Esperienze Formative

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Lunedì, 25 Agosto 2008 14:22

“ UN’ALLEANZA DI AMORE PER PREGARE DA FIGLI da IMPARIAMO A PREGARE ”

Vota questo articolo
(1 Vota)

B) IMPARIAMO A PREGARE - III

 

B) -3- UN’ALLEANZA DI AMORE

PER PREGARE DA FIGLI

Il mese scorso ci siamo fermati a riflettere sul ruolo del silenzio nella preghiera e su come gestire le distrazioni. Abbiamo visto che al centro del silenzio non c’è il vuoto, lo zero del pensiero e delle emozioni, ma una comunione. Noi dunque cerchiamo e stimiamo il silenzio per entrare in un’alleanza, per vivere un incontro.

Questo incontro con il Signore che avviene sul terreno sacro della Parola di Dio e della nostra vita può realizzarsi solo grazie al dono dello Spirito Santo che dimora e opera in noi. E’ lui il segreto della preghiera. E’ lui la nostra fiducia su cui possiamo sempre contare. E’ difficile che esageriamo il ruolo dello Spirito Santo nella nostra preghiera e nella nostra vita. Piuttosto siamo un po’ tutti portati a trascurare la presenza del suo mistero che vive in noi. Eppure dobbiamo renderci conto che senza lo Spirito non possiamo muovere un solo passo verso la nostra alleanza con Gesù e con il Padre.

S. Paolo lo aveva molto chiaro scrivendo alla comunità di Corinto. “Nessuno può dire Gesù è il Signore, se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1 Cor 12,8) Ossia: non è possibile aprirsi alla fede in Gesù Cristo Signore e quindi nel Padre, se non per opera dello Spirito.

Rendiamoci conto e proviamo a stupirci del fatto che la preghiera non è recitare delle formule ma l’esperienza di una comunione reale e vitale con Dio. E noi, senza il dono dello Spirito, siamo assolutamente incapaci di realizzare questa esperienza.

Ascoltiamo ancora San Paolo che richiama i suoi cristiani ad essere consapevoli del ruolo dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato” (1 Cor2,11-12).

E poco più avanti li interpella con una meravigliosa domanda:

Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Cor 3,16).

Anche noi desideriamo imparare a prendere sul serio lo Spirito Santo nella nostra vita di preghiera. Ed è solo così che potremmo prenderlo sul serio nella nostra vita quotidiana per camminare in Alleanza con Lui.

La nostra fiducia

Invochiamo lo Spirito perché questa riflessione ci apra a un cammino di grande fiducia per la nostra preghiera. Noi possiamo sperare molto e osare molto di più per la nostra vita di preghiera. Non nel senso di immaginare estasi e fenomeni particolari, ma nel senso di desiderare una profonda familiarità con Dio. Una familiarità vissuta proprio nel nostro tessuto quotidiano. Lo spazio di preghiera che scegliamo ogni giorno è infatti finalizzato a vivere il quotidiano in un clima di familiarità e di alleanza con il Signore.

Fiducia, perché lo Spirito desidera più di noi animare e guidare la nostra preghiera, per poter dare vita e luce a tutto quello che viviamo. Per entrare fiduciosi nel vivo della riflessione, ascoltiamo queste parole di un grande maestro di preghiera: il cardinale Carlo Maria Martini. Nei 22 anni di vescovo della diocesi di Milano, è stato instancabile nella scuola di preghiera sulla Parola di Dio ai giovani.

Nella lettera pastorale del 1997 scriveva:

“Questa lettera sulla vita secondo lo Spirito nasce da una convinzione profonda... verificata attraverso l’intero percorso della mia vita. E’ la convinzione che lo Spirito Santo c’è anche oggi, come al tempo di Gesù e degli apostoli: c’è e sta operando, arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi. A noi non tocca né seminarlo né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, fargli strada, andargli dietro. C’è e non si è mai perso d’animo rispetto al nostro tempo: al contrario, sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche là dove mai avremmo immaginato.

