di Tomàs Spidlìk
Il modo di vivere da contemplativi sembra essere riservato ad alcuni che hanno scelto questa via di perfezione negli ordini di clausura. Al contrario, nella spiritualità dei Padri greci ed orientali, contemplare è il modo genuino di vedere la realtà in maniera cristiana. Il termine greco theòria venne interpretato come se fosse composto da Theos (Dio) e horao (vedere). La contemplazione (theòria anche gnosis) viene definita quindi come lo sfòrzo continuo di vedere Dio in tutto ciò che esiste. In maniera perfetta fu contemplativo Adamo nel Paradiso. Contemplando, torniamo quindi allo stato dell'uomo innocente prima del peccato e pregustiamo la felicità futura.
di Tòmas Spidlìk
L'elevazione della mente o del cuore?
La definizione tradizionale della preghiera dice che essa è “l’elevazione della mente a Dio”. La sua origine risale fino a Platone. Gli autori cristiani l'hanno adottata, ma anche interpretata affinché diventasse più completa. Non è solo la mente ad essere attiva nell'orazione, ma l'uomo intero, anche se il ruolo decisivo spetta all'anima. In essa distinguiamo tre facoltà: l'intelletto, la volontà, il cuore. Ciascuna di queste tre "facoltà" può essere più o meno dominante nei vari tipi di preghiera.