Ecumene

Sabato, 18 Giugno 2005 21:01

3. Il corpo ad immagine del Risorto (Michelina Tenace)

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La gloria di Dio è l'uomo che vive, è vivo l'uomo formato dalle due mani di Dio: il Verbo e lo Spirito Santo.

"Corpo, anima, spirito... Si dice a volte che questa antropologia tripartita non è biblica, che si tratta di un 'antropologia platonica: tale affermazione costituisce uno di quegli errori che anche i buoni storici si trasmettono senza verificarli. Non voglio sostenere il contrario, ossia dire che questa divisione tripartita sia in modo assoluto essenzialmente biblica, nè che in san Paolo stesso abbia esplicitamente un posto di rilievo. Ciononostante, sta di fatto che questo versetto di san Paolo è stato spesso citato dai Padri delta Chiesa e che loro gli attribuivano una grande importanza [...] anzi, più un autore è spirituale, più ci tiene a questo schema tripartito [...] Lo schema tripartito è uno schema dinamico [...] Una tale antropologia distingue tra corpo e spirito una zona intermedia che è quella dell'umano propriamente detto, con le sue facola; con la sua libertà, grazie alla quale, a partire da un certo stato neutro, [...] l'uomo può diventare o terra o dio". (H. DE LUBAC; in AA. VV., L'Esprit Saint et l'Église. Catholiques, orthodoxes et protestants de divers pays confrontent leur science, leur foi et leur tradition: l'avenir de I'Église et l'oecuménisme, Paris 1969, pp. 327-328)

Vorrei, per quanto mi riguarda, sottolineare alcune coordinate della relazione pneuma-ànthropos nella tradizione orientale. Un primo ambito riguarda, seconde me, la linea profetica veterotestamentaria, Dio che afferra in un modo totale e totalizzante l'uomo, l'uomo che lo manifesta fedelmente (nella parola profetica o più ampiamente nella phanìa). Un valore di escatologia, ossia di presenza consumata, di visione e di conoscenza profonda si legano a questa prima linea, e congiunge sia i Profeti che i Libri Sapienziali. Una categoria antropologica molto significativa che si incontra in questo contesto è il cuore, assai difficile da determinare concettualmente. È l'organo di inserzione dell'uomo-immagine di Dio, capax Dei, in Dio-Spirito e reciprocamente. L'economia dell'incarnazione, che assume quest'eredità, propone allo stesso tempo (nei libri giovannei e paolini soprattutto) un approfondimento nuovo. Incarnazione e divinizzazione si corrispondono, l'opera del Figlio e l'opera dello Spirito [...] Un'antropologia teocentrica (concepita nella prospettiva creazione-incarnazione) si compie "necessariamente" nello pneuma dell'uomo e di Dio. Ecco perché oso credere che la controversia riguardo ad un'antropologia dicotomica o tricotomica, secondo san Paolo, somigli molto ad un falso problema. Distinguere, in questo campo, non significa enumerare gli oggetti, piuttosto nominare gli elementi reali - o le fasi - di una 'oikonomia', di un processo dinamico portato verso e dallo Spirito. Infine, un terzo principio di riflessione, molto poco conosciuto e valorizzato, riguarda l'articolazione fra antropologia ed ecclesiologia. Nella tradizione patristica (meglio dire nelle opere sistematiche dei Padri greci), questa articolazione avviene nella liturgia, opera per eccellenza dello Spirito, l'uomo ne è il punto di applicazione, la Chiesa il quadro di riferimento. L'uomo della letteratura russa del XIX secolo (ed anche certe opere letterarie contemporanee d'autori meno conosciuti) non potrebbe essere capito al di fuori di questa antropologia che ne sta al fondo e che fa da perno al pensiero di un Berdjaev, ad esempio, il quale è certo dipendente, attraverso Bòhme, della mistica renana, anch'essa partecipe di un certo filone orientale areopagita". (A. SCRIMA, in AA. VV., L’Esprit Saint et 1'Église. Catholiques, orthodoxes et protestants de divers pays confrontent leur science, leur foi et leur tradition: l'avenir de I'Église et l'oecuménisme, Paris 1969, pp. 329-330)

"Il corpo rivela l'uomo, esprime la persona ed è perciò il primo messaggio di Dio all'uomo stesso, quasi una specie di primordiale sacramento, inteso quale segno che trasmette efficacemente nel mondo visibile il mistero invisibile nascosto in Dio dall'eternità". (GIOVANNI PAOLO II, Orientamenti educativi sull'amore umano, 22, in Enchiridion Vaticanum 9, n. 440 e 442).

"Sì, il soprannaturale è anch'esso carnale". (CHARLES PÉGUY, Éve, strofa 847)

"Per quanto riguarda l'uomo, è con le proprie mani che Egli lo plasmò prendendo dalla terra ciò che di più puro e di più fine vi fosse e mescolando in una giusta misura la sua potenza con la terra. Infatti Egli [Dio] disegnò sulla sua carne forgiata la sua stessa forma, di modo che anche ciò che sarebbe stato visibile portasse la forma divina perché è in quanto formata ad immagine di Dio che l'uomo è stato messo sulla terra. E affinché diventasse un vivente, Dio soffiò sul suo volto un soffio di vita, di modo che secondo il soffio e la carne modellata, l'uomo fosse simile a Dio". (IRENE DI LIONE, Epideixis tou apostolikou kerygmatos, 11, SC 62[19], pp. 48-49)

"Per l'effusione dello Spirito l'uomo diventa spirituale e perfetto e questo è quello che è fatto a immagine e somiglianza di Dio. [...] Ma se nell'anima manca lo Spirito, questo tale è davvero psichico e rimasto carnale è imperfetto: in quanto creatura è immagine, ma non riceve la somiglianza mediante lo Spirito". (IRENE DI LIONE, Adv. haer., v,6,1).

Michelina Tenace

 

Letto 2201 volte Ultima modifica il Domenica, 13 Novembre 2011 17:02
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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