Di fronte alla crisi del senso di Dio, della nostra epoca, lo Spirito sta giocando, nell’invisibilità e nell’umiltà, la sua partita vittoriosa” .

1 Qual è il ruolo dello Spirito della nostra preghiera?

2 Come affidarci alla guida dello Spirito nella nostra preghiera?

Il ruolo dello Spirito nella nostra preghiera

In modo sintetico possiamo dire che il ruolo dello Spirito è quello di alleato fedele, intimo e discreto, sempre all’opera per aprirci a una preghiera di figli. Lo Spirito Santo ci unisce a Gesù, il Figlio.., e in lui ci insegna a rivolgerci al Padre, nella piena fiducia, liberi dalla paura.

Voi non avete ricevuto uno Spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma uno Spirito da figli per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!” (Rm 8,15).

Proviamo ora a specificare meglio ciò che opera concretamente lo Spirito nella nostra preghiera. Perché lo Spirito si lascia sperimentare per chi desidera aprirsi a lui con umiltà e disponibilità.

Lo Spirito è l’Amore che accende di amore la nostra preghiera

Ciò che molto sovente manca alla nostra preghiera è proprio l’amore. E per carenza di amore che la preghiera si trasforma in semplice dovere e poi in peso... per essere quindi abbandonata. E’ per mancanza di amore che ogni difficoltà nella preghiera rischia di essere ingigantita. E’ ancora per mancanza di amore che molte persone non sperimentano il gusto e la gioia della preghiera.

Ma non è la stessa cosa anche per qualunque lavoro, per qualunque hobby? Se manca la passione... anche le realtà più interessanti perdono attrattiva e senso. Ebbene lo Spirito Santo è l’Amore in persona! “La speranza non delude perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).

E può penetrare con il suo amore ogni momento di preghiera: quando cerchiamo di entrare in silenzio e quando cantiamo, quando chiediamo perdono e quando ringraziamo, quando ascoltiamo e quando imploriamo per noi stessi e per gli altri.

L’amore è il senso della preghiera e della vita, ma noi, pur desiderando l’amore non lo possediamo e siamo incapaci di amare veramente con le nostre sole forze. Lo Spirito Santo ci comunica l’amore e ci rende capaci di amare. E’ essenziale sentire il bisogno di lui e attingere continuamente da lui per vivere la preghiera come amore.

Lo Spirito è l’Amore che ci apre alla Parola di Dio

Lo Spirito Santo è l’intelligenza dell’amore che ci fa penetrare con profondità nella Parola di Dio. Non in modo miracolistico, aprendo a caso la Bibbia, sempre in un lavoro di alleanza, per cui è necessario anche l’impegno di uno studio e di una serietà nell’accostarsi alla Parola. Ma è lo Spirito che ci apre la mente e il cuore e fa parlare la Parla in modo personale e vivo alla nostra vita. Tutti l’abbiamo già sperimentato: a volte una parola del Vangelo o di un salmo diventa luminosa e ci tocca profondamente, trasformandosi in autentica Parola di Vita. Ecco quello che in totale semplicità sa operare lo Spirito Santo. Ma c’è di più.

Aprendoci alla Parola di Dio e creando in noi familiarità con la Parola, lo Spirito ci apre alla conoscenza di Gesù, alla conoscenza del vero volto di Dio, Stupenda questa promessa di Gesù: “Se rimanete fedeli alla mia. parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32).

Lo Spirito ci apre alla verità, cioè all’amore senza misura di Dio per noi e questo amore ci rende liberi dalla paura e dal peccato.

Lo Spirito è l’Amore che ci rimando sempre alla vita

L’amore non è mai evasione, né illusione. Lo Spirito Santo è l’amore stesso di Gesù, un amore incarnato nella nostra storia. Per questo lo Spirito, se lo sappiamo ascoltare, ci rimanda sempre alla vita quando preghiamo. È contrario a ogni intimismo lo Spirito Santo! E’ geloso della nostra umanità più vera e non ci de responsabilizza mai. E’ il nostro alleato perché viviamo con la responsabilità dell’amore il lavoro, le relazioni, ogni impegno e anche il tempo libero.

