza della tradizione ebraica. La quinta parola del Decalogo.
Giustamente tu dici che dipende da noi vivere la vera vita per perfezionarla nella nostra unicità. Ma, secondo l'insegnamento cristiano che ha frainteso il significato e il fondamento di Gesù, non dipende da noi, ma dall'essere stati più o meno scelti. Il nostro insegnamento invece è questo: ciò che conta non è che Dio mi abbia scelto, ma che io scelga Dio...