Quella che vedete a fianco è la «Madonna del manganello», un santino diffuso durante il ventennio fascista. Faceva parte di forme di religiosità popolare pilotate dal regime e dai suoi sostenitori, mai riconosciute ufficialmente dalla chiesa, come la proclamazione di San Francesco «precursore del Duce» nel 1926, o l'icona di Santa Chiara in trionfo sui fasci littori. Ci guardiamo bene dal tracciare semplicistici parallelismi tra il mondo cattolico e l'attuale [post] fascismo, e di riproporre il «clerico-fascismo» come interpretazione della situazione di questi giorni. Sarebbe un ottimo modo per non porsi domande e archiviare la questione. Lo spostamento a destra delle gerarchie ecclesiastiche è molto più complicato e deve essere analizzato senza pregiudizi. A noi pare che la riemersione della punta dell'iceberg del cattolicesimo tradizionalista dei lefebvriani, che ha coinciso con l'apparizione delle ronde «pro-life» che hanno trasformato la tragica decisione della famiglia di Eluana Englaro in un'arena tra tifosi contrapposti, riveli una tendenza più generale.
Insomma, l'allarme di Famiglia cristiana sul rischio di «nuove leggi razziali», o le proteste della Caritas per i maltrattamenti ai rom, non diventano, nelle prese di posizione del potere in Vaticano, questioni di principio irremovibili. Così, vi proponiamo una ricognizione del mondo dell'estrema destra cristiana. Olivia Fiorilli descrive il pianeta che papa Ratzinger ha sdoganato e che non a caso si muove soprattutto a Verona e a Roma, le città che in modi diversi stanno costruendo laboratori della nuova destra oltre Berlusconi.
Abbiamo chiesto poi alla penna autorevole di Raniero La Valle, che è stato direttore di Avvenire e senatore della Sinistra indipendente, di spiegare cosa succede nella Chiesa e di interpretare lo scenario che sottende le scelte della Conferenza episcopale italiana e delle gerarchie cattoliche. La Valle spiega che la deriva della Chiesa corrisponde a quella della società italiana, e spiega che le contraddizioni anti-moderniste – in base alle quali si sta tentando di riportare il mondo cattolico a prima del Concilio Vaticano II - erano già latenti.
Valerio Gigante, redattore dell'agenzia di stampa cattolica Adista, ricostruisce una tendenza che era già in atto col papato di Karol Wojtyla e che si è intensificata in questi mesi: man mano che la società si secolarizza, il Vaticano assume posizioni sempre più rigide e identitarie.
[continua]