Famiglia Giovani Anziani

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Mercoledì, 30 Marzo 2005 21:26

L’ACCOGLIENZA NELLA COMUNITA’

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PRIMA PARTE

APRIRSI ALL’ACCOGLIENZA

 

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Accogliersi per saper accogliere

L’ACCOGLIENZA NELLA COMUNITA’

Farsi prossimo a coloro che ci vivono accanto

 

Quando sono arrivato qualcuno mi ha accolto con un sorriso dandomi un foglio, un altro si è fatto avanti accogliendomi in nome del parroco: posso quindi affermare che stasera sono stato accolto tra voi, non mi sono sentito uno di passaggio.

La riflessione di stasera si svilupperà in cinque punti intorno ad una considerazione di base: “Una comunità cresce se cresce l’accoglienza”. Gesù, nostro maestro, nel Vangelo ci ha dato tanti esempi di accoglienza: “Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro”,…impariamo da Lui!

 

CONOSCENZA TRA PARROCCHIANI

Il primo passo da compiere per diventare una comunità accogliente è quello di conoscerci tra noi. Stasera, per esempio, ci conosciamo tutti? Se ci guardiamo intorno, vediamo solo volti noti o anche persone con cui non abbiamo mai scambiato neanche un saluto?

In una grande parrocchia è difficile conoscersi tutti  ma , almeno tra noi che frequentiamo la chiesa, sarebbe importante crescere nell’accoglienza. Le occasioni non ci mancano: trasformare il segno di pace con il vicino di banco in un’occasione d’incontro, non temere di parlare sottovoce, prima dell’inizio della funzione, con chi ci sta accanto, non scappare di corsa alla fine della Messa ma attardarsi a salutare chi già conosciamo e anche chi non conosciamo. Perché i Movimenti hanno così successo? Per tanti motivi ma anche perché chi vi partecipa si sente accolto, è riconosciuto con il proprio nome. Impariamo da loro!

 

I GRUPPI COME COMUNITA’…

Nella parrocchia

 

 

...APERTE A TUTTI...

Ma non basta. La comunità cresce se chi fa parte di un gruppo riesce ad essere accogliente verso chi non ne fa parte, non vede un nuovo arrivato come un intruso ma come un fratello; se, chi vi partecipa per la prima volta, non si sente accolto non torna più. Se un gruppo non si apre, è destinato a morire perché il suo obiettivo deve essere quello di diventare una piccola comunità aperta agli altri.

 

...E PARTE VIVA DELLA PARROCCHIA

Una parrocchia: tanti gruppi che funzionano, ogni gruppo partecipa quasi al completo alle attività o agli impegni che lo riguardano, ma quando il parroco propone un’iniziativa aperta a tutti, che coinvolge l’intera comunità, i gruppi si squagliano, partecipa solo una piccola minoranza. Quante volte ho vissuto questa esperienza come parroco! I gruppi devono sentirsi parte della comuni-tà, non isola felice e appartata, e il momento comunitario per eccellenza è l’Eucarestia domenicale. La parrocchia deve essere sentita e vissuta come co-munità di tante piccole comunità!

 

PARROCCHIA CHE SI FA PROSSIMO

Questa comunità, che è la parrocchia, cresce se è attenta non solo ai suoi, a coloro che partecipano, ma se sa farsi prossimo a tutti coloro che abitano nel suo territorio. Occorre che i cristiani sappiano vedere e farsi carico delle situa-zioni di disagio delle persone che abitano vicino a loro e si facciano portavoce in parrocchia di chi soffre, di chi è ammalato o sta morendo, di chi è solo. La parrocchia deve diventare punto di convergenza delle esigenze del territorio. Guardiamo a Gesù che, nel suo agire, è attento alle persone, ai discepoli, alla gente tutta e chiediamogli l’aiuto per far diventare questa parrocchia una vera comunità d’accoglienza!

don Guido Fiandino della diocesi di Torino

 

 

Domande per la Revisione di Vita

· Come sono stato accolto nel gruppo cui faccio parte? Ne sono stato soddi-sfatto, o si sarebbe potuto fare meglio?

·    Nel gruppo c’è la stessa attenzione verso tutti i componenti? Se qualcuno è messo in disparte come possiamo fare per accoglierlo meglio?

·   

Brani per la Lectio Divina

· 1 Corinzi 12, 4-27 (diversità e unità dei carismi);

·         Giacomo 2,1-13 (accoglienza alle agapi).

 

Letto 3782 volte Ultima modifica il Domenica, 26 Giugno 2005 20:36

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