una lettura che si fa nella fede, in spirito di preghiera,credendo alla presenza attuale di Dio che ci parla nel testo Sacro, mentre ci si sforza d’essere noi stessi presenti, in spirito d’obbedienza e di completo abbandono alle promesse, come alle esigenze divine.” (L. Bouyer; Parola, Chiesa, Sacramenti nel protestantesimo enel cattolicesimo, Brescia, Morcelliana, 1962, p.17).
Le idee forza che comandano la lettura:
- Se nella preghiera era l’uomo che parlava a Dio, nella lectio divina è Dio che parla all’uomo; Quando oras cum Deoloqueris, quando legis Deus tecum loquitur. (cfr. Dei Verbum, n. 25)
- La Parola è estremamente trascendente: “lettera venuta dal cielo”. E’ “la fonte di Dio”, il “pozzo di Giacobbe”, la divina pagina o “perennis pagina”.
- La Bibbia è un libro vivente: perché inessa è il Dio vivo che è presente e parla “hodie”:“ascoltando le sue parole è come se vedessi la sua propria bocca.” (Gregorio Magno, Moralia 16). L’ispirazione non si limita all’agiografo, ma arriva fino al leggente. La parola non è solo messaggio, ma presenza di Dio.
- La Bibbia è letta in una visione unitaria, convergente su Cristo: “Tutta la Scrittura divina è un solo libro, e quest’unico libro è Cristo” (Ugo di S. Vittore).
I momenti della Lectio Divina:
L’itinerario monastico ripropone, a ritroso, l’esperienza dell’agiografo.
- Lectio.
Contatto con il testo: in esso tutto è importante, anche un apice o uno iota: La Parola incarnata nel testo: parallelo con il Natale!. Dalla Lectio deve risultare una conoscenza materiale di tutta la Bibbia; una dimestichezza con il testo.
- Meditatio.
E’ il momento in cui si cerca di creare nell’intimo del cuore uno spazio di risonanza, perché la Parola entri nelle zone più intime dello spirito. E’ un ripiegamento amoroso sui testi, in un clima di calma contemplativa, che mira ad una assimilazione vitale. E’ l’operazione di fissaggio del testo, perché non si cancelli, mediante la memorizzazione e la masticazione o “ruminazione” (= ripetizione mnemonica dei brani o versetti).
- Oratio.
La Parola accolta suscita risonanza, risposta. I suoi contenuti sono quelli del testo letto e meditato. Basta restituire a Dio la sua parola, dopo avergli apposto il nostro sigillo (Amen) in un assenso totale.
- Contemplatio.
Dal dialogo si passa all’abbraccio del Padre. E’ l’incontro del figliol prodigo a tu per tu con il Padre. Si tocca Dio in un atto semplice e spontaneo di stupore, ammirazione, riconoscenza, adorazione, canto, confessione, lode. E’l’amore che parla.
CONCLUSIONI
1) Lo schema monastico (lectio,meditatio, oratio, contemplatio) è, tra i vari modelli di lettura biblica, uno dei più semplici ed accessibili.
2) E’ adeguato a tutte le età, perciò particolarmente indicato per i nuclei familiari.
3) Esige un impegno globale di vita cristiana; in analogia a quanto cerca di fare il monaco perché il momento della Lectio sia fruttuoso: bisogna preparare il terreno del cuore per accogliere la Parola.
4) La famiglia cristiana prepara se stessa per accogliere la Parola:
a) vivendo intensamente la liturgia della Chiesa;
b) assumendo cristianamente l’impegno sociale di feconda testimonianza;
c) determinando nelle scelte familiari e personali una precisa scala di valori, in cui Dio è al primo posto;
d) vivendo la vita familiare come comunione;
In questo contesto e su questo terreno la Parola divina può fruttificare.
5) La famiglia che medita insieme la Parola ha in essa una straordinaria energia di crescita; la Parola è come un lievito che fermenta la Pasta (cfr Dei Verbum 25 e 4). Ma anche la Scrittura cresce insieme con la famiglia: la Parola scritta giunge a “compiersi”. La famiglia diviene pagina aggiunta della Scrittura.