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Venerdì, 17 Marzo 2006 20:42

LECTIO Esodo 24, 1-11

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L’Alleanza antica che preannunzia la nuova

 

Aveva detto a Mosè: «Sali verso il Signore tu e Aronne, Nadab , e Abiu e insieme a settanta anziani d'Israele; voi vi prostrerete da lontano, poi Mosè avanzerà solo verso il Signore, ma gli altri non si avvicineranno e il popolo non salirà con lui».

 

Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!».

Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!».

Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base -di tutte queste parole!». Poi Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di Israele. Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso. Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e tuttavia mangiarono e bevvero.


Rileggi attentamente il testo finché metta radici in Te.

Rileggilo senza fretta come se ruminassi le parole.

Applica tutto/a stesso/a a questa Parola

 

MEDITATIO

Leggi attentamente le righe seguenti.

Siamo alla conclusione della sezione del cosiddetto codice dell'Alleanza (19-24). Si tratta di un testo composito, frutto della confluenza di varie tradizioni antiche, il che giustifica ripetizioni e apparenti contraddizioni. Il racconto della ratifica dell'Alleanza mostra in chiave cultuale e fortemente simbolica il momento culminante dell'esperienza d'Israele al Sinai. Il monte in questa pagina è immagine del tempio, luogo inaccessibile della dimora di Dio, mentre tutto il popolo vi svolge una funzione sacerdotale: l'offerta dei sacrifici è affidata a giovani israeliti, non appartenenti esclusivamente alla tribù di Levi. Che l'intero popolo svolga qui un ruolo da protagonista lo si comprende a partire dai due interventi che costituiscono l'assenso alla proposta di Dio: "Tutti i comandi che ha dato il Signore noi li eseguiremo!... Quanto il Signore ha ordinato noi lo faremo e lo eseguiremo!" (vv. 3.7).

Se al centro della relazione di Alleanza campeggiano la proposta di Dio - mediata da Mosè e messa da lui per iscritto (v. 4) - e l'adesione del popolo, due elementi esterni mostrano la concretezza di questo legame esistenziale tra Dio e il popolo: il banchetto e l'aspersione del sangue, che fungono così quasi da sacramenti dell'Antica Alleanza.

 

Il segno del banchetto

In una delle tradizioni antiche, confluite nel nostro brano (vv. 1.9-11), Mosè, suo fratello Aronne, i due figli di Aronne Nadab e Abiu e settanta anziani, quali rappresentanti autorevoli di tutto il popolo, vengono ammessi a salire sul monte al cospetto di Dio. La limitazione imposta nel v. 2 è forse un' aggiunta posteriore. Questi personaggi, rappresentativi della totalità del popolo, varcano la soglia inaccessibile del tempio del cielo e vedono Dio. Tale visione, descritta in maniera molto sobria e contraddetta da altri testi (cfr. ad es. Es 33,18-23), mostra il carattere eccezionale ed unico dell'evento del Sinai, che si configura come il punto di contatto più ravvici­nato tra Dio e Israele. "Nessuno può vedere Dio e rimanere in vi­ta" (Es 33,20): al Sinai si direbbe che Dio abbia fatto un'eccezione (v. 11). Lo stesso v. 11b ci infor­ma, in una rapida sequenza nar­rativa, di ciò che avvenne sul Sinai: "Essi videro Dio e mangiarono e bevvero" (la traduzione CEI in questo caso è da correg­gere dal momento che considera le azioni di mangiare e bere nel senso di "continuarono a vive­re"). Come nell'antica consuetu­dine della stipulazione di allean­ze i trattati venivano suggellati dalla condivisione di un banchetto tra i contraenti (cfr. Gn 26,30; 31,54), così la stipulazione dell'Alleanza del Sinai deve essere sancita dal banchetto che avviene sul monte, quale abitazione del sovrano che ospita i suoi vassalli e mangia con loro. Questo banchetto ha la funzione di instaurare la familiarità e la conoscenza reciproca tra i due contraenti l'Alleanza: tradirla vuol dire deludere una fiducia basata sulla reciproca conoscenza.

 

Il segno dell'aspersione del sangue

La seconda tradizione entrata nel testo della stipulazione dell'Alleanza sinaitica narra lo stesso evento con categorie cultuali (vv. 3-8). Si descrive innanzitutto la costruzione dell'altare, che. simboleggia Dio stesso, e di dodici stele, che simboleggiano le dodici tribù. L'immolazione degli olocausti, sacrifici interamente consumati sull'altare e considerati "cibo di Dio", e dei sacrifici di comunione, che invece in buona parte erano destinati alla consumazione del popolo, include l'idea del banchetto sacro, conclusivo dell'Alleanza. In questo racconto, però, il segno che suggella l'Alleanza è costituito dal sangue, proveniente dai sacrifici. Il sangue nella mentalità biblica simboleggia la vita ed in molte culture arcaiche esiste il cosiddetto "patto di sangue", un accordo da osservarsi perché impegna la vita dei contraenti. Nel nostro brano il sangue viene asperso prima sull'altare, che come detto - è segno di Dio stesso (v. 6) e poi non sulle dodici stele ma sul popolo che è presente, ad indicare che i due contraenti sono accomunati da una sorta di consanguineità: essi si appartengono reciprocamente perché hanno messo in comune il sangue, si sono cioè comunicati l'un l'altro la propria vita.

 

Dal Sinai al Cenacolo

"Ecco il sangue dell'Alleanza che il Signore ha concluso con voi" (v. 8). Queste parole con cui Mosè accompagna il segno del l'aspersione del sangue legano l'evento del Sinai all'evento del Cenacolo (Mt 26,28 e par.). Come- il vincolo dell'Alleanza antica fu sancito da un banchetto che vide commensali Dio e i rappresentanti del popolo, così nel Cenacolo Gesù siede a mensa con i dodici, capo stipiti del popolo della nuova Alleanza. Come al Sinai, il sangue sancisce il legame indissolubile e la reciproca appartenenza tra Dio e Israele, così nel Cenacolo il sangue fonde definitivamente Cristo e la Chiesa: i contraenti la nuova Alleanza sono divenuti realmente concorporei e consanguinei (cfr. 1Cor 6,15-20). Come quello del Sinai fu l'evento costitutivo del popolo dell'antica Alleanza, così l'evento del Cenacolo segna la nascita del popolo della nuova Alleanza. Come al Sinai fu promulgata la Legge, segno della conoscenza della volontà di Dio,

così nel Cenacolo viene incisa nel cuore degli uomini la Legge dell'amore (cfr. Gv 15,12-17; Ger 31,31-34). L'Eucaristia si manifesta così come il sacramento della nuova ed eterna Alleanza, prefigurata ed anticipata nei segni dell'evento del Sinai.

Ciò che era segno ora è divenuto realtà: non un banchetto simbolico ma la vera familiarità con Dio, non del sangue di animali ma la reale consanguineità con Cristo. .

 

Rileggi con calma queste righe.

Quindi questa Parola applica a te stesso/a.

È una Parola viva.

Lascia che ti parli. Lascia che l’amore di Dio espressa nella continuità dal Vecchio al Nuovo testamento tocchi la tua vita

 

ORATIO

Ora trasforma in una preghiera, che salga dal tuo intimo, ciò che la Parola ti ha detto.

 

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Letto 5392 volte Ultima modifica il Mercoledì, 26 Febbraio 2014 15:46

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