Ecumene

Giovedì, 13 Ottobre 2011 21:52

Il Tesoro dei Cantici (Tilopa)

Vota questo articolo
(3 Voti)

Questo testo venne composto da Tilopa e tramanda l'insegnamento finale del mistico buddista indiano. Fu tradotto in tibetano dal maestro indiano Vairocanaraksita.

Omaggio al glorioso Essere Adamantino.
Omaggio al Grande Sigillo, autocoscienza immutabile.
Tutti i fattori dell’esistenza scaturiscono dalla sostanza del Grande Sigillo e lì si dissolvono.
Essa non è qualcosa e non è neppure nulla, perché è al di là di qualsiasi determinazione. Siccome non è conoscibile mentalmente, non ricercarne il significato.
Tutti i fenomeni sono per loro natura falsi, perciò non sono da abbandonare né all’inizio né alla fine [del cammino spirituale].
Qualsiasi cosa la mente possa conoscere, qui non è considerato come il vero modo d’essere della realtà: la realtà autentica non è [fatta conoscere] dal maestro né è [conosciuta] dal discepolo.
Non concepire quello stato come cosciente e neppure come incosciente, piuttosto comprendi che esso è l’uno privo di molteplicità. Ma se ti aggrappi anche all’uno sarai legato proprio da quello.
Io, Tilopa, non ho nulla da insegnare. Non me ne sto isolato, ma non sono senza isolamento.
I miei occhi non sono aperti, ma neppure chiusi. La mia coscienza non è alterata, ma neppure incorretta.
Renditi conto che lo stato naturale non è conoscibile mentalmente.
Se comprendi che esperienze, ricordi e conoscenze sono qualcosa di falso rispetto alla realtà autentica indeterminabile, lascia che tutti questi fenomeni sorgano e si dissolvano liberamente.
Non c’è proprio nulla né da eliminare né da conquistare, né da ottenere né da rifuggire.
Non rimanere nella foresta a praticare l’ascetismo. La felicità non può essere trovata tramite le abluzioni e la purità rituale.
Neppure il culto delle divinità ti farà ottenere la liberazione.
Comprendi quel rilassamento in cui non si afferra né si abbandona alcunché.
La meta è la consapevolezza della propria vera natura. Nell’istante in cui si consegue questa comprensione non c’è più alcuna via da seguire. Le persone ordinarie che non capiscono ricercano la meta altrove.
Felicità è trascendere speranza e timore.
Quando si dissolve la propria identificazione mentale cessa la visione dualistica.
Senza pensare, immaginare, esaminare, giudicare, meditare, agire, sperare e temere, le fissazioni mentali si dissolvono spontaneamente. È così che si consegue lo stato primordiale.

Tilopa

 

Letto 3080 volte Ultima modifica il Venerdì, 21 Ottobre 2011 13:51
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search