Famiglia Giovani Anziani

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Giovedì, 18 Novembre 2010 08:26

Violenza e Bullismo

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I media sempre più spesso raccontano episodi di violenze i cui autori sono ragazzi, anche minori. In particolare preoccupa il fenomeno del bullismo di fronte al quale genitori ed insegnanti hanno il dovere di intervenire. Ma l'azione non puo essere solo repressiva. Bisogna preventivamente educare i ragazzi ai sentimenti e alle emozioni.

 Il difficile controllo delle emozioni. Violenza e Bullismo. Stella F. - mondovoc, Anno 18, n.5, 2010: 4-6.


Alcuni fatti di cronaca

La cronaca frequentemente denuncia episodi di violenze perpetrate da ragazzini che si macchiano di gravi reati o compiono azioni del tutto irresponsabili.

Mi vengono in mente alcuni fatti particolarmente sconcertanti, registrati nell'ultimo decennio, che hanno toccato ambiti diversi, dall'omicidio, all'intolleranza, alla violenza sessuale, compiuti sempre da giovanissimi, spesso totalmente incapaci di comprendere la gravità dei propri atti. E' I'11 febbraio del 2001 quando in una villetta di Novi Ligure gli inquirenti trovano i corpi senza vita di una donna e di un suo figlio, appena undicenne, massacrati a colpi di coltello.

Dopo pochi giorni di indagini si scopre un'atroce verità. Ad uccidere in modo efferato Susy Cassini e Gianluca De Nardo è stata Erika, la figlia della vittima e sorella del bambino, aiutata dal suo amico Omar.

Anno 2007. In una scuola quattro minori maltrattano un ragazzo disabile. Gli urlano nelle orecchie, amplificando Ie voci con un tubo di cartone; lo costringono a scimmiottare mentre lo deridono, si prendono gioco di lui e lo strattonano. Lo obbligano ad accendere una sigaretta con un accendino modificato che brucia il volto della vittima indifesa. Non paghi, riprendono le scene con il cellulare e decidono di pubblicarle su internet, pensando così di enfatizzare Ie loro "gesta eroiche".

II primo febbraio 2009 la cronaca registra un altro aberrante episodio di violenza ai danni di un senzatetto indiano, picchiato, cosparso di liquido infiammabile e poi bruciato da tre ragazzi, di cui uno minorenne. Gli autori di questo atto di barbarie, identificati e poi interrogati in questura, hanno dichiarato di averlo fatto per concludere la serata (dopo aver bevuto e fatto uso di sostanze stupefacenti) con un'emozione forte, compiendo un gesto eclatante. E’ recentissimo invece I'episodio di violenza sessuale, consumatosi in classe durante una lezione, che vede coinvolti alcuni minori e una loro compagna di classe, destinataria dei soprusi. Mentre l'insegnante interroga, alcuni alunni con i loro corpi coprono alla sua vista la violenza che intanto si sta consumando in fondo alla classe. Sono solo alcuni dei tanti episodi sconcertanti, a cui assistiamo sempre più spesso e rispetto ai quali a volte ci sentiamo impotenti, alimentati da un profondo e incomprensibile odio, da una scellerata intolleranza, dalla più acuta stolidità.

 

II bullismo

In particolare si assiste sempre più frequentemente a manifestazioni di bullismo. I dati dell'ottavo rapporto nazionale sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza, realizzato da Eurispes con la collaborazione di Telefono Azzurro, denunciano che il 27,5% dei bambini e il 35,6% degli adolescenti sono vittime di atti di bullismo. II fenomeno interessa Ie fasce d'età dai sette ai sedici anni circa e si manifesta sotto forma di soprusi e vessazioni rivolte nei confronti di soggetti ritenuti fisicamente, socialmente o psicologicamente più deboli. II bullismo può manifestarsi in vari modi. Si distinguono solitamente due tipologie di atti vessatori: quelli diretti e quelli indiretti. I primi, propri dei maschi, si manifestano con violenze fisiche e psichiche, minacce, scherni, insulti. I secondi sono invece tipicamente femminili e si sostanziano nell'emarginazione e nell'isolamento della persona presa di mira. Esiste poi una forma tutta nuova di bullismo veicolata attraverso la rete e denominata appunto cyberbullismo, che si sta diffondendo spaventosamente e che risulta ancora più subdola e pericolosa, per la mancanza di contatto diretto tra vittima e vessatore, il quale a volte riesce anche a restare anonimo e quindi non identificabile.

