Ecumene

Domenica, 01 Agosto 2004 20:10

Il Ramadan (Maria Domenica Ferrari)

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Il 6 novembre 2002 (1)  inizia il mese di ramadan durante il quale i musulmani osservano il digiuno rituale (sawm) uno dei cinque “Pilastri” della fede musulmana.

Nelle sure meccane, le più antichesi parla di digiuno solo in riferimento a Maria:

“Ho fatto voto al Misericordioso di digiunare e non parlerò oggi a alcun uomo (sura19,26). Il digiuno nel mese di ramadan venne istituito verso il secondo anno h ( 622) quando i rapporti con le comunità ebraiche di Medina si deteriorarono, e sostituì quello all'epoca praticato dell’ašura, il 10 di muharram, corrispondente al digiuno ebraico del yom kippur.

“O voi che credete! vi è prescritto il digiuno nella speranza che voi possiate divenire timorati di Dio, - per un numero determinato di giorni non appena ne vedete la nuova luna, digiunate per tutto il mese, e chi è malato o in viaggio digiuni in seguito per altrettanti giorni. Iddio desidera agio per voi non disagio, e vuole che compiate il numero dei giorni....

Bevete e mangiate, fino a quell'ora dell'alba in cui potrete distinguere un filo bianco da un filo nero, poi compite il digiuno fino alla notte e non giacetevi con le vostre donne, ma ritiratevi in preghiera nei luoghi di adorazione. (sura II versetti 183-187).

Il digiuno non è sentito dai musulmani come periodo di pentimento ma come forma di purificazione corporale, di autodisciplina. Per i ragazzi è una specie di rito di iniziazione e segna il passaggio all’età adulta in cui la religione diventa una pratica consapevole. Anche se molto impegnativo il digiuno è rispettato anche dai credenti più tiepidi e talvolta anche da non musulmani che vivono in un paese musulmano. Nell’Islam i doveri religiosi sono individuali ma vengono compiuti collettivamente e strutturano la pubblica della Comunità islamica. Durante il giorno i ritmi di lavoro se possibile vengono modificati, anticipando il rientro a casa per il pasto serale. La sera e la notte diventano momenti di festa e convivialità, riuniti si veglia per pregare o ascoltare il Corano, è meritevole anche il “digiuno della parola” cioè l’astenersi dal parlare male degli altri, dal dire indecenze e menzogne. Piatti speciali, soprattutto dolci, vengono preparati; durante il mese vi è una corsa all’acquisto di generi alimentari tale da provocare l’aumento dei prezzi e anche le persone più povere cercano di allestire pasti più ricchi. Il culmine dei festeggiamenti viene raggiunto dalla festa che segna la fine del digiuno (id al-fitr), o piccola festa (id al-saghir) (2), festività sentita come la più importante dai musulmani un po’ come il nostro il Natale nei confronti della Pasqua.

Il mese di ramadan venne scelto per vari motivi in una sua notte, quella tra il 26 e il 27 detta “la notte del Destino”, Muhammad ricevette la rivelazione totale del Corano, di ramadan vi fu la vittoria di Badr e l’entrata a Mecca liberata dai politeisti. Il nome del mese deriva da una radice che significa calore, il nono mese infatti cadeva durante il periodo estivo, quando il calendario lunare coincideva con quello solare, poi Muhammad abolì il mese intercalare, ciò fa si che ogni anno si retroceda di undici giorni e il ciclo si completa in 33-34 anni.

Le ultime dieci notti del mese sono molto venerate la gente le trascorre andando in moschea a pregare perché la tradizione dice che in una di quelle dispari Allah fissa il destino di tutte le cose per un anno.

Ecco cosa si trova in un classico manuale di divulgazione religiosa a proposito del digiuno di ramadan:

Il suo valore e i suoi vantaggi:

  1. Fortifica lo stomaco, riposandosi per tutto un giorno dall’assorbimento di cibo e bevande per un mese completo.
  2. Fa conoscere ai ricchi come la fame e la sete fanno soffrire affinché essi siano compassionevoli e misericordiosi verso i poveri e gli indigenti.
  3. Abitua l’uomo alla costanza per sopportare l’avversità, perché il digiunatore arrivi a lasciare il cibo e il bere per tutto il giorno.
  4. Riempie l’anima dei digiunatori di fedeltà al dovere e di timore reverenziale, perché il digiunatore non ha altro sorvegliante che Allah e perciò prova qualche timore a commettere i peccati, poiché sa che Allah si tiene informato su di lui”.

Il diritto precisa in modo minuzioso chi deve digiunare, chi ne è esentato, in modo temporaneo o permanente, e quali sono le cose che lo interrompono.

In linea generale tutti gli adulti sani di spirito e di corpo devono digiunare; sono esentate le persone in viaggio, quelle il cui stato di salute e incompatibile con tale pratica, le persone anziane, le donne incinte e che allattano, chi non resiste alla fame e alla sete, gli operai che svolgono lavori pesanti possono interromperlo se necessario nel corso della giornata.

Chi beneficia di una esenzione temporanea deve recuperare il giorno perso prolungando il periodo di digiuno.

Giorni di digiuno volontari possono essere fatti il 9,10, 11 di muharram, nel giorno di Arafat, durante il pellegrinaggio, il 27 ragiab, il lunedì e il giovedì, nei giorni della notte bianca (12-15 del mese), nei giorni di luna nera (27-30 del mese). E' proibito digiunare nei giorni 11-13 del mese del pellegrinaggio, è riprovevole farlo nel giorno di preghiera e di sabato e domenica giorni sacri per cristiani e ebrei.

Maria Domenica Ferrari

Note

  1. Il mese inizia quando si vede la nuova luna per questo motivo non in tutti i paesi la data d'inizio coincide. Gli immigrati poi di solito rispettano il calendario e gli orari del paese d'origine.
  2. La grande festa (id al-kabir) è quella che si svolge durante il pellegrinaggio alla Mecca e si ricorda il sacrificio di Abramo.
Letto 2852 volte Ultima modifica il Venerdì, 23 Ottobre 2015 11:15
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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