Famiglia Giovani Anziani

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Domenica, 27 Marzo 2011 12:34

Esteriorità e interiorità: la stanza da bagno. 
Qui ci misuriamo quotidianamente con il nostro corpo

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Assieme alla scoperta del valore del proprio corpo, alla necessità e al piacere di curarlo e, in qualche modo, conoscerlo, emerge anche la scoperta delle proprie reazioni di fronte agli avvenimenti e l'esperienza dolorosa del tempo...


Il bagno è una stanza alla quale raramente pensiamo, che tuttavia conosce di noi gli aspetti più intimi e personali. È il luogo che ci riporta la storia del rapporto, a volte difficile e complesso, che abbiamo avuto e abbiamo con il nostro aspetto, con la nostra unica irrepetibile manifestazione: il corpo. Il pensiero va velocemente ai giorni dei primi innamoramenti quando si è chiesto a questo luogo, all'acqua, ai saponi e all'aiuto di qualche cosmetico o profumo di renderci più gradevoli, più desiderabili e pronti all'incontro.

 

La preoccupazione giovanile per il nostro aspetto, per l'armonia del corpo, per i nostri difetti, l'ansia di essere accettati e il timore di non essere accolti per qualcosa che nel nostro corpo pensavamo potesse essere rifiutato hanno trovato negli sguardi attenti allo specchio lunghi momenti di trepidazione.

Assieme alla scoperta del valore del proprio corpo, alla necessità e al piacere di curarlo e, in qualche modo, conoscerlo, emerge anche la scoperta delle proprie reazioni di fronte agli avvenimenti e l'esperienza dolorosa del tempo, dei limiti e delle possibilità del corpo e la capacità della serena accettazione di se stessi. L'esito di un cammino di consapevolezza è quello di riconciliarci con il nostro corpo, e viverlo nella sua piena espressione nell'incontro con l'altro. È necessario non sentirsi mai arrivati e imparare a riconciliarsi con il proprio passato, riuscire ad accogliersi per quello che si è, ma sapendo che ciò che pian piano si diventa è anche opera dell'amore che ci giunge attraverso chi ci è vicino.

Il bagno resta anche il luogo del rifugio, una scelta che nasce quando si avverte che per una qualsiasi ragione la sofferenza che si vive è troppo forte per essere espressa e manifestata. Non basta neanche chiudersi alle spalle la camera da letto perché questa è una stanza che parla al plurale, mentre a volte, quando il dolore entra nelle fibre più nascoste del corpo, si è soli e da soli è necessario ritrovare la forza per essere disponibili a cercare insieme all'altro il modo di affrontare una situazione difficile.

Pensiamo anche alla cura per la nostra persona che i genitori ci hanno dimostrato: la mamma ci ha spesso lavato, accudito, ha compiuto per noi gesti di grande servizio.

Ora noi recuperiamo nel gesto del lavarci la necessità di una purificazione esteriore che ci ridona vitalità, freschezza e desiderio di relazione.

La stanza del bagno ci fa venire in mente soprattutto l'acqua e il lavare, lo specchio e la cura di noi, asciugamani, profumi... per avvolgere, impreziosire... Pensiamo anche al luogo delle necessità più umane che ci rendono creature fragili e attente alla nostra umanità.

Barbon G., Paganelli R., 2007 - Si seppe che Gesù era in casa, EDB Bologna. p. 87-88.100

Letto 5333 volte Ultima modifica il Giovedì, 28 Febbraio 2013 10:35

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