Lo Spirito Santo, attraverso la preghiera ci rimanda alla vita e ci rivela il senso della vita: diventare dono, imparare a servire, condividere.

Lo Spirito è l’Amore che ci apri gli occhi sul male per salvarci

Quando cominciamo ad affidarci seriamente allo Spirito nella nostra preghiera, succede un qualcosa di semplice e straordinario che certamente non è possibile alle nostre sole forze: apriamo gli occhi su tutto ciò che e anti-amore nella nostra vita, su ogni forma di male, di peccato... e nello stesso tempo, avvertiamo una profonda fiducia e speranza. Com’è possibile?

Istintivamente noi siamo portati alla superficialità verso il male e a illuderci di essere giusti o quasi giusti. Oppure, scoprendoci miserabili peccatori, ci scoraggiamo e ci dibattiamo nei sensi di colpa opprimenti.

Lo Spirito Santo invece è l’amore che convince il nostro cuore di peccato (Gv 16,8) e ci mostra quanto ogni ombra di male sia rovinoso per noi e per gli altri. Ma ci convince contemporaneamente di misericordia! Ci conferma che l’amore totale di Dio non viene meno un solo istante, neanche se fossimo criminali ed è sempre impaziente di perdonarci.

Questo è il grande, continuo miracolo dello Spirito Santo che possiamo riconoscere nella persona che prega veramente.

In sintesi, lo Spirito Santo è l’amore che opera nella nostra preghiera:

- aprendoci alla Parola e rivelandoci il vero volto di Dio, in Gesù

- rimandandoci alla concretezza della vita per insegnarci a donarla nel servizio

- rivelandoci la nostra debolezza per farci sperimentare che il Padre è misericordia senza limiti.

Come affidarci alla guida dello Spirito nella nostra preghiera?

Non si tratta di trovare delle ricette ma di aprirci alla consapevolezza della presenza dello Spirito in noi per un affidamento sincero a Lui.

  • Anzitutto apriamo gli occhi su un fatto che in un modo o in un altro ci riguarda tutti: non viviamo molto spesso una preghiera da orfani? Cominciamo a pregare, forse con buona volontà, ma da soli, come se noi soli dovessimo riuscire a entrare in rapporto con il Signore. Noi, i soli protagonisti.

Crediamo che siamo dimora dello Spirito Santo che abita in noi come in un tempio? Crediamo che lo Spirito è là, alleato fedele, per avviare, sostenere, orientare in noi una preghiera da figli? Siamo consapevoli che senza di Lui rischiamo continuamente di mandare a vuoto il nostro sforzo di pregare?

Proprio perché viviamo una preghiera solo nostra, e non guidata dallo Spirito, spesso disperdiamo molto tempo e molte energie durante il tempo della preghiera. Proviamo a vivere una preghiera nuova, in totale alleanza con lo Spirito Santo e sperimenteremo una gioia nuova di maggiore semplicità, ordine, profondità nel comunicare con Dio.

  • Non attendiamo emozioni o effetti speciali e non pretendiamo di percepire in modo chiaro e preciso il modo con cui ci guida Io Spirito. Siamo semplici e rispettosi. Lo Spirito Santo, invocato con umiltà e fiducia, non delude mai; sperimentare la sua azione con riconoscenza non è volerlo controllare e quasi dargli il voto.
  • Cominciamo la preghiera fin dal primo istante insieme allo Spirito.

Con un atto di fede fissiamo il nostro sguardo sulla sua presenza personale in noi.

Adoriamolo alcuni minuti, ringraziamolo. Ora consegniamo a Lui la nostra libertà, il nostro desiderio di pregare, la mente, i sentimenti, la memoria, il nostro corpo. Facciamo questo con molta calma, mettendoci nelle sue mani con semplicità e confidenza. Da questo atto fiducioso tutta la preghiera potrà essere vissuta in clima di alleanza con lo Spirito.

