ad affrontare il serio pericolo, normale per l'epoca, di essere fisicamente cancellato dalla storia dell'uomo.
Il Dio fedele, per mezzo di Mosé, conduce il suo popolo fuori dall'Egitto con "mano forte e potente". E ciò perché Dio ha ascoltato i gemiti dei figli di Israele e si è ricordato della sua Alleanza. "Io vi assumerò come mio popolo e io sarò il vostro Dio. Io vi farò entrare nella terra che promisi di dare ad Abramo, ad Isacco e a Giobbe: io ve la darò in eredità. Io, il Signore!" 5(Es. 6,5-8).
Durante il "pellegrinaggio" di " 40 anni" attraverso la penisola del Sinai (l'uso dei numeri in ebraico è simbolico) gli Israeliti raggiungono il monte Djebel-Musa (2293 mt) dove si ritiene che Jahvè abbia stipulato "l'Alleanza" con il popolo eletto. Ricordiamo che dai tempi preistorici dell'avventura spirituale dell'uomo abbiamo assistito a due "patti" dimostratisi inoperanti: con Adamo ed Eva, e con Noè. Ciò nonostante Dio si è mantenuto fedele alle sue promesse.
Con Abramo entriamo nel periodo "storico" della salvezza che si realizzerà attraverso tre diverse alleanze: la prima, già vista, fra l'Elohim ed Abramo, la seconda, che stiamo vedendo ora, fra Dio e Mosè, con il suo popolo, e la terza, che verrà istituita da Gesù Cristo.
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Dio prende nuovamente l'iniziativa e dona a tutto il suo popolo l'alleanza. E per questo non si è scelto un popolo ricco e potente che possa dare garanzia di successo e prestigio al Suo Nome; ma ha continuato a preferire quella massa di ex-schiavi discendenti di Abramo che Egli stesso ha liberato dalla schiavitù. Dio continuerà a prediligere questo popolo anche difronte ai più gravi tradimenti. Castigherà il suo popolo, ma non lo abbandonerà!
Come mai Dio non si è stancato? "Per l'onore del suo nome", ossia per la fedeltà alla promessa fatta ad Abramo.
Perché si è impegnato ad amare? "perché Dio non è come noi": Dio sà Amare (Osea 2,11; Geremia 2-4; Isaia 40-55; Ezechiele IO;2O;23).
Il motivo per cui Dio si è voluto impegnare è soltanto il suo amore misericordioso come quello di un padre, di una madre, di uno sposo fedele nonostante tutto e per di più capace di creare vita e bellezza.
ESODO I°,I-25
Dio ricorda al suo popolo che ha dato ad essi la libertà (Es. 1°,4) e prosegue con estrema delicatezza "se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete,....". Permane quindi la libertà di accettare o di rifiutare il Dono di Dio e ciò varrà anche per tutti i 40 anni nel deserto, anche se chi non mantiene fede all'alleanza, liberamente accettata, va incontro alla collera di Dio. D'altra parte l'accettazione
era stata netta e categorica "Quanto il Signore ha detto noi lo faremo" (Es.19,8).
Il modo di parlare di Dio con Mosè, il tipo di manifestazione o teofania, deriva secondo la tradizione Jahvista da una eruzione vulcanica (all'epoca esistevano vulcani in attività nella zona), secondo la tradizione elohista si trattava di una bufera. In ogni caso è tipico del linguaggio bibblico usare questa espressione per indicare una manifestazione della divinità. Comunque l'importante è che l'alleanza era una "condiscendenza di Dio ", una "grazia". Il popolo non ha niente da aggiungere, nessun titolo da esibire per meritarsi un tal dono. La parola chiave di questa assurdità è l'"amore".
