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Mercoledì, 24 Maggio 2017 12:30

Amos

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Siamo sotto il Regno del He Gereboamo II (783-743 A.C,), epoca gloriosa in cui il Regno del Nord si estende e sì arricchisce.

II paese aveva potuto svilupparsi a causa di un indebitamento momentaneo delle due grandi potenze mondiali di quel tempo, l'Assiria e l'Egitto. Questo progresso economico si basava però sull'egoismo collettivo di certi gruppi, il che generava una ingiusta divisione del popolo in classi. II lusso dei grandi era un insulto alla miseria degli opressi e lo splendore del culto mascherava l'assenza di una vera religione.

Amos era un pastore di Teqoa. E' stato chiamato da Yahvé per profetizzare in Israele da dove poi fu espulso perché era considerato un pericolo pubblico e straniero in Israele.

Si era reso conto dell'aspetto precario del progresso del paese condannava nel nome di Dio la vita corrotta della città, l'ingiustizia sociale, la falsa sicurezza che si poneva in riti in cui l'anima non trovava posto.

II popolo di Dio, liberato dall'Egitto, dall'oppressione e dalla schiavitù, adescso era diventato schiavo dei suoi stessi fratelli.

II problema tormentava Amos. Mentre pascolava il gregge dei capretti nel deserto dì Giuda, e coltivava il suo orto a Teqoa, sua terra natale, nei pressi di Belem, ruminava dentro di se la storia dì questo paradosso.

"Non riusciva più a pensare ad altro. Tutto quel che faceva e toccava, gli faceva venire in mente l 'ingiustizia che si era istallata nel suo paese e il tremendo castigo di Dio che avrebbe provocato. Un giorno, osservando come un muratore lisciava l'intonaco di una parete, Amos si mise a immaginare in quale modo Dio avrebbe pareggiato tutto per eliminare gli assurdi contrasti delle ingiustizie che gridavano vendetta. Un cesto di frutta matura gli diceva che il tempo del castigo di Dio era maturo. Un fuoco che inceneriva la boscaglia diventava per lui l'immagine dell'imminente punizione Divina, che avrebbe colpito il popolo. Alla fine, Amos non resisteva più.

Bisognava che parlasse e gridasse forte! Dio lo voleva.

Lasciò la sua casa, l 'orto, il gregge e la patria e andò a parlare con chi di dovere.

Amos si presenta come un uomo senza difesa, un semplicione, un uomo dei campi. Non ha nessuna forza contro il potere del Re, che godeva della copertura ufficiale del culto e del sacerdozio. Egli è disprezzato e accusato di sovversione e di cospirazione contro il Re. Ma Amos non ha paura. Con la chiarezza e la semplicità del contadino, denuncia l'ingiustizia sociale. Rivela pubblicamente gli abusi del lusso con tutti i suoi scandali. Amos dimostra che davanti a Dio non esistono ne privilegi nè sicurezze, basate sulla tradizione o sulle pratiche di pietà, qualunque esse siano: il culto così com'è non piace a Dio, anzi lo disgusta.

Il castigo di Dio sarà tremendo . Non ci resterà niente del popolo, così come niente rimane di un capretto sbranato dal leone, all'infuori di "due zampe e la- punta delle orecchie". Nessuno potrà sfuggire e "il più coraggioso tra i più valorosi se la darà a gambe, nudo, e in quel giorno"

L'unica cosa che l'uomo può fare per evitare questo castigo di Dio è acquistare una certa sicurezza di un futuro migliore, è: praticare la giustizia e cercare sinceramente la volontà di Dio.

Ma Amos è abbastanza realista per capire che i uomini si convinceranno di queste cose, solo dopo essere passati attraverso il caos, solo dopo aver costatato che tutti gli altri appoggi erano falsi. Solo allora, si sveglieranno e faranno ritorno a Dìo.

In questa profezia di speranze trasparisce la nostalgia di Amos per la sua terra natale, dove possedeva un orto tranquillo. Doveva lasciarlo per ordine di Dio. Egli spera di poter tornare alla pace di allora, ma una pace che sia frutto di giustizia.

 

BRANI BIBILICI DA CONSULTARE in AMOS:

  5 (7)                   3 (8)                5 (12,13)

  2 (6,7)                7 (10,13)          6 (3)

  6 (4,6)                5 (21,23)          8 (7)

  3 (10)                 3 (14)               2 (14,16)

  7 (7;9)                5 (14)               4 (12)

  8 (1,3)

  7 (4,6)

  7 (14,15)

 

 

PER CHI PREFERISCE IL VECCHIO SCHEMA

Molti sono stati i profeti. Mai sono stati onorati in vita, bensì sono stati

perseguitati e massacrati, espulsi e maltrattati (11,32-40).

Dopo la loro morte, la coscienza di colpa ha portato gli uomini a innalzare

loro maestosi sepolcri e monumenti.

Ma, agire in questo modo, sarebbe come mistificare i profeti, neutralizzare

la loro azione e testimoniare di se stessi "Siamo, di fatto, i figli di

coloro che hanno assassinato i profeti". (Mat. 23,31)

II profeta, vivo o morto, è onorato, solo quando vede realizzato il messaggio da lui predicato: la giustizia, l'obbedienza sincera alla volontà di Dio.

AMOS era un pastore, uomo semplice che non ha avuto paura di parlare.

Nel nostro mondo, egoismo, ipocrisia, ingiustizie sociali, abusi dì poter, violenze, sono abbastanza correnti.

- Noi abbiamo il coraggio di reagire?

oppure

- nel desiderio di realizzare un mondo tranquillo, in cui regnano giustizia e pace (nostalgia di Amos) in che modo riusciamo a contribuire?

 

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Letto 1787 volte Ultima modifica il Mercoledì, 24 Maggio 2017 12:44

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