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Lunedì, 13 Febbraio 2006 18:38

La meditazione dei cristiani

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Conoscenza ed ubbidienza della fede

 

La vera riflessione cristiana nasce dall’ascolto biblico della Parola di Dio, ma bisogna fare di tutto per rendere possibile questo ascolto.

Le parole della Scrittura debbono essere scelte per tempo, ripetutamente ascoltate ed accolte.

Anche il luogo della meditazione deve essere tale da non distogliere dal vero ascolto.

Complessivamente una buona preparazione è bene che preveda:

 

- La scelta del brano

- Il locale adatto

- Il massimo silenzio

- Una posizione rilassante

- La calma del raccoglimento

- Tre/quattro esercizi respiratori

 

Chi meditando nell’ascolto, incontra il Figlio, va con lui al Padre e la viva ubbidienza di fede lo conduce alla viva conoscenza di fede.

 

Deve così divenire possibile che la Parola di Dio si rivolga veramente a noi, che ci raggiunga, che sia accolta.

Un ascolto accompagnato dalla migliore predisposizione.

La meditazione inizia dunque con l’ascolto, in cui l’uomo apre il suo cuore al Tu che Dio offre a tutti coloro che lo ascoltano.

Chiamando biblico l’ascolto ci riferiamo alla Scrittura dove Cristo parla quando Essa viene letta; esso è anche consapevolezza della comunione con Cristo attraverso l’opera dei sacramenti; è ancora consapevolezza della presenza di Cristo nei membri vivi del suo corpo, come ci attesta lo Spirito.

L’ascolto biblico è qualcosa di più del volgersi dell’uomo a Dio, dell’aprirsi a Lui, non è soltanto raccoglimento.

Infatti nella meditazione il cristiano ascolta insieme con Cristo nella piena attuazione della Sua obbedienza di fede; così attraverso l’ascolto biblico la meditazione fa sviluppare, in unione con Cristo, l’obbedienza di fede.

Chi meditando nell’ascolto, incontra il Figlio, va con lui al Padre e la viva ubbidienza di fede lo conduce alla viva conoscenza di fede. Chi ascolta il Figlio, impara nell’ubbidienza della fede anche a vedere con Lui.

Nella meditazione la conoscenza della fede guida il cristiano non soltanto allo splendore della creazione, alla conoscenza nella fede della sua redenzione e dell’ultimo compimento del suo significato nell’opera di salvezza, ma anche ad una nuova conoscenza del male, della tentazione, del pericolo.

Tale esperienza pone il cristiano di fronte ad importanti decisioni di natura morale.

Chi ascoltando vede con Cristo che cosa occorre all’uomo per essere uomo e figlio di Dio diviene anche esecutore della Parola.

La meditazione del cristiano abbraccia perciò decisamente l’opera di Dio nell’ambito della Chiesa e l’opera umana nel mondo di tutti i giorni così che tutto si colleghi in una liturgia sacro-profana, cosmico-ecclesiale.

La meditazione dei cristiani è perciò meditazione con Cristo sul significato ampio e profondo della Parola: lui stesso vive in noi: nell’ascoltare, nel vedere, nell’agire, nel soffrire, nell’amare.

Ma anche noi viviamo con Lui come ci insegna il Nuovo Testamento che ci offre la mistica del Signore stesso.

“La vita, che vivo ora nella carne, la vivo nella fede al Figlio di Dio, che mi amò e diede se stesso per me”. (Gal 2/20 ss.)

 

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Letto 3002 volte Ultima modifica il Giovedì, 04 Novembre 2010 19:27

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