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Sabato, 19 Giugno 2004 13:08

11. Il vero celebrante è Gesù Cristo (Ildebrando Scicolone)

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Se la storia della Rivelazione pubblica cristiana si è chiusa con l’Apocalisse, ultimo libro della Bibbia, non si chiude però la storia della Salvezza, perché - dicevamo – è necessario che tutti gli uomini siano salvati.

E’ come – per portare un esempio – la luce di una stella lontana mille anni-luce, che mi raggiunge appunto dopo mille anni da quando è partita. Io la vedo ora, ma essa è partita mille anni prima.

In ogni azione liturgica, specialmente in quelle che chiamiamo "sacramenti", si ha questa presenza attiva di quella luce, che abbiamo chiamato la salvezza operata da Cristo Gesù. Anche oggi quindi è Lui che agisce, e che continua quaggiù sulla terra l’esercizio del suo sacerdozio.

Perciò il Concilio, all’art. 7, recita: "Per attuare un’opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, soprattutto nelle celebrazioni liturgiche.". E poi elenca cinque luoghi o aspetti di questa presenza: "Egli è presente nel sacrificio della messa,

  1. sia nella persona del ministro, essendo lui stesso che "offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti",

  2. sia soprattutto sotto le specie eucaristiche.

  3. E’ presente con la sua potenza nei sacramenti, al punto che quando uno battezza, è Cristo stesso che battezza.

  4. E’ presente nella sua Parola, perché è lui che parla, quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura.

  5. E’ presente infine, quando la Chiesa prega e canta, lui che ha promesso "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro".

Nella lettera b. c’è un "soprattutto", che va precisato. Il testo latino dice "maxime", cioè "in sommo grado". Si tratta di quella che la fede cristiana e cattolica ha chiamato "presenza reale" di Cristo nell’eucaristia. Essa è la massima forma di presenza. Ma anche le altre presenze sono reali, altrimenti non sarebbe "presenze". Cristo è "realmente" presente nell’assemblea, nel ministro, nella Parola, nei sacramenti. Ed è Lui che opera e salva. La presenza eucaristica è legata alla "sostanza", e perciò è permanente, mentre negli altri casi Cristo è presente nel momento celebrativo e non fuori di esso. Mentre infatti adoriamo Cristo presente nell’ostia consacrata, anche fuori della Messa, non adoriamo né il sacerdote, né il libro della Bibbia, né l’acqua benedetta o il crisma, pur sapendo che quando vengono usati nella liturgia, rendono presente ed operante il Cristo. Senza sminuire per nulla la presenza eucaristica, i cristiani dovrebbero valorizzare di più anche le altre forme di presenza liturgica, senza dimenticare che "corpo di Cristo" non è soltanto il "pane consacrato", ma siamo tutti gli uomini, specialmente quelli che per la povertà o la sofferenza sono più simili a Cristo Gesù, come si è manifestato nella sua vita terrena.

Ildebrando Scicolone

 

Letto 3730 volte Ultima modifica il Mercoledì, 20 Marzo 2013 16:40

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