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Lunedì, 02 Giugno 2008 13:24

GUAI A DARE PIETRE AL POSTO DEL PANE

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In concomitanza con l’ottantesimo compleanno di Benedetto XVI, è uscito nelle librerie, il 16 aprile 2007, “Gesù di Nazaret”, prima parte di un’opera teologica in due volumi, redatta dal Papa che sarà tradotta in venti lingue. Com’era prevedibile, il saggio conserva la veste rigorosamente scientifica che ha sempre contraddistinto gli scritti ratzingeriani anche se il racconto ha una forte valenza pastorale, attraverso un’avvincente commento ai quattro Vangeli.

Da una parte il libro rappresenta un’illuminata introduzione ai principi del Cristianesimo, consentendo peraltro all’accorto lettore di lasciarsi permeare dalla novità del messaggio evangelico; dall’altra vi è lo sguardo del pastore indirizzato verso il “presente” in cui vive immersa l’umanità di questo primo segmento del Terzo Millennio. Per una rivista missionaria come la nostra (Popoli e Missione, ndr), rivolta prevalentemente ad un pubblico di lettori attento all’impegno della Chiesa nell’annunciare le testimoniare il Verbo, è importante tentare di cogliere alcune sollecitazioni dal punto di vista dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo. Lo scopo principale dell’opera - che rispecchia la ricerca personale del “Volto del Signore” da parte di Joseph Ratzinger - è proprio quello di «favorire nel lettore la crescita di un vivo rapporto» con Gesù Cristo (cfr. p. 20).

Per Benedetto XVI, nel testo biblico si trovano condensati tutti gli elementi per affermare che il personaggio storico Gesù Cristo è anche effettivamente il Figlio di Dio venuto sulla terra per salvare l’umanità di ieri, di oggi e di sempre. Pertanto, pagina dopo pagina, esamina minuziosamente uno per uno, ogni aspetto cristologico, guidando il lettore in un’avventura da duplice significato: spirituale ed intellettuale. Il tema del “Regno di Dio” ad esempio (cap. 3) che è costantemente presente nell’annuncio di Gesù viene successivamente approfondito nella riflessione sul “Discorso della montagna” (cap. 4) in cui le Beatitudini costituiscono i punti cardine della Nuova Legge, uno straordinario autoritratto di Gesù, Figlio di Dio.

A questo riguardo, nel libro vi è anche la costante preoccupazione dell’autore di attualizzare il messaggio evangelico. Per esempio nella meditazione sulle tentazioni di Gesù si evince l’insegnamento che mette in guardia gli uomini e le donne del nostro tempo nel cedere alla lusinga di risolvere i problemi del mondo badando solo agli aspetti materiali: questa, è bene rammentarlo, era la promessa del marxismo - «trasformare il deserto in pane» che poi, alla prova dei fatti, s’è rivelata fallimentare. Per non parlare degli «aiuti dell’Occidente ai Paesi in via di sviluppo, basati su principi puramente tecnico-materiali che non solo hanno lasciato da parte Dio, ma hanno anche allontanato gli uomini da Lui con l’orgoglio della loro saccenteria. . » (cap. 2). Tali aiuti, rammenta il Papa, «hanno messo da parte le strutture religiose, morali e sociali esistenti... Credevano di poter trasformare le pietre in pane, ma hanno dato pietre al posto del pane» (ibidem, cap. 2).

E la domanda «Ma chi è veramente il prossimo?», posta dalla parabola del Buon Samaritano, diventa lo spunto per riflettere sulle responsabilità del colonialismo e sugli errori commessi dal cosiddetto Primo Mondo nei confronti del terzo Mondo, o sull’alienazione dell’uomo che pure vive nell’abbondanza dei beni materiali (cfr. cap. 7).

Il Pontefice denuncia, in particolare, le responsabilità dell’Occidente per le condizioni di povertà in cui versa buona parte del continente africano e sprona le nazioni ricche a non fare come il sacerdote e il levita che passano senza fermarsi davanti al viandante derubato e abbandonato mezzo morto su ciglio della strada. Da parte del Papa vi è dunque la consapevolezza che «il dramma delle popolazioni dell’Africa che si trovano derubate e saccheggiate ci riguarda da vicino», nel senso che «il nostro stile di vita, la storia in cui siamo coinvolti li ha spogliati e continua a spogliarli». Insomma un libro, questo di Papa Ratzinger che, partendo dalla riflessione sul significato della missione di Cristo, mette il lettore - credente e non credente - di fronte alle proprie responsabilità, invocando un impegno contro le contaminazioni mondane che costituiscono una minaccia per l’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio.

di Giulio Albanese
Popoli e Missione – Giugno 2007
Letto 2137 volte Ultima modifica il Martedì, 17 Giugno 2008 17:23

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