DON FORMENTON: NESSUN PARTITO PUÒ ATTRIBUIRSI PATENTI DI CATTOLICITÀ. E NESSUNO SCHIERAMENTO PUÒ ESSERE DEMONIZZATO
di Valerio Giganteda www.adistaonline.it
Ha suscitato un vespaio di polemiche la lettera aperta di don Gianfranco Formenton, parroco di S. Angelo in Mercole e S. Martino in Frignano (Spoleto), al card. Ruini, pubblicata dalla nostra agenzia e dal sito spoletonline.it e riprodotta poi integralmente anche dall'Unità (il 26/3, in prima pagina) e dal sito aprileonline.info. Formenton, variamente tacciato di essere prigioniero dell'ideologia comunista, amico dei sovversivi, fiancheggiatore dei Ds, di non aver rispettato la neutralità politica cui sarebbero chiamati gli uomini di Chiesa, di essere in contrasto con il Magistero, ha voluto rispondere alle accuse inviando alla nostra agenzia alcune precisazioni che definisce "d'obbligo", "considerate le interpretazioni, i commenti sommari" sugli organi di informazione e nei bar, "le volgarità e le preghiere che da ogni parte d'Italia si levano per la mia conversione e per la mia rimozione da Parroco".
Il parroco umbro se la prende anzitutto con "il vezzo" di alcuni esponenti locali della "Casa delle Libertà" "di autoattribuirsi patenti di ‘cattolicità' e di rappresentanza di non meglio precisati ‘valori cristiani'". Io, chiarisce don Gianfranco, "non ho espresso alcuna indicazione di voto, ma semplicemente precisato ai cattolici che militano nell'Unione che votare per l'Unione non costituisce motivo di turbamento spirituale, né è foriero di sanzioni ‘eterne', perché l'esercizio del voto e la scelta dei Partiti (non potendo indicare i candidati) secondo la morale cattolica sono assolutamente liberi, visto che la morale presuppone la maturità dei fedeli cristiani. Nessun partito è depositario dei ‘valori cristiani'. Nessuno che non voti per la Cdl può considerarsi eretico". E poi, precisa in tono sarcastico Formenton, "non sono mai stato iscritto al Partito Comunista, non mangio i bambini e non milito nei gruppi ‘Anarcoinsurrezionalisti' e nulla, nella lettera, indica che io sia ‘comunista'". E comunque "comunista non è un insulto". Come prete, poi, pur non entrando in questioni "partitiche", "è mio dovere intervenire nei confronti delle persone che mi sono state ‘affidate' ogniqualvolta qualcuno confonde i campi della politica e della fede che il Concilio Vaticano II ci ha insegnato essere campo ‘laico'".
Piena solidarietà a don Gianfranco è stata espressa da don Paolo Farinella, altro prete da tempo nell'"occhio del ciclone", sia per la sua richiesta-appello al papa (che ha raggiunto le 10mila adesioni) di non ricevere in udienza Berlusconi sotto elezioni, sia per la più recente iniziativa di promuovere un contro-appello al manifesto per l'Occidente di Marcello Pera (www.arcoiris.tv/appello_pera/risposta_controappello/).
Le tue affermazioni - scrive don Paolo a don Gianfranco - sono inequivocabili perché "limpide e trasparenti". Nella sua lettera, Farinella manifesta la sua decisione di esplicito sostegno all'Unione alle elezioni politiche perché, dice riferendosi agli esponenti della destra, "Lorsignori non sanno cosa farsene della Chiesa, della Dottrina sociale, del Vangelo, ma sanno benissimo cosa farsene dei voti di coloro che frequentano la Chiesa e di quelli della gerarchia che invece li scambia". Per questo, afferma risoluto Farinella, "tacere non è possibile e questo - l'attuale momento - è tempo non di super partes, ma di schieramento. Bisogna decidersi da che parte stare" e "alla luce di un minimo di coerenza evangelica almeno io non posso stare con questa destra dissolutrice di ogni residuo senso dello Stato e del tessuto democratico". "Nel che, dopo avere votato l'Unione, dal giorno 10 in poi starò all'opposizione morale del nuovo governo". Per un credente è un dovere "difendere ciò che resta della serietà della Chiesa dai lupi rapaci che vogliono governare per sistemarsi quelle due o tre cosette che ancora restano in sospeso. Credevano di comprarci con l'Ici e con gli oratori: hanno sbagliato indirizzo". "Caro Gianfranco - conclude Farinella - stai sereno, non sei solo perché l'ekklesìa ti circonda e ti protegge".