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Sabato, 19 Giugno 2004 02:08

Complotto e trasferimento a Cesarea (23,12-35)

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Da Gerusalemme a Roma
di Don Filippo Morlacchi


Complotto e trasferimento a Cesarea (23,12-35)


Una quarantina di esaltati fa voto di sciopero della fame fino all’uccisione di Paolo, chiedono al sinedrio di richiamare Paolo, e loro lo avrebbero eliminato prima dell’ingresso nell’aula. Ma il nipote di Paolo viene a saperlo, e informa Paolo. Il tribuno, furbo, sceglie di togliersi dall’impiccio spedendo Paolo all’autorità superiore: il procuratore Felice. Fa preparare una numerosa scorta e ordina il trasferimento notturno. Il prigioniero viene accompagnato dall’elogium, la lettera di presentazione in cui il magistrato inferiore si affida alla competenza del magistrato superiore a riassume gli estremi del caso come gli sono noti (in realtà egli modifica un po’ i fatti, a suo favore ed omettendo di averlo trattato non da cittadino romano). Di notte la carovana scende ad Antipatride e l’indomani a Cesarea; Paolo viene incarcerato nel palazzo fatto costruire da Erode il Grande, poi adibito a sede abituale del procuratore. Antonio Felice fu uomo ignobile ("esercitò il suo potere con animo da schiavo, ricorrendo a sevizie e libidine", scrisse Tacito).

Letto 2264 volte Ultima modifica il Sabato, 19 Giugno 2004 02:10

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