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Lunedì, 21 Marzo 2022 21:00

Il bisogno di un altro racconto (Faustino Ferrari) In evidenza

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Nella società ogni riduzione degli spazi di confronto – anche quelli considerati più dialettici e conflittuali –, moltiplica la fecondità di un terreno ove si coltivano i germi che producono la guerra.

 Una narrazione antica come il mondo vuole che quanti/e si mostrano contrari alla guerra siano automaticamente relegati/e tra le file dei nemici. È un racconto fatto di poche parole e di alcuni slogan ripetuti senza interruzione. Ed è uno spettacolo che si ripropone in ogni momento di crisi.

L'irrazionalità insita in ogni guerra cerca di nascondersi dietro alla facciata dell'essere con noi o contro di noi. Non viene perciò lasciato alcuno spazio per un pensiero più articolato, ponderato o per un dissentire che non è uno sposare le ragioni di un nemico, ma una messa in discussione di un approccio alla realtà espresso attraverso l'aggressione, la violenza e la distruzione.

Nella società ogni riduzione degli spazi di confronto – anche quelli considerati più dialettici e conflittuali –, moltiplica la fecondità di un terreno ove si coltivano i germi che producono la guerra. La guerra ha bisogno di generarsi per giustificare la sua ragion d'essere. S'inizia una guerra per rendere evidente la necessità della guerra stessa. La guerra tende a giustificarsi da se stessa. Ha solo bisogno di cominciare.

Ha una lunga preparazione e gestazione, fatta di armamenti, di scelte economiche, di finanziamenti pubblici e privati, coltivando linguaggi aggressivi e mistificatori, riducendo gli spazi di confronto e di convivialità.

I cosiddetti «pacifisti», in questa situazione, hanno il «torto» di mostrare la nudità (e l'irrazionalità) delle guerre. Poiché sottolineano – non da ora, ma da sempre – che il problema non sta nell'impedire ad una mano armata di sparare, ma d'evitare che una mano sia armata. E questo può avvenire soltanto attraverso un processo sociale, educativo – aperto al rispetto altrui, al dialogo, alla ricomposizione dei conflitti – e al bando della produzione delle armi.

Non solo da oggi chi produce le armi ha in mano anche gli organi d'informazione. Ma questo fatto diventa sempre più drammatico nella società contemporanea. Se non si è capaci di una riconversione – del pensiero, come della produzione industriale e tecnologica – ci saranno soltanto «ragioni» per combattere inutili, ripetute, devastanti, continue guerre.

Faustino Ferrari

 

Letto 760 volte Ultima modifica il Martedì, 19 Dicembre 2023 09:24
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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