L’amore della Madonna per il Signore è amore di compiacenza; per noi i suoi sentimenti materni sono di misericordia, di bontà, di pazienza e di delicatezza. La Chiesa la invoca come ianua caeli e ci fa cantare: O gloriosa Domina, excelsa super sidera.
La devozione alla Madonna è molto radicata tra i cattolici africani. Apparizioni? Non sempre. Ma di certo anche in terra d’Africa abbondano santuari mariani. Un teologo domenicano francese che ha vissuto a lungo nel continente, ce ne parla.
Di Maria si deve parlare con sobrietà. L’esagerazione, l’intemperanza della parola riescono soltanto a svalutare ciò che si vorrebbe esaltare. Si può peccare per eccesso come per difetto. Con le migliori intenzioni del mondo si dà libero corso all’immaginazione, alla sensibilità, alla curiosità stessa e si dimentica che il Vangelo ci impone di mortificare davanti al mistero di Dio la curiosità, l’immaginazione e la sensibilità...
Nella sua dimensione universale, la vita di Gesù riempie anche l’esistenza terrena e celeste della Madre, la verità della sua parola parla con la amore materno, la via da lui indicata è quella dell’unione totale con Dio realizzata in lei. "Il solo nome della Madre di Dio contiene tutto il mistero dell'Economia", dice S. Giovanni Damasceno.
L’assunzione è per la Vergine il compimento della sua vita di fede. Ha talmente creduto nella Parola che la Parola si è incarnata in lei. Doveva conoscere il mistero del Cristo che contiene un dogma fondamentale: quello della glorificazione della carne.
La presenza della “ Madre di Gesù” a Cana, dove Gesù - nel Vangelo di Giovanni - compie il suo primo miracolo o segno, non è senza significato e senza importanza. In quel Vangelo Maria riapparirà soltanto in un altro momento fondamentale, sul Calvario, ai piedi della Croce...
L’ultima frase dell’Ave Maria è una semplice invocazione. Chiediamo quel che desideriamo: “prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte”. Preghiamo già adesso anche per quell’ora in cui forse non ne avremo più la possibilità, non saremo forse più in grado di pregare.
La madre di Gesù nel cenacolo viene presentata nei formulari mariani utilizzabili nei santuari come maestra di preghiera e come colei che, invocando lo Spirito, prepara la chiesa alle nozze eterne.
Per Barsotti, la Vergine è precisamente la terra che produce il suo frutto. Essa è la terra in cui discende Dio, in cui cresce l’albero della vita. Il suo grembo è la terra dove è seminato il Verbo stesso di Dio.
La Chiesa sempre, soprattutto negli ultimi cento anni, ha riflettuto molto su questo argomento: Dio si è compiaciuto di unire Gesù e Maria in modo così intimo che nessuno può volgersi all'uno e non immediatamente anche all’altra né darsi all’uno e non all’altra né lasciare l’uno senza perdere anche l’altra.