Il terzo viaggio missionario di Paolo
di Don Filippo Morlacchi
Il passaggio attraverso la penisola Anatolica (18,23)
Un solo versetto ci descrive il lungo viaggio attraverso la Galazia e la Frigia. Luca sorvola su ciò che accade in luoghi già descritti in precedenza. Il fatto che il testo ometta la menzione della Pisidia e della Licaonia fa supporre che Paolo non sia ripassato per Antiochia, Iconio, Listra e Derbe (primo viaggio), ma abbia puntato subito sulla Galazia (evangelizzata nel secondo viaggio a causa della malattia). Questo passaggio in Galazia si argomenta anche dalla lettera ai Galati (4,13) "fu a causa di una malattia del corpo che vi annunziai la prima volta il vangelo": si può supporre una seconda volta, se ve ne fu una prima; e fu appunto in occasione di questo viaggio. Attraversando poi la Lidia, giunse ad Efeso, fedele alla promessa fatta agli Efesini (18,21), fermandosi forse da Aquila e Priscilla, rimasti ad Efeso dal viaggio precedente.
Intanto, si racconta di Apollo, un giudeo alessandrino colto, versato nelle Scritture (probabilmente alla scuola di Filone, fortemente allegorizzante), seguace del Battista e battezzato solo con il battesimo di Giovanni (1). Questi, abilissimo nell’argomentare, fu condotto alla pienezza della fede cristiana dai coniugi Aquila e Priscilla, i quali lo incoraggiarono nel suo desiderio di evangelizzare la Grecia e lo indirizzarono a Corinto. Qui riscosse grande successo "irrigando quello che Paolo aveva piantato" (cfr 1Cor 3,4-6).
NOTA
(1) Ciò significa che al di fuori della Palestina c'erano ancora discepoli del Battista che non avevano conosciuto (o riconosciuto) Gesù, e che rimanevano legati al loro maestro decapitato da Erode. E' quanto rimane dei «discepoli di Giovanni» (Mc 2,18; 6,29). Il Vangelo di Giovanni, scritto alla fine del secolo, vuole chiaramente indicare la subordinazione di Giovanni a Gesù, anche per invitare questo gruppo superstite alla piena fede.