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Sabato, 15 Gennaio 2005 11:06

Vita e fondamenti - Nel Turbine della vita

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C’è un paradosso nel mondo occidentale; mentre da un lato diminuisce l’attaccamento alle religioni, dall’altro il bisogno spirituale è in piena crescita, in particolare presso i giovani.


In questo contesto, tra le varie aspirazioni spirituali, molti si pongono il bisogno di fermarsi, di fare una pausa nel turbine della vita per riprendere fiato.


C’è un desiderio di raccogliersi e di meditare con la speranza di andare alle radici del proprio essere, di tornare alla “Sorgente” comunque la si chiami.

Ed ecco che il bisogno della meditazione e la sua pratica tornano importanti; il meditare però... non s'improvvisa; occorre scegliere una via, applicarsi ad essa e percorrerla, senza escludere qualche contatto con altre vie adiacenti.


Definizioni preliminari

Ecco a te, visitatore/visitatrice, tanto per cominciare, alcune parole che sono in rapporto sia con la meditazione sia tra di loro.

Parole delle quali è bene avere una maggiore conoscenza.

Il termine meditazione indica genericamente un raccoglimento spirituale e un atteggiamento interiore, ma è anche utilizzato impropriamente per descrivere una serie concatenata di successivi stati dello spirito.

Rilassamento
 
Il rilassamento consente di liberarsi dalle tensioni muscolari e dalle angosce che esse esprimono. A partire da questo abbandonarsi che coinvolge la mente e il corpo, la persona può aprirsi ad una percezione più vasta.
Meditare, non allo scopo di sentirsi bene nel proprio corpo, ma per chiedersi chi è che vive in questo corpo.

Meditazione
 
Il termine deriva dal verbo latino meditari (meditor-meditaris). Meditor è il frequentativo di medeor, che significa curare. Il dizionario dà di meditare questa definizione: “Azione di riflettere profondamente su un soggetto”. Concetto questo che non si trova nelle religioni orientali. Le meditazioni dei cristiani per contro, ricorrono, in una prima tappa al pensiero e a riflessioni dello spirito. Per esse la meditazione che rappresenta un atto della volontà, precede la contemplazione, che è una grazia.

Mistica
 
Dal greco “mustikos”, indica ciò che in una religione attiene ai riti segreti, riservati agli iniziati. Questo termine, è però andato progressivamente cambiando di significato. La mistica è il frutto di un’esperienza interiore di unità-comunione-presenza con l’assoluto-il Sé, il Grande Tutto, la natura, l’anima del mondo, Dio. Queste esperienze sono presenti in tutte le religioni: presso i monoteisti, l’incontro avviene con un Dio personale.

Concentrazione
 
La concentrazione è una frase che prepara alla meditazione: focalizzandosi su un oggetto interiore o esteriore, lo spirito si calma e si fortifica. E questo è un modo per vincere una delle principali debolezze dello spirito, la distrazione.

Orazione

Dal latino “oratio”, preghiera, solennità della parola: è una forma particolare della preghiera, una preghiera prolungata. Non si tratta di riflessione intellettuale, ma di moti del cuore e della volontà, che mirano a far raggiungere uno stato di semplicità e autenticità dello spirito: l’orazione diventa allora presenza silenziosa che raggiunge la presenza di Dio. Così l’orazione mentale cede il passo all’orazione di quiete e a quella di unione. La successione delle differenti fasi dell’orazione è stata descritta da Teresa d’Avila.

Giaculatoria
 
Il termine deriva dal latino “jaculare”, lanciare una preghiera o una orazione giaculatoria è una formula breve che si recita parecchie volte durante la giornata per rivolgersi a Dio interiormente o ad alta voce. Le differenti tradizioni del Libro, vi hanno fatto ricorso.

Contemplazione
 
L’io si libera da ogni riflessione o considerazione per rimanere nel silenzio di Dio. La contemplazione è abbandono, essa è al di là del sapere. Il fedele prega senza ricorrere alle parole, in una specie di stato di dono di sé. La contemplazione è il compimento di un cammino spirituale, la partenza per un faccia a faccia nel deserto con Dio. È una orazione silenziosa: lo spirito accoglie Dio.

Illuminazione
 
(nel buddismo): l’istante in cui l’uomo prende coscienza del vuoto che egli è — a immagine dell’insieme dell’universo — vuoto che solo permettere di capire la vera natura di ogni cosa. Diversi sono i gradi l’illuminazione. Il buddismo non può essere concepito al di fuori dell’esperienza dell’illuminazione.

Satori
 
(nel buddismo zen); il satori è l’illuminazione, il Risveglio. Esso è l’ultimo stadio della meditazione buddista. Per i buddisti ogni creatura possiede, fin dall’origine, una natura di buddha. Il satori consiste nel farne l’esperienza immediata, nel suo significato più profondo.

Nirvana
 
(nell’induismo). Stato di liberazione o di illuminazione caratterizzato dalla dissoluzione dell’io individuale ed effimero in Brama (l’Assoluto). Egli libera l’uomo dalla sofferenza, dalla morte e dalla rinascita. È lo stato di coscienza supremo.

Iniziazione
 
(da initium, inizio): l’accesso alla contemplazione, richiede un percorso guidato verso la vita e la luce, attraverso la morte, sotto la sua forma sia simbolica che fisica. Partendo da ciò, si può parlare di iniziazione. Numerose sono le forme di meditazione che sono accessibili solo agli iniziati.

 

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Letto 3814 volte Ultima modifica il Martedì, 27 Marzo 2012 22:52

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