O notte santa, notte avventurata
che accogliesti il vagir d'un Neonato
Figlio di Dio e dell'Immacolata,
candido giglio sbocciato.
Notte che udisti il gioioso concerto
dei cori angelici lieti cantare:
“Gloria sia a Dio”, e il salvifico evento
ai vigilanti pastori annunziare.
O notte santa piena di letizia,
allor che sulla terra tutto tace,
sei irradiata dal so di giustizia
che reca al mondo l'amore e la pace.
………
Ad altra notte ancor sovente penso:
notte piena di pianto, notte d'agonia
quando Gesù, sotto un dolore immenso,
prega: “Quell'ora allontanata sia”.
Notte che al crudo bacio inorridisti,
quando il divin agnello fu tradito,
gl'insulti e le bestemmie ancor udisti,
mentre da schiaffi e pugni era colpito.
Allor che in croce fu posto il Signore,
a tanta iniquità tu non reggesti
notte, e veloce, al dì rubando l'ore,
agli occhi della Madre il sottraesti.
Notte di Pasqua, sol di luce piena,
quando Gesù risorge a nuova vita,
spezzando della morte ogni catena,
schiude il cammino alla gioia infinita.
O notte santa, davvero gloriosa,
la terra al fin si ricongiunge al cielo;
con il Risorto risorge ogni cosa
ed all'arcano alfin strappato è il velo.
Notte non eri più! Era il mattino
quando il fulgente angelo, nell'orto,
diede alle “pie” l'annuncio giulivo:
“Egli non è più qui, Egli è risorto”.
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