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Lunedì, 29 Marzo 2010 22:14

Francia, e i diritti dei migranti

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IN CERCHIO PER I SANS PAPIER

 

Una volta al mese centinaia di persone si ritrovano nella piazza del Palais-Royal, a Parigi, per ricordare la posizione degli immigrati nei centres de rétention. Tra le voci che si alzano forti contro le politiche repressive ci sono quelle della chiesa e dei vari ordini religiosi.

 Un cartello con il viso di una bambina dai tratti maghrebini e la domanda: «Sono un pericolo per la coesione sociale?». A indossare questa immagine è una donna, tra le oltre trecento persone che mensilmente occupano, con un “cerchio del silenzio”, la piazza del Palais-Royal, nel cuore di Parigi, per ricordare la condizione degli immigrati nei centres de rétention, i Cpt francesi. Josette Gazzaniga appartiene all’ordine secolare francescano ed è una dei tanti religiosi e laici cristiani (la sottolineatura ecumenica è d’obbligo) impegnati in Francia nella denuncia contro le leggi sull’immigrazione del governo Sarkozy e la direttiva europea in discussione a Bruxelles (votate il 18 giugno).

Anche oltralpe il tema dell’immigrazione e della sicurezza è, infatti, al centro del dibattito pubblico e politico.

Nel ottobre 2007, le nuove leggi puntavano a «un’immigrazione mirata e selezionata», rendendo, tra i vari punti, più complesso il ricongiungimento Familiare. Un inasprimento contro il quale nei mesi successivi gli stessi immigrati sans papiers hanno preso la parola. Nella regione parigina dell’Île-de-France dal 15 aprile centinaia di lavoratori e lavoratrici immigrati hanno indetto uno sciopero in cantieri, note catene di ristoranti, esercizi commerciali. imprese di pulizia, con l’obiettivo di ottenere la regolarizzazione. Iniziative che si rafforzano di significato alla luce dell’approvazione del progetto di legge europeo.

Tra gli attori maggiormente impegnati sul fronte dell’immigrazione, anche le chiese francesi hanno preso posizione. Nell’ottobre 2007, la conferenza episcopale francese emana un comunicato contro nuove misure restrittive. Numerose sono poi le associazioni cristiane che appoggiano il movimento di protesta, con aiuti concreti in cibo, coperte e denaro. Tra esse, la Cimade, sigla che indica il servizio ecumenico di solidarietà (impegnato particolarmente nell’accompagnamento giuridico di persone immigrate), la Rete Cristiani-Immigrati e vari istituti missionari. Non mancano, pero, casi di parroci che scelgono una direzione opposta, negando il sostegno agli immigrati che scioperano. spesso a pochi metri dalle loro parrocchie. Ma a livello istituzionale la voce delle chiese contro politiche repressive in materia d’immigrazione si esprime con chiarezza. Il 14 maggio il Consiglio delle chiese cristiane di Francia. in un comunicato firmato anche da André Vingt-Trois, arcivescovo cattolico di Parigi e presidente della Conferenza episcopale francese, invoca il dovere all’accoglienza e alla risoluzione delle disparita economiche. origine dei movimenti migratori. Parole in linea con le dichiarazioni della Conferenza degli episcopati della Comunità europea, che ha espresso particolare preoccupazione circa la definizione dei periodi di detenzione amministrativa, chiedendo che «sia rispettata la dignità di ogni essere umano». Parole e impegni perchè, come sottolinea la Gazzaniga. «come cristiani non possiamo restare fermi, se altri esseri umani sono trattai come animali».

Maria Chiara Rioli

Nigrizia luglio-agosto 2008

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