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Domenica, 28 Dicembre 2025 09:40

Domenica tra l'ottava di Natale - Santa Famiglia - Anno A In evidenza

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Domenica tra l'ottava di Natale - Santa Famiglia - Anno A

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura Sir 3,3-7.14-17a

Dal libro del Siracide
 

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.


Salmo Responsoriale Sal 127 (128)

Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai, 
sarai felice e avrai ogni bene

La tua sposa come vite feconda 
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo 
intorno alla tua mensa

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme 
tutti i giorni della tua vita!

 
Seconda Lettura  Col 3,12-21
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
 
Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.
 
Canto al Vangelo (Col 3,15a.16a)


Alleluia, Alleluia

La pace di Cristo regno nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

Alleluia, Alleluia

 

Vangelo Mt Mt 2,13-15.19-23

Dal Vangelo secondo Matteo
 

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

 

OMELIA
 
Giuseppe dorme, e il Mistero gli apre gli occhi alla realtà, rendendola possibile e abitabile. Un invito a uscire da una vita vissuta per inerzia per cominciare a vivere da vivo.
Giuseppe viene a rappresentare così ogni uomo che, una volta risvegliatosi, accetta di mettersi in cammino. A quel punto – e solo allora – prende con sé Maria e il bambino. Li accoglie senza possederli e senza comprenderli del tutto. Poi, insieme, attraversano l’Egitto. Precisamente vi entrano e vi escono.
Fuori di metafora: l’Egitto è il luogo delle paure, delle schiavitù interiori, delle zone d’ombra che abitano ciascuno di noi. Portarvi la luce significa permettere che anche quelle parti entrino nel respiro della vita. L’attraversamento diventa così un passaggio trasformativo.
La maturazione umana passa da qui. Abitare l’ombra, sostare nell’oscurità, attraversare il proprio deserto interiore fa parte del cammino verso un’esistenza adulta. È il tempo in cui vengono meno appoggi e certezze, e si impara a stare. In questo vuoto si apre una fede più essenziale. Non come distanza definitiva, ma come spazio consegnato alla libertà dell’uomo. È il tempo in cui non si vede, non si sente, non si comprende, e proprio per questo si viene introdotti in una conoscenza più profonda.
Il Vangelo oggi ci ricorda che riconoscere le proprie zone oscure, nominarle e attraversarle consente il ritorno a casa. Casa come luogo interiore riconciliato, dove è possibile abitare ciò che si è. Ciò che è. La vita in fondo è una e chiede di essere accolta nella sua interezza.
‘Scendere nel proprio Egitto interiore’, nelle proprie verità, anche quelle più faticose, è un gesto di onestà radicale. È il gesto di una madre che si china sulle ferite del figlio e le tocca con delicatezza. Vive infatti in ciascuno di noi un bambino interiore che chiede solo d’essere riconosciuto, ascoltato, accolto. Accogliere le proprie ferite avvia un processo di trasformazione e apre a una fecondità nuova.
A Dio è sufficiente un sogno, fragile e reale, come quello di Giuseppe. Un sogno capace di far avanzare la storia e di contenere le forze che vorrebbero spegnere la vita, dentro e fuori di noi. Questo sogno non viene infranto. Coincide con il desiderio più profondo dell’uomo: una vita piena, una felicità possibile, una vita che continua ad aprirsi.

 
Paolo Scquizzato
 
Letto 3 volte Ultima modifica il Domenica, 28 Dicembre 2025 09:47
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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