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Sabato, 02 Ottobre 2010 17:15

Per educare al consumo

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Michele Aglierì e Monica Parricchi, FAMIGLIA OGGI. 6/2008: 88-89

Gli uomini e le donne di oggi sono sempre più imbrigliati dalle logiche del consumismo. Possiamo ancora  sciogliere questi condizionamenti? Un originale progetto della Commissione europea, il portale "Dolceta", si affianca a tutte le famiglie, e non solo, per orientarle verso scelte responsabili all'intemo della variegata offerta della rete.


Tra le molte e note provocazioni di Zygmunt Bauman, Homo consumens permette qualche riflessione in merito a un tratto - il consumismo - proprio dei modi di vivere dell'uomo postmoderno. Un fattore su cui le considerazioni non mancano, ma che solo nelle taglienti letture del sociologo polacco assumono toni forti e spregiudicati:
•    la società dell'inganno. In un gioco al condizionamento del tutto sconosciuto nella precedente era moderna, «la società dei consumi si fonda sulla frustrazione delle attese» per non deludere il mercato globale. La repentina e continua generazione di bisogni, di cose nuove al posto di quelle velocemente consumate è un indice di salute del sistema;
•    il bombardamento dell'informazione. «Una strategia di sopravvivenza fondamentale nella società dell'informazione consiste nel sapersi proteggere dal 99% delle informazioni ricevute e indesiderate», ma la predisposizione di filtri e di strumenti per una partecipazione critica appaiono compiti proibitivi per l'uomo di oggi;
•    lo sciame. «Gli sciami non sono squadre: non conoscono la divisione del lavoro. A differenza dei gruppi veri e propri non sono più dell'unità delle loro parti, sono particelle autopropellenti (...) possiamo dire che abbiano una solidarietà puramente meccanica: ogni elemento ripete singolarmente i movimenti degli altri dall'inizio alla fine». Questo è l'homo consumens (Z. Bauman, Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi, Erickson, Trento 2007).


Come emergere da tutto questo? Come fare per uscire dallo "sciame" senza sentirsi "perduti" o "smarriti"? E’ ancora possibile identificare una posizione nettamente esterna piuttosto che interna alla dinamica consumistica, o la complessità in cui ci troviamo a vivere ci condanna a posizioni di frontiera, sospesi fra la tensione alla libertà di scelta e l'indistinto gregarismo? Al di là dell'ampio movimento associazionistico che in questi anni sta facendo del consumo equo e solidale e dei connessi principi etici una bandiera, il consumatore, soggetto senza dubbio "attivo", ha oggi il dovere di attuare, prima ancora che di esibire in volontaristiche "astinenze" o  proteste, degli sforzi nella direzione di un uso ragionato e massimamente consapevole delle "opportunità" del mercato, dei servizi e degli strumenti, il cui primo passaggio - crediamo - sia il disegno di un quadro conoscitivo sulle strutture e sulle definizioni del mercato, della pubblicità e dei problemi etici, giuridici e ambientali. Le persone, "strozzate" da logiche indotte (pensiamo, per fare un esempio, al compulsivo utilizzo che oggi si fa del credito al consumo, con esiti spesso drammatici per le economie familiari), devono abbandonare una quotidianità irriflessa per iniziare a fare di ogni decisione - per quanto possibile - un evento carico di significato e razionalità. Conoscere ciò che ci sta intorno - e che dunque ci riguarda - è la prima regola.
Il progetto Dg sanco (Directorate Generali for Health and Consumer Affairs), l'organismo della Commissione europea per le politiche a tutela dei consumatori, tra le sue varie iniziative dal 2003 promuove, in collaborazione con Eucen (European Continuing Education Network) e con varie università europee, il progetto Dolceta - Development of On Line Consumers Education Tools for Adults (Sviluppo degli strumenti di educazione del consumatore online per adulti). Si tratta della progressiva costruzione di un portale in Internet per la formazione al consumo, declinato nelle lingue e nelle peculiarità culturali e territoriali dei 27 Stati membri.
Inizialmente l'Italia era rappresentata dall'Università La Sapienza di Roma;  attualmente la collaborazione è affidata all'Università Cattolica di Milano e al coordinamento del prof. Cesare Scurati, direttore del Cep@d (Centro di ateneo per l'educazione permanente e a distanza). Dal 2004 al 2006 (con la collaborazione de La Sapienza) sono stati realizzati due moduli (I diritti dei consumatori e I servizi finanziari) attualmente disponibili in Rete all'indirizzo www.dolceta.eu.

Strumento di autoformazione
Nel 2007 è stato avviato il lavoro per la progettazione e realizzazione di altri 5 moduli: Sicurezza dei prodotti (appena pubblicato), Formazione degli insegnanti, dei formatori, e degli educatori all'educazione al consumo (di cui verrà celebrata la pubblicazione con un incontro aperto a tutti gli interessati all'Università Cattolica di Milano il prossimo 10 dicembre), Consumo sostenibile. Servizi di interesse generale e Alfabetizzazione economica (la pubblicazione di questi ultimi è prevista nell'autunno 2009). L'opportunità di fruire di uno strumento di autoformazione on line permette al cittadino, secondo esigenze e tempi propri, di garantirsi una risorsa affidabile per le informazioni e l'aggiornamento (i contenuti sono il frutto dello sforzo congiunto di esperti di consumo, pedagogisti ed esperti di tecnologie informatiche) e di disporre di una base di orientamento all'interno della variegata offerta - come poco fa sottolineavamo - della Rete.
Il portale Dolceta ha il merito, in una realtà informativa complessa e spesso priva di riferimenti significativi, di centrare un macrotema - il consumo - in una forma estesa (le circa 150 pagine web che danno contenuto a ciascun modulo equivalgono a circa 60 ore di autoformazione) con chiarezza espositiva, varietà di strumenti (dalla lettura di contenuti alla proposta di attività, al test di autovalutazione) parlando all'universo dei soggetti adulti (dal cittadino, al genitore, all'insegnante). Il tutto nel tentativo di massimizzare l'ottica di servizio alla persona.
Se - come rammentavamo in apertura - muoversi nella società del consumo è un esercizio tutt'altro che semplice, lo sforzo nella dirczione di una partecipazione reale e concreta in luogo di forme surrogate di libertà va fatto.

Michele Aglierì e Monica Parricchi (dottore di ricerca in Pedagogia e ricercatore alla Libera Università di Bolzano)

Letto 2521 volte Ultima modifica il Lunedì, 22 Novembre 2010 16:36

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