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Domenica, 12 Novembre 2006 23:11

Silenzio di umiltà e di adorazione

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Tema: "Contributi sulla Meditazione"

 

SILENZIO DI UMILTÀ E DI ADORAZIONE

 

 

 

In questa breve meditazione sul silenzio, vorrei partire da un dato di fatto che, vivendo ormai da molti anni in monastero, ho potuto constatare con crescente frequenza. Sempre più numerose sono oggi le persone che, stordite dal rumore e dal frastuono del mondo in cui sono immerse, sentono urgere dentro di sé la necessità del silenzio; non di rado vi sono quelli che senza necessariamente essere credenti e praticanti rinunziano ai consueti momenti distensivi offerti dalla società consumistica, per trascorrere qualche giorno in luoghi appartati e silenziosi quali sono appunto i monasteri. Anzi, spesso questa esigenza di silenzio è come una ferita attraverso cui essi iniziano un cammino di riscoperta della fede, un cammino di vera e propria conversione.

Il silenzio è infatti una dimensione ineliminabile della vita spirituale, è lo spazio in cui ci si trova veramente con se stessi e con Dio. Non si tratta di un lusso: è un bene di primaria necessità; è, si può dire, come il pane per la vita dell’anima. Se non ci fosse, l’uomo, creatura nata per contemplare e per pensare, sarebbe senza il suo vero centro di gravità, sarebbe come una meteora dispersa nello spazio.

Si può anche dire che il silenzio è il cielo dell’anima. Molte espressioni della Sacra Scrittura - e pure della letteratura spirituale di tutti i tempi e di tutte le culture - lo fanno chiaramente intuire.

Tibi silentium laus» (Sal 65,1), a Te si addice la lode del silenzio, canta il Salmista. Di silenzio è avvolto il mistero dell’Incarnazione, che, con una suggestiva lettura, la Chiesa vede adombrato in un versetto del libro della Sapienza «Dum medium silentium..., mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, dal tuo trono regale la Parola onnipotente dal cielo si lanciò...» (Sap 18,14-15); uscì come da stanza nuziale, per prendere dimora tra gli uomini. Colui che con la potenza della Parola tutto ha creato, ora con il silenzio dell’umiltà dà inizio all’opera della salvezza, che è una nuova e ancor più mirabile creazione. Il Verbo onnipotente si nasconde nella povertà della carne umana, ma proprio nel suo abbassarsi Dio svela il proprio volto. Il suo nascondimento diventa, paradossalmente, una finestra aperta sull’aldilà, un riverbero del cielo sulla terra. Il Signore tace, ma il suo silenzio è eloquente, perché non è un vuoto, non è un’assenza: è un linguaggio d’intensità d’amore.

Atteso e invocato da generazioni e generazioni di cercatori di Dio, ora Egli si è fatto Presenza, si è fatto puro Dono. E l’uomo risponde a sua volta con un silenzio di contemplazione e di adorazione, pervaso di umile amore e santo timore: «Taccia, davanti a lui, tutta la terra!» (Ab 2,20), «Silenzio, alla presenza del Signore Dio» (Sof 1,7)! Sì, il silenzio si addice a noi che viviamo alla presenza di Colui che è!

M. Anna Maria Cànopi osb

 

 

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Letto 4335 volte Ultima modifica il Sabato, 01 Marzo 2014 16:09

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