  • Noi non siamo identici tutti i giorni. Cambiano i problemi, cambia Io stato d’animo, cambiano i bisogni e i desideri immediati...; per questo la preghiera, che è sempre il riflesso della vita, non può essere identica tutti i giorni. Un giorno il bisogno urgente è la luce per una decisione, un altro giorno è il pentimento per una caduta, un altro ancora è la gioia di ringraziare.

Avviandoci nella preghiera chiediamo allo Spirito che ci guidi sul sentiero adeguato di oggi, di questo momento, perché preghiamo da figli in modo incarnato.

Ecco perché non esistono ricette confezionate per la preghiera; perché non esistono ricette per la vita.., e neppure per il mistero che è lo Spirito. Ma ogni giorno possiamo vivere una preghiera ben aderente alla nostra vita, ascoltando i nostri bisogni e i desideri dello Spirito.

Non esiste situazione, nel buio o nella luce, in cui non possiamo consegnarci a lui per cercare con lui un sentiero sacro di comunione col Signore, la preghiera più vera per quella situazione.

  • Quando preghiamo, riserviamo sempre uno spazio centrale all’ascolto della Parola di Dio. Ebbene, anche qui ricordiamo che solo lo Spinto Santo può aprirci alla vera comprensione della Sacra Scrittura. Senza di lui rimaniamo in periferia, la Parola non riscalda né l’intelligenza né il cuore e non trasforma la nostra vita.

È solo lo Spirito che può trasformare l’ascolto in comunione e la comunione in frutti di vita.

Quando succede che una pagina della Scrittura ha parlato in modo intenso al nostro cuore e ci ha mossi ad obbedire con gioia, fermiamoci a ringraziare dal profondo: non consideriamolo un fatto ovvio. Lo stupore e la gratitudine ci renderanno sempre più attenti allo Spirito Santo.

Lo Spirito “grida in noi Abbà, Padre...” (Rm 8). Proviamo, almeno qualche volta, a sprofondarci nello Spirito Santo per pregare il Padre Nostro. Questa preghiera che Gesù ci ha consegnato, è un concentrato del Vangelo, cioè della sua stessa vita. E’ la preghiera tipica dei figli di Dio, in Gesù. San Francesco pregava lunghe ore sulla prima parola: Padre! E Santa Caterina da Siena, ci testimonia il suo direttore spirituale, non riusciva a dire il Padre nostro senza commuoversi fino a piangere di gioia.

Chi ha già una certa familiarità col Vangelo non farà fatica a stare in preghiera un quarto d’ora sul Padre Nostro, gustandolo parola per parola. Ma è solo lo Spirito che può generare in noi una profonda stima e il gusto per questa preghiera.

  • Senza ansia e senza perfezionismi, di quando in quando chiediamoci durante la preghiera: - -
- Sto amando?

- Credo che Dio mi ama?

- Mi lascio amare?

E non scoraggiamoci, se ci sorprendiamo incapaci di amare. Ricorriamo subito allo Spirito. Egli è l’Amore ed è l’educatore del nostro amore, nella preghiera e nella vita.

  • Se ci abituiamo a vivere la preghiera sotto la guida dello Spirito, ci accorgeremo a poco a poco che lungo la giornata, in più di un’occasione sentiremo il bisogno di invocare lo Spirito, di ascoltarlo, di ringraziarlo.

Impariamo a vivere di fede, non ci sentiremo più soli, orfani né schiavi, ma figli uniti in comunione con molti fratelli.

Domande per la revisione di vita

1) In questo mese sei riuscito ad essere costante nella preghiera quotidiana? Hai già trovato il momento e il luogo più adatti per un clima di preghiera?

2) Ti sembra di notare un graduale passaggio nella tua preghiera:

< dalla paura alla fiducia

< dal puro dovere all’amore

3) Dal dire tante preghiere al silenzio che ascolta...?

Ti capita di sentire l’aiuto dello Spirito nella preghiera o lungo la giornata?

 

Letto 3406 volte Ultima modifica il Sabato, 09 Gennaio 2010 15:26

Search