Maschi e femmine dai 7 ai 20 anni
Premessa metodologica.Ogni lettura sulle differenze tra maschi e femmine può essere fatta in
chiave biologica, psicologica e sociale ma questa divisione è puramente
scientifica perché tutti gli aspetti delle differenze si integrano e
ciò appare il più delle volte di difficile interpretazione.
Una seconda premessa si basa sulla modalità di
osservazione che può essere qualitativa e quantitativa. Mentre alcune
differenze qualitative sono evidenti e si riportano essenzialmente sul
versante biologico (caratteri sessuali primari: sviluppo degli
attributi genitali, distribuzione dei peli, ecc.) le differenze sul
versante psicologico sono più frequentemente di ordine quantitativo e
quindi vanno lette più nel campo della possibilità che della certezza.
Per quest'ultimo aspetto può essere utile la parola dimensione che dà l'idea in termini di rappresentazione a differenza del termine categoriache al contrario ci porta all'idea di qualcosa che c'è o che non c'è.
Così mentre è chiaro, salvo patologia, che cosa è un maschio o una
femmina dal punto di vista fisico (categoria) altrettanto non lo è da
molti punti di vista psicologici (dimensione). Sulla dimensione di
femminilità o di mascolinità si sono appunto creati molti aspetti di
ordine culturale, pregiudizi, diverse opportunità ma anche attribuzione
di ruoli, funzioni e simboli.
In merito i lettori che desiderano approfondire
questi aspetti devono chiarirsi la dimensione della bisessualità per la
quale in ogni maschio c'è una componente femminile e viceversa, nella
femmina c'è una componente maschile; maschile e femminile sarebbero
aspetti di percentuali aumentati o diminuiti dalla cultura (e quindi
principalmente dall’educazione) su una componente genetica data
(categoria).
Per orientarsi sulla complessità dello sviluppo
dell'identità di genere vengono forniti nella tabella di seguito i dati
riguardanti le età corrispondenti, grosso modo, a quelle delle tre
branche; la colonna centrale indica l'aspetta evolutivo considerato
mentre nella colonna di destra e di sinistra vengono prospettale,
rispettivamente, le differenze tra maschi e femmine.
L'idea generale della tabella parte dalla concezione che maschi e femmine abbiano due costruttie cioè due modelli mentali diversi e che pare siano presenti
indipendentemente dalle culture (ad esempio quella occidentale e quella
orientale) anche se l'ambiente valorizza o sottostima i due modelli
secondo le varie fasi storiche come è a tutti noto. L'importanza dei
fattori di correzione è tale che un costrutto di genere può essere
radicalmente velato dalla funzione sviluppata: in altre parole a
livello psichico potrebbe succedere quanto accade nell'allenamento di
alcune parti del corpo in determinato sport in cui i muscoli allenati
sono più evidenti rispetto a quelli che non lo sono. Deve segnalarsi
che le differenze soprasegnalate derivano dalle ricerche effettuate con
test proiettivi che documentano cosa si muove nel mondo interno e che
ritengo, pertanto, più fedeli nella documentazione di un concetto così
intimo ed astratto ma anche ambivalente e pericoloso come quello di
identità. Per il suddetto motivo l'uomo ha inventato, in mancanza di
una sufficiente capacità del linguaggio, ordini simbolici specifici e
che C.G. Jung ha creativamente riunito nell'immagine di "anima" (per
gli uomini) e di "animus" (per le donne) quale ricerca laboriosa ma
fedele della parte mancante. Gli educatori, soprattutto se dotati
d'intelligenza e capacità di osservazione, hanno la fortuna di poter
osservare come queste immagini mentali e rappresentative del costrutto
di genere si originano, si sviluppano e si consolidano.
Maschi | Dimensioni evolutive | Femmine |
Costrutto | Per tutta la fascia d’età presa in considerazione (7-20 anni). | Costrutto relazionale: viene cioè riconosciuto al genere maggiore capacità di relazione. |
Commento e | Sette-otto anni: Interesse per il soprannaturale e il magico. Maggiore aggressività rispetto all’età precedente. | Maggiore attaccamento alle persone, maggiore capacità di generalizzazione. Maggiore aggressività ed espansività. |
Maggiori Maggiore adesione al pensiero comune. | Nove-dieci anni: Molto critico verso l’altro. Tendenzialmente superstizioso. | Maggiori preoccupazioni per i dettagli, maggiore impulsività; maggiore tendenza al pensiero superstizioso. |
Maggiori comportamenti non controllati, maggiore ansia | Undici anni: | Sono più mature e rivelano distacco dai dieci anni maggiore che nei maschi. Maggiore coinvolgimento nella relazione. |
Minore oppositività nei confronti dell’adulto | Dodici anni: aumento dell’entusiasmo e della disponibilità a nuove esperienze; emozioni forti ma incontrollate e amorfe. Intenso interesse per gli altri e grande interesse per il mangiare. Maggiore concretezza. | Ulteriore Maggiore esuberanza |
Maggiore evidenza dei dati di cui a destra. Presenza più evidente di conflitti (cioè di emozioni opposte). | Tredici anni: | Minore evidenza dei dati di cui a sinistra; maggiore evidenza dell’attitudine alla riflessione |
Maggiore espressione del pensiero teorico e astratto. Maggiore capacità critica verso gli altri | Quattordici anni: | Migliore espressione dell’esuberanza. |
Comparsa più | Quindici anni: situazione opposta all’età precedente; si traduce con una minore espressione intellettiva ed emotiva. | Minore espressione delle caratteristiche dell’età. |
Maggiore direzione e sicurezza del Sé | Sedici-diciotto anni: uscita dalla "crisi" dei quindici anni; emozioni più approfondite, pulsioni più forti. Il soggetto è più aperto e meno sfuggente; maggiore è l’adattamento | Maggiori fantasie ad occhi aperti come indizio di una capacità più plastica della rappresentazione delle relazioni. |
Minore evidenza del costrutto del Sé | 18 anni- prima fase dell’età adulta:i costrutti di personalità si sono stabilizzati; i cambiamenti sono al | Maggiormente evidente il costrutto relazionale. |
Fattori di correzione | ||
L’estroversione | Sono legati alla tipologia di personalità, allo sviluppo di alcune funzioni piuttosto che altre. | L’estroversione |
Salvatore Settineri
Professore associato di Psichiatria,
Dipartimento di Neuroscienze,
Università di Messina.
Da "Proposta educativa" 3/2003