L'Europa sta per diventare un ossimoro. Tutti i Paesi membri dichiarano che la possibilità di uscita dalla crisi è legata esclusivamente ad una maggior integrazione economica, fiscale, monetaria e soprattutto politica europea. E nei fatti gli stessi Paesi rivendicano nelle loro manovre interne ed europee la propria sovranità.
Nessuno infatti è pronto ad ammettere che qualunque provvedimento che venga preso all'interno di ciascun Paese sia dettato dall'Europa. Ed è così che l'Europa dei 27 è diventata l'Europa dei 26, con l'Inghilterra che non ha partecipato, non sottoscrivendo l'accordo del 9 dicembre.
Le ragioni ideologiche della posizione del Primo Ministro David Cameron sono state spiegate con lucidità ieri su questo giornale da Paul Krugman. Sotto il profilo politico va aggiunto inoltre che l'accordo prevedeva una maggiore disciplina fiscale fra gli Stati membri, con qualche ancor modesta cessione di sovranità sulle materie finanziarie, che hanno indotto il premier Cameron a isolarsi votando contro, poiché non gli veniva garantita un'esenzione per l'industria dei servizi finanziari, vitale per l'Inghilterra.
Per le stesse identiche ragioni di sovranità interna e di rincorsa al voto elettorale il duo di comando tra Francia e Germania, che appariva ormai consolidato, sta tentennando; il premier Sarkozy è rimasto scontento perché puntava ad una maggior coordinazione europea anche con l'attribuzione di più poteri alla Banca centrale europea e possibilmente con una responsabilità comune tra i vari Paesi, attraverso l'emissione di eurobonds in vista di una riforma strutturale.
La vincitrice (come al solito?) è stata certamente la signora Merkel, perché il nuovo "fiscal compact" prevede che il deficit strutturale non ecceda lo 0,5 % del Pil con automatici meccanismi di correzione in caso di deviazione, e con l'obbligo da parte degli Stati membri di introdurre questa regola nel proprio sistema normativo a livello costituzionale o equivalente.
Insomma, il risultato è l'ossessione per l'austerità come bandiera europea. Nessuna parola è stata spesa invece per evitare la speculazione sui titoli degli Stati, in mancanza di responsabilità comune europea e senza che la Bce diventi banca di ultima istanza. E nemmeno è stato previsto qualcosa per disciplinare un mercato finanziario assolutamente fuori controllo, che fa danzare e altalenare le Borse e gli spread con i bund tedeschi giorno dopo giorno, secondo gli umori della speculazione finanziaria.
È pur vero che è proprio la speculazione finanziaria, e i grandi istituti bancari che le sono vicini, ad essere il creditore dei titoli di stato dei paesi più indebitati e quindi a determinarne il loro rendimento. E non c'è dubbio, inoltre, che l'austerità, che pur può nel breve periodo portare alla parità dei bilanci, difficilmente riuscirà a farlo qualora non si propongano anche riforme dirette alla crescita e a sanare le diseguaglianze sociali. In quel senso è stata presentata e ben accolta la manovra proposta dal governo italiano. Ma giustamente il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha sottolineato che la manovra aggraverà la recessione in atto nel Paese e che in essa rimane qualche assenza.
Ho già altre volte detto che a parer mio la maggiore assenza è quella della lotta all'evasione fiscale ed alla corruzione pubblica e privata, senza la quale l'abusata parola "equità" diventa un riferimento vuoto. Ricordo fra l'altro che l'Italia non si è ancora dotata di una disciplina che punisca la corruzione tra soggetti privati, comportamento pur così diffuso nel nostro Paese. Le valutazioni in cifre dei due fenomeni, di evasione e di corruzione, sono enormi e il loro recupero, senza false giustificazioni, potrebbe essere fondamentale sia per il pareggio di bilancio, sia per il rilancio dell'economia, oltre che per stimolare le imprese e l'occupazione anche per riuscire a investire in un settore vitale, ancorché da decenni trascurato, dell'istruzione per le classi giovanili, e per gli adulti. Ciò faciliterebbe altresì il recupero rispetto ad altri Paesi europei di una cultura della legalità, essenziale per ogni democrazia.
di Guido Rossi • 11-Dic-11
http://www.ilsole24ore.com 11 dicembre 2011