I Colori della Speranza

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 85

Mercoledì, 21 Marzo 2012 14:31

Sulla Speranza (P. Yvan Mathieu )

Vota questo articolo
(1 Vota)

Sulla Speranza

Quest’anno, celebreremo il cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II. Tramite il concilio, Giovanni XXIII voleva fare un’aggiornamento della Chiesa. Il Concilio è stato l’occasione di una grande speranza per la Chiesa. Come sono nato un po’ più di un anno prima del Concilio, sono cresciuto animato da questa speranza. Ma poco a poco, per tanta gente, la speranza nata dal Concilio è diventata disillusione. Quante persone hanno abbandonato le nostre assemblee! Quanti religiosi, religiose e sacerdoti hanno lasciato il loro impegno per cercare un avvenire fuori delle Chiesa!

Davanti tutto questo, non è facile mantenere la speranza, quella virtù che conta fra i tre più grandi doni dello Spirito Santo (1 Cor 13,13). Quando voglio riscoprire la speranza, lasciarla rinascere nel mio cuore, mi volgo alla figura di Abramo. Quel’uomo era già vecchio quando ha ricevuto la promessa da parte di Dio (Gn 12,1-3). E sua moglie, Sara, era sterile. Malgrado questo, Dio ha scelto Abramo e Sara per ricominciare la sua alleanza con tutta l’umanità. “Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.” (Gn 15,6) “Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. […] Per fede anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.” (Eb 11,8.11-12) “Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza” (Rm 4,18).

Cinquant’anni dopo l’inizio del Concilio, la nostra Chiesa assomiglia molto ad Abramo e Sara. La nostra Chiesa viene ancora oggi chiamata da Dio a partire senza sapere dove andiamo, ma con la certezza che sulla nostra strada, siamo guidati da Cristo risorto. Ecco la forza che ci tira avanti. Ecco la nostra speranza. “Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. […] Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.” (Rm 8,18.24-25) Chiedo allo Spirito Santo di sostenere e di rinnovare la speranza di tutto il corpo di Cristo, cioè la Chiesa.

 

P. Yvan Mathieu s.m.
Docente di S.Scrittura
presso l'Università St.Paul. Ottawa. Canada

Letto 70468 volte Ultima modifica il Mercoledì, 21 Marzo 2012 20:48

Search