Famiglia Giovani Anziani

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Giovedì, 30 Dicembre 2004 19:17

PARROCCHIA E CARITÀ

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PARROCCHIA E CARITÀ

La carità non è solocura dei poveri, di chi è nel bisogno, è soprattutto l’elementocaratterizzante la vita del cristiano, in parrocchia, nel lavoro e, inprimo luogo, in famiglia.

Scrive mons. Angelini(1) : "Lacarità, nella vita del cristiano, non si riduce certo all’elemosina, maha almeno altre due caratteristiche, che identificano la caritàcristiana su modello di quella di Cristo: il perdono del nemico e ilservizio a favore del fratello". Continua ancora l’autore: "Lamia pur recente esperienza di parroco mi ha consentito di toccare conmano quanto poco incoraggiante sia, per gran parte della gente,l’immagine di coloro che sono gli ‘animatori’ più assidui della vitaparrocchiale. Appena si accorgono che sei un prete non proprio‘clericale’ accade che ti confessino in fretta: ‘Sa, in Chiesa io nonvado; ma la compagnia che lì si trova è così poco incoraggiante, che vaa finire che uno trascuri anche la Chiesa’".

Carissimi: e se fossimo noi questi animatori che,come la folla che sgrida il cieco Bartimeo perché disturba Gesù (Mc10,48), impediamo alla gente di incontrare Cristo? È facile farel’elemosina, è molto più difficile servire il fratello e praticare ilperdono.

Ne abbiamo fatto esperienza come coppia e comefamiglia nelle scorse feste di Natale. Di là dalla melassa con cuiqueste feste di fede vengono rivestite dalla società dei consumi, pertutti noi questi momenti sono stati occasioni per ritrovarsi con iparenti, per avere più tempo come coppia, come genitori.

Pensiamo che queste occasioni siano state per moltianche momenti di sofferenza: di là del ricordo di persone care che nonci sono più, sono venuti al pettine tanti nodi irrisolti nei rapportiinterparentali: tra fratelli e sorelle, generi e cognate, suocere enuore e che si sono tradotti sovente in inviti mancati, in pranzisilenziosi, in qualche scatto di nervi di troppo. Come coppia siamostati capaci di regalarci qualcosa di bello, non il solito più o menoprezioso dono, ma una frase tipo: "Come farei senza di te?", "ti vogliobene"? E ancora: ci siamo limitati a riempire i nostri figli di doni,presto accantonati, oppure giocando con loro abbiamo preso l’impegno dilavorare un po’ di meno e di occuparci un po’ più di loro, di smetterladi delegare e cominciare a ‘servire’?

Se, come diciamo, la famiglia è piccola chiesa e laparrocchia deve diventare famiglia di famiglie sappiamo doveincominciare per rendere la nostra comunità parrocchiale una comunitàcredente e accogliente.

Noris e Franco Rosada

(Gruppi famiglia n° 42 - marzo 2003)

(1) G. Angelini, Parrocchia e carità, La rivista

del clero italiano, LXXVIII (1997), 2, pag. 85-

102. Mons. Giuseppe Angelini è Preside della

Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, Milano.

Letto 1644 volte Ultima modifica il Domenica, 20 Febbraio 2005 17:29

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