Le conseguenze del bullismo, se non arginato e osteggiato correttamente, possono essere pesanti sia per le vittime che per i bulli. Le prime, come è facile immaginare, vivono continuamente stati di disagio ed ansia arrivando, nei casi peggiori, ad un crollo dell'autostima e della fiducia in se stessi. I bulli dal canto loro, se non rieducati, rischiano di sviluppare comportamenti fortemente antisociali, di diventare irrispettosi delle regole (che non riconoscono) e di andare incontro a conseguenze nefaste sul piano psicologico e legale. Anche la collettività risente negativamente del fenomeno. L'impotenza rispetto a questi sconcertanti avvenimenti crea uno stato di forte stress sociale e contribuisce allo sviluppo di sentimenti negativi quali l’omertà e il qualunquismo.

 

Cosa fare contro il bullismo

Non e facile riconoscerlo e, alle volte, si preferisce far finta di non vederlo, perché spaventa, perché obbliga a fare scelte severe anche se necessarie. Adulti, genitori e insegnanti in modo particolare, non possono però sottovalutare il problema. Affrontarlo non è semplice, ma ignorarlo significa avallare indirettarnente l’agire indisturbato dei piccoli vessatori. L`azione deve essere svolta su più fronti. Bisogna da un lato ascoltare le vittime e far capire loro che non sono sole; dall'altro è indispensabile affrontare i bulli e scoperchiare quel vaso di Pandora che contiene tutti i loro problemi, dalle paure ancestrali, all’insicurezza, alla carenza di valori e spesso di figure guida, alla noia che accompagna la vita vuota di molti adolescenti, al cattivo esempio fornito da adulti troppo accondiscendenti o troppo distratti. Ma necessario è anche rafforzare la rete di relazioni e confronti tra adulti per trovare soluzioni comuni. Nella maggior parte dei casi le vittime degli atti di bullismo non hanno il coraggio di denunciare quello che subiscono o perché minacciati o per la vergogna di dover manifestare le proprie debolezze o infine per paura di deludere persone di cui desiderano la stima. Sta ai grandi riconoscere i segnali di disagio e le spie di comportamenti rischiosi; sta a loro intervenire da un lato per dare supporto a chi subisce, dall’altro per aiutare chi agisce ed educarlo alla prosocialità. Non basta pretendere le scuse dal bullo; il bullismo infatti non è un semplice scherzo. Lo scherzo diverte, la vessazione ferisce e umilia. Né basta alzare la voce ed esigere dal bullo l’impegno ad un comportamento rispettoso; il bullo interpreta infatti la mancanza di punizione nei suoi confronti come l’invito a persistere perché capisce che il limite, evidentemente, non è stato ancora raggiunto. Se da un lato il ragazzo che compie atti di questo genere deve essere aiutato (dalle famiglie possibilmente e comunque dagli insegnanti), dall’altro occorre anche intervenire con misure dure e sanzionatorie, che siano di scoraggiamento ed esemplari al tempo stesso, che orientino i giovani e forniscano un modello di vita basato su valori positivi, non sull'omertà, non sull'indifferenza, non sulla prevaricazione. Questa linea favorisce anche le denunce da parte delle vittime, sicure di poter mettere fine alle vessazioni una volta esternate.

 

Responsabilità

La responsabilità di insegnanti e genitori è enorme. 
Non solo perché chiamati ad intervenire ex post, ma anche per il ruolo educativo che compete loro e che abbraccia, al di là della prospettiva culturale, anche aspetti di natura emotiva, umana, sentimentale. La pensa cosi il Tribunale civile di Milano che, con una sentenza dello scorso 4 febbraio, ha condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria di quattrocentocinquanta euro i genitori di cinque minorenni, colpevoli di aver ripetutamente violentato una dodicenne. La motivazione della sentenza fa riflettere; i genitori sono stati ritenuti colpevoli (civilmente, poiché la responsabilità penale è personale e grava solo su chi commette reati): “per la mancata educazione dei sentimenti e delle emozioni che consente di entrare in relazione non solo corporea con l’altro”, lacuna che ha come conseguenza l'incapacità a frenare gli impulsi, di gestire i conflitti, di sentirsi responsabili del proprio agire, di avere rispetto del prossimo.

 

Memento

Se fai il bullo sappi che puoi essere passibile di condanna penale, anche se sei minore. Non pensare che le tue azioni restino impunite e considera che con il tuo comportamento puoi creare problemi anche alla tua famiglia. Se fai il bullo sappi anche che credi di essere forte, invece sei solo un insicuro che tenta di affermarsi socialmente con la prepotenza. Se sei vittima del bullismo non aver paura di denunciare quello che subisci. Rivolgiti ai tuoi insegnanti, al preside, ai genitori, ad adulti di cui ti fidi e chiedi aiuto. Prima lo fai, prima qualcuno potrà darti soccorso.

Letto 5586 volte Ultima modifica il Venerdì, 10 Ottobre 2014 08:09

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