ESODO 20, 1-21
I primi comandamenti concernono i rapporti tra Dio e l'uomo; i successivi, i rapporti dell'uomo con il prossimo. La condotta morale dell'individuo verrà d'ora in poi regolata non più da un decreto di polizia, ma dalla legge di un Dio invisibile e Santo, che tutto sa, che tutto vede, che legge nell'animo e nei pensieri dell'uomo come in un libro aperto e tutto ciò viene espresso in dieci articoli in cui tutto è detto in una forma incredibilmente sintetica e ricca di sostanza. Il come il decalogo è scritto e il suo alto contenuto morale costituiscono una grossa originalità rispetto ai testi giuridici sumeri, egiziani, ittiti e mesopotamici contemporanei.
Nel decalogo prima di tutto Dio si presenta ''Io sono il Signore, tuo Dio"; quindi l'unicità: ha un'esigenza di servizio esclusivo; per il vero credente: solo Dio è il vero Signore. E questa è l'esperienza storica di Israele: avere un unico Dio, concetto rarissimo nella storia antica. Il monoteismo è frutto di rivelazione.
La seconda esigenza dell'alleanza si riferisce alla natura di Jahvè. Niente di quanto creato serve per dire com'è Dio. Con questo si esige dall'uomo di lottare contro la sua tendenza innata ad adorare se stesso e le opere delle sue mani, a "essere come dei".
Le altre clausole dell'alleanza, come già detto, regolano le relazioni con il prossimo, e garantiscono la vita famigliare e sociale. E in questa esigenza si scopre l'importanza che l'uomo, in sé e nei beni che rendono possibile la sua vita e la sua indipendenza sociale, ha nella relazione con Dio.
ESODO 24, I - 18
La manifestazione esterna dell'alleanza si ha con l'aspersione dell'altare, che simboleggia Jahvè, e del popolo con il sangue degli animali immolati. Ma per gli antichi orientali non si trattava solo di un atto formale, era il "legame di vita" (il sangue indicava l'anima). Il tutto probabilmente è stato seguito da un banchetto che costituiva anch'esso una forma di accettazione dell'alleanza.
L'Alleanza non è stata stipulata con una sola generazione, ma vincola per sempre Israele: "Non con i vostri padri l'Eterno ha stretto quest'allenza, ma con noi che oggi siamo qui, tutti vivi" ( Deut. 5,3).
Gli elementi fondamentali che differenziano l'Alleanza mosaica da altri tipi di alleanze di quel tempo sono:
1°- l'Alleanza del Sinai non ammette ripetizione e ha valore per tutta la storia d'Israele;
2°- stabilisce una comunione profonda tra la persona umana e la persona di Dio ;
3°- ha avuto origine per iniziativa di Dio e non dell'uomo;
4°- il suo scioglimento dipende solo da Dio;
5°- centro del ciclo storico degli interventi divini, l'alleanza del Sinai sfocierà nel Nuovo Patto di tutta l'umanità con Dio per mezzo di un nuovo mediatore: Gesù Cristo.
ESODO 25,I-16
Jahvè passa a descrivere minuziosamente come deve essere costruita l'arca ove andrà collocato il Decalogo: prima dichiarazione dei diritti e dei doveri dell'uomo, secondo la legge naturale impressa nelle coscienze. ;
Non hanno importanza l'oro e le gemme che compongono l'arca, ciò che conta è che Jahvè aveva promesso di rimanere con loro e da così un segno della sua presenza attraverso la "presenza" fisica della "parola".
Ancora una volta Dio è fedele, di una fedeltà che si colora di misericordia nel momento in cui il popolo romperà l'alleanza mancando alla sua promessa.
Domande
Quali sono secondo te i punti particolarmente significativi dei brani indicati da queste letture?
Perché sono significativi?
Che aggancio hanno sulla tua vita ed esperienza di fede?
OOOOOOOOOOOOOO
I gruppi raccolgano i punti particolarmente significativi ed in forma sintetica li facciano pervenire a Padre Franco e/o Giulio il mercoledì prima dell'incontro e cioè il 18/4
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