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Venerdì, 10 Luglio 2020 17:58

Commercio e conservazione del pesce in Galilea ai tempi di Gesù In evidenza

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prof. Dario Vota

 

 

Commercio del pesce fresco

Il pesce fresco doveva essere venduto in giornata, per cui non poteva essere trasportato molto lontano dalla zona di pesca (pur con la differenza tra estate e inverno: temperature più basse permettevano un tempo più lungo di trasporto). Secondo informazioni legate a pratiche moderne ma pre-novecentesche, in Galilea in inverno il pesce fresco arrivava fino a Nazareth; così si può calcolare, per un trasporto su muli, un raggio di 25-30 km dal lago (tenendo però conto che in zone montuose della Galilea il tempo di trasporto era più lungo e quindi la distanza poteva essere minore); una media estate-inverno di tempi di trasporto per permettere vendita e consumo di pesce fresco, doveva essere non superiore a 6 ore. Molto dipendeva però anche dalle condizioni dei mercati e dalle strade: alcuni centri più attrezzati potevano ricevere più pesce rispetto a centri più vicini al lago ma più modesti (es. una città importante come Sefforis, teoricamente al di là del raggio del commercio invernale ma meglio servita da strade e con una domanda maggiore, probabilmente vedeva arrivare sul suo mercato il pesce del lago). Più a nord poteva arrivare il pesce pescato nel lago di Hula (oggi prosciugato).

Conservazione del pesce

Secondo fonti antiche (es. Strabone), a Tarichea (Magdala) era attiva un’industria di salagione del pesce. Da questa attività derivavano una serie di prodotti, su tutti il garum: i pesci erano messi in contenitori con sale, spezie e aromi, lasciati al sole a macerare da uno a tre mesi, mescolando il tutto di tanto in tanto; dalla carne così liquefatta si estraeva il garum vero e proprio come salsa salata per condimenti vari. Non ci sono però dati archeologici diretti per la Palestina sull’attività di conservazione del pesce.

Tra i pesci del Kinneret, le sardine erano probabilmente il pesce più conservato, perché si pescavano in grandi quantità solo in certi periodi dell’anno – ed era quindi conveniente puntare sulla loro conservazione – e perché la loro carne si macerava più facilmente che quella di altri pesci. Erano conservate sotto aceto o più probabilmente destinate alla produzione di salse come l’allex, simile al garum ma meno pregiato.

Commercio del pesce salato

Il pesce salato era trasportato in ceste o in vasi di ceramica; per questo secondo caso, lo studio archeologico dei contenitori da trasporto può fornire indizi sul raggio commerciale dei prodotti ittici della Galilea.

I tipi di vaso usati per il trasporto di questo tipo di merce si possono individuare in base alla forma, mentre è più difficile stabilire il luogo di provenienza dei vasi; tuttavia alcuni studi sulle componenti dell’argilla di recipienti trovati in siti della Galilea hanno permesso di individuare qualche luogo, come Shikhin presso Sefforis. In particolare le “giare da magazzino” sono vasi che erano usati per trasportare vino, olio, salsa di pesce e altri prodotti, ma la loro diffusione può fornire indizi anche sul raggio di commercializzazione dei prodotti di pesce conservato. Sono giare che potevano essere trasportate anche su piccole barche oppure legate su muli e asini per il trasporto via terra. La presenza di questo tipo di giare in diversi villaggi segnala prodotti che venivano trasportati da un villaggio all’altro; si tratta di un tipo di vasi attestato solo in Galilea, ma, avendo una forma poco adatta al trasporto a lungo raggio (non sono, ad esempio, la tipica anfora adatta allo stoccaggio su navi da trasporto marittimo), è probabile che il raggio del loro commercio si limitasse ai mercati locali tra Galilea e Golan.



 

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La pesca al tempo di Gesù, nel lago di Galilea

 


 


Letto 25913 volte Ultima modifica il Venerdì, 10 Luglio 2020 